Burgundio da Pisa traduttore di Galeno n

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  4 38-7 S U L LA

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  T R A D I Z I O N E I N D I R E T TA issn nic

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  D E I T E S T I M E D I C I G R E C I isbn issn ele at t i d e l i i s e m i na r i o i n t e r na z i o na l e d i s i e na c e rt o s a d i p o n t i g na n o

  1 9 - 2 0 s e t t e m b r e 2 0 0 8

  a c u r a d i i va n g a r o fa l o, a l e s s a n d r o l a m i e a m n e r i s r o s e l l i b i b l i ot e c a d i « g a l e n o s » · 2 .

  e s t r at t o P I S A · R O M A

  FA B R I Z I O S E R R A E D I TO R E

  M M I X

  Direttore / Editor Ivan Garofalo

  Redazione / Secretary Board Isabella Andorlini, Daniela Fausti, Klaus-Dietrich Fischer,

  Stefania Fortuna, Ivan Garofalo, Anna Maria Ier aci Bio,

  Alessandro Lami, Nicoletta Palmieri, Lorenzo Perilli, Amneris Roselli

  Comitato scientifico / Advisory Board Gerrit Bos

  (Köln), Silvano Boscherini (Firenze), Vincenzo Di Benedetto

  (Pisa), Arsenio Ferr aces Rodríguez (La Coruña), Klaus-Dietrich Fischer

  (Mainz), Antonio Garzya (Napoli), Dieter Irmer

  (Amburgo), Jacques Jouanna (Paris), Daniela Manetti

  (Firenze), Nicoletta Palmieri (Reims), Heinrich von Staden

  (Princeton)

  • *

    Indirizzo per la corrispondenza:

    I va n Garo falo , Via delle Sette Volte , i 56 26 Pisa

    garofaloi@unisi.it · Tel. +39 050 540769

  

BURGUNDIO DA PISA TRADUTTORE DI GALENO:

NUOVI CONTRIBUTI E PROSPETTIVE

Stefania Fortuna e Anna Maria Urso

Con un’appendice di Paola Annese*

  I. Traduzioni latine di Galeno

  N

  Occidente Galeno ha avuto fortuna principalmente in latino. Le traduzioni la- tine, attraverso le quali le opere di Galeno sono veicolate, hanno quindi avuto

  I

  un’importanza fondamentale nella storia del galenismo, dalla sua affermazione

  1

  nella tarda antichità fino al XIX sec. Ma le traduzioni latine sono importanti anche

  2

  in una prospettiva filologica. Innanzi tutto alcune opere di Galeno sono conservate soltanto in latino, mentre gli originali greci sono andati perduti, come nel caso del

  

de partibus artis medicae, della subfiguratio empirica, del de causis procatarcticis, che ci

  sono giunte nelle traduzioni di Niccolò da Reggio (1280-1350), attivo a Napoli nella prima metà del XIV sec. Inoltre le traduzioni latine possono essere utili per la ri- costruzione del testo greco di Galeno. Ancora una volta sono da citare le traduzioni di Niccolò da Reggio, già utilizzate dagli editori di Galeno greco e latino nel Cin- quecento, che spesso offrono un testo superiore a quello dei manoscritti greci. Nic- colò da Reggio aveva infatti accesso a fonti eccellenti, andate poi perdute, tra le quali il manoscritto donato da Andronico III a Roberto d’Angiò intorno al 1331 e portato a Napoli dallo stesso Niccolò, che si era recato a Costantinopoli come am- basciatore. Infine le traduzioni latine, quando dipendono da originali greci con- servati, se non sono rilevanti per il testo di Galeno, lo sono però per la sua tradizione. L’esempio più significativo è rappresentato dalle traduzioni di Bur- gundio da Pisa (c. 1110-1193), che hanno contribuito a ricostruire in modo decisivo un momento importante e antico del testo e della fortuna di Galeno e di Aristotele, su cui si dirà. Ma anche ricerche sulle traduzioni del Cinquecento hanno permesso di chiarire aspetti diversi della tradizione di Galeno. Per esempio, l’identificazione dell’originale greco della traduzione del de locis affectis di Galeno, pubblicata da Wilhelm Kopp (1460-1532) a Parigi nel 1513, con il manoscritto di Leiden, Voss. gr. F 53, ha reso sicura l’attribuzione alla mano di Kopp di varianti annotate nei mar-

  3

  gini di questo manoscritto, che erano state in precedenza datate al XVII sec. An- cora, l’identificazione degli originali delle traduzioni di Galeno di Niccolò

  • * Le parti I e II si devono a Stefania Fortuna; la parte III ad Anna Maria Urso. Le autrici sono re-

    sponsabili ciascuna per le proprie parti, anche se il lavoro è stato condotto con spirito di stretta col-

    laborazione.
  • 1 Su quest’argomento cfr. il libro di Temkin 1973, che continua ad essere affascinante e stimolante ad oltre trent’anni dalla pubblicazione. 2 Sulla storia del testo di Galeno è sempre molto utile Nutton 1987; cfr. recentemente Boudon- Millot 2007. 3 Cfr. Fortuna 1993.

      

    S T E FA N I A F O RT U NA , A N NA M A R I A U R S O S T E FA N I A F O RT U NA , A N NA M A R I A U R S O

      140 Leoniceno (1428-1524) con manoscritti greci attualmente conservati a Parigi, nel fondo Ridolfi della Bibliothèque Nationale, che presentano segni tipografici fatti per la stampa dell’edizione Aldina, avvenuta a Venezia nel 1525, ha precisato il con-

      4

      tributo della biblioteca di Leoniceno a questa grande impresa editoriale. Caroline Petit ha di recente identificato la mano di Agostino Gadaldini (1515-1575) nei mar- gini di un gruppo di manoscritti greci di Galeno conservati a Modena, nella Bi- blioteca Estense, che potrebbero essergli serviti per correggere il testo delle traduzioni stampate nelle edizioni Giuntine tra il 1541-42 e il 1565, di cui era stato il

      5

      curatore. Ma soltanto un confronto minuto delle note marginali dei manoscritti greci con quelle contenute nelle quattro edizioni latine può stabilire perché e quando Gadaldini le abbia compilate.

      6 La storia delle traduzioni latine è conosciuta nelle linee essenziali. Le opere di

      Galeno tradotte prima del Mille sono poche e limitate a quelle con cui si apriva il

      

    Canone alessandrino, una selezione di opere di Galeno utilizzate nelle scuole di me-

      dicina ad Alessandria tra il VI e il VII sec.: il de sectis, l’ars medica, il de pulsibus ad ti-

      

    rones, il de methodo medendi ad Glauconem. Il numero delle opere di Galeno tradotte

      in latino si accresce a partire dall’XI sec., quando è attivo a Montecassino Costan- tino l’Africano (m. 1093), un monaco proveniente dal Nord Africa, che di Galeno traduce dall’arabo il commento agli Aforismi di Ippocrate e la parafrasi del de me-

      

    thodo medendi. Nel secolo successivo, Gerardo da Cremona (1114-1187) traduce a To-

      ledo, sempre dall’arabo, altre opere di Galeno, molte delle quali avevano già fatto parte del Canone alessandrino: l’ars medica, il de elementis secundum Hippocratem, il de

      

    temperamentis, il de crisibus, il de diebus decretoriis, il de methodo medendi. In seguito,

      traduttori di Galeno dall’arabo sono Marco da Toledo (fl. 1200) e Arnaldo da Villa- nova (c. 1235-1311). Le traduzioni di Galeno dal greco sembrano invece poco nu- merose fino al XIV sec., quando Niccolò da Reggio traduce oltre cinquanta opere di Galeno tra il 1308 e il 1345, secondo la tecnica letterale de verbo ad verbum. In pre- cedenza traduttori di Galeno dal greco sono Burgundio da Pisa (m. dopo il 1197), Guglielmo di Moerbeke (1220-1286), Pietro d’Abano (1257-1316), seppure con rilievo diverso. A partire dagli ultimi due decenni del Quattrocento, sono prodotte nuove traduzioni di Galeno, per lo più di opere già conosciute, però in un latino che ha per modello quello classico. Tra i primi medici umanisti sono da citare Niccolò Leoniceno (1428-1524), Wilhelm Kopp (c. 1460-1532), Giorgio Valla (1447-1500), Tho- mas Linacre (1460-1545). Dopo la pubblicazione dell’edizione Aldina nel 1525, si mol- tiplica il numero delle opere di Galeno tradotte in latino e si moltiplicano le traduzioni latine di una stessa opera. I manoscritti greci continuano ad essere con- sultati, ma ormai il testo di riferimento è quello delle edizioni a stampa, dell’Al- dina prima e della Basileensis poi, pubblicata quest’ultima nel 1538.

      La storia delle traduzioni latine di Galeno non è però conosciuta nei particolari,

      7

      nonostante i contributi numerosi e significativi di Richard Durling. Manca un ca- 4 5 Cfr. Fortuna 2006 (1). 6 Cfr. Petit 2007. 7 La migliore sintesi sulla storia delle traduzioni latine di Galeno continua ad essere Durling 1961.

      I manoscritti latini di Galeno sono elencati nel catalogo curato da Diels 1905-7, che contiene er-

    rori ed omissioni, e soprattutto non fa nessuna distinzione tra commenti e traduzioni e le diverse

      

    B U R G U N D I O DA P I S A T R A D U T TO R E D I G A L E N O

      141 talogo delle traduzioni, mancano le edizioni, e il corpus stesso dei singoli tradut- tori è molto incerto. Per esempio, Costantino l’Africano è stato considerato a lungo autore di una traduzione dell’ars medica, che però Richard Durling ha mostrato de-

      8

      rivare dal greco, non dall’arabo. I manoscritti non sempre segnalano il nome del traduttore, o danno indicazioni diverse, che sono quindi da verificare, come è il caso della traduzione del de locis affectis di Burgundio, che in uno dei cinque ma-

      9

      noscritti conservati è attribuita a Niccolò da Reggio. Molte sono ancora le tradu- zioni anonime che potrebbero trovare una paternità e che meritano comunque di essere studiate.

      II. Burgundio da Pisa e Galeno Burgundio da Pisa è uno dei traduttori più importanti di Galeno ed anche uno dei più studiati. Peter Classen ha ricostruito la sua biografia nei particolari, attraverso

      10

      accurate ricerche d’archivio. Sappiamo quindi che Burgundio era uomo di legge, avvocato, giudice, diplomatico, attivo a Pisa e nel territorio circostante, e presente a Costantinopoli almeno nel 1136 prima e nel 1169-1171 poi. Peter Classen si è occu- pato anche delle traduzioni di Burgundio, delle parti greche dei digesta di Giusti- niano e delle Omelie di Giovanni Crisostomo sul Vangelo di Giovanni. A Burgundio si deve inoltre la traduzione delle Omelie di Giovanni Crisostomo sul Vangelo di Matteo, come pure quelle del de fide ortodoxa di Giovanni Damasceno e del de na-

      11

    tura hominis di Nemesio; quest’ultime hanno avuto entrambe un’edizione critica .

      Quanto alle traduzioni di Galeno fatte da Burgundio, Richard Durling ne ha pub-

      12 blicate due, l’una del de temperamentis nel 1976, l’altra del de locis affectis nel 1992.

      Le ricerche filologiche di Richard Durling, sostenute da quelle paleografiche e codicologiche di Nigel Wilson, pubblicate in diversi articoli tra il 1983 e il 1991, hanno permesso di ricostruire lo stretto legame tra Burgundio e i manoscritti di Io- annikios, molti dei quali sono conservati a Firenze, nella Biblioteca Laurenziana, e datati in precedenza al XIV sec.: Burgundio annota alcuni manoscritti vergati da

      13 Ioannikios e dai suoi collaboratori, e li utilizza per le sue traduzioni di Galeno.

      Nel 1994, in un articolo pubblicato in «Traditio», Richard Durling dimostra che Burgundio da Pisa è autore della traduzione del de generatione et corruptione di Ari- stotele, pubblicata anonima da Joanna Judycka nel 1986, attraverso un’analisi dello stile, da lui già studiato nelle edizioni del de temperamentis e del de locis affectis, e se-

      

    traduzioni di una stessa opera. Richard Durling ha lavorato a lungo al catalogo delle traduzioni latine

    di Galeno; cfr. Durling 1967 e 1981; Fortuna e Raia 2006. Utile è il catalogo di Thorndike e Kibre 1963;

    quanto al momumentale Iter Italicum di Paul Oskar Kristeller, Richard Durling ha raccolto i riferi-

    menti ai manoscritti medici che vi sono contenuti, compresi quelli di Galeno, in diversi articoli, che

    però non sono completi: Durling 1985-1993. 8 9 Cfr. Durling 1968. 10 Cfr. Durling 1992, p. 36. 11 Cfr. Classen 1974.

      Per l’edizione della traduzione di Burgundio del de fide ortodoxa di Giovanni Damasceno cfr. Buytaert 1955; per quella del de natura hominis di Nemesio cfr. Verbeke e Moncho 1975. 12 13 Cfr. Durling 1976 e 1992.

      Cfr. Wilson 1983, 1986, 1987 e 1991. Sui manoscritti di Ioannikios cfr. ora Degni 2008.

      

    S T E FA N I A F O RT U NA , A N NA M A R I A U R S O

    S T E FA N I A F O RT U NA , A N NA M A R I A U R S O

      gnala in nota che il manoscritto utilizzato da Burgundio dovrebbe essere il Laur. gr. 87, 7, citando Nigel Wilson, che lo ha retrodatato al XII sec., insieme con gli altri

      14

      manoscritti di Ioannikios. L’anno prima, nel 1993, Richard Durling pubblica un altro articolo in «Studi Classici e Orientali» su Burgundio da Pisa, in cui annuncia questa scoperta, e segnala che Burgundio deve essere autore anche della tradu- zione dell’Etica a Nicomaco, pubblicata anonima da René Gauthier nel 1972, perché è già stato dimostrato che questa e la traduzione del de generatione et corruptione

      15 hanno uno stesso stile che deve risalire ad uno stesso autore.

      Nel 1997 sono stati pubblicati due articoli che riprendono i risultati delle ricerche di Richard Durling e di Nigel Wilson e che procedono oltre. Il primo, di Fernand Bossier, studia lo stile e la terminologia delle traduzioni di Burgundio, e per alcune stabilisce una cronologia interna; il secondo, scritto in collaborazione da Gudrun Vuillemin-Diem e da Marwan Rashed, dimostra prima la dipendenza delle tradu- zioni di Burgundio del de generatione et corruptione e dell’Etica a Nicomaco rispetti- vamente dal Laur. gr. 87, 7 e dal Laur. gr. 81, 18 – anche quest’ultimo un manoscritto di Ioannikios – e propone di collocare l’attività di Ioannikios a Costantinopoli, tra il 1135 e il 1140, sulla base delle traduzioni aristoteliche di Burgundio, precedenti al 1150, secondo lo studio di Bossier; poi analizza le note contenute nel Laur. gr. 87, 7, sia latine sia greche, e propone di attribuire a Burgundio una o due mani greche, seppure con diversa probabilità, e di identificarlo con il principale collaboratore di

    16 Ioannikios. Questi risultati raggiunti sulle traduzioni aristoteliche di Burgundio sono molto interessanti e utili anche per quelle galeniche.

      Nel 1927 Charles Hankins elenca dieci traduzioni di Galeno fatte da Burgundio, ma le traduzioni già note di Burgundio, più o meno complete, sono molto più nu-

      

    17

      merose, le seguenti in ordine alfabetico:

      ars medica (I 407, 8-412 K = CUF II 388, 4-392 Boudon, catalogo finale) compendium pulsuum (Daremberg e Ruelle) de crisibus (IX 550-768 K = Alexanderson) de differentiis febrium (VII 273-405 K) de elementis secundum Hippocratem (I 413-508 K = CMG V 1, 2 De Lacy) de locis affectis (VIII 1-452 K) de methodo medendi VII-XIV (X 456-984 K, completata da Pietro d’Abano) de naturalibus facultatibus (II 1-214 K = Scripta minora III 101-257 Helmreich) de pulsibus ad tirones (VIII 453-92 K) de pulsuum causis III-IV (IX 105-204 K) de pulsuum differentiis I (VIII 493-565 K) de sanitate tuenda (VI 1-452 K = CMG V 4, 2 Koch) 14 Cfr. Durling 1994. Per l’edizione della traduzione di Burgundio del de generatione et corruptione cfr. Judycka 1986. 15 Cfr. Durling 1993. Questo articolo non è stranamente citato negli studi successivi. Per l’edizione della traduzione di Burgundio dell’Etica a Nicomaco cfr. Gauthier 1972-1974. 16 Cfr. Bossier 1997; Vuillemin-Diem e Rashed 1997. I risultati delle recenti ricerche sulle tradu-

    zioni aristoteliche di Burgundio, a partire da quelle di Richard Durling, sono esposti in Brams 2003,

    pp. 54-57. 17 Cfr. Haskins 1927, pp. 206-209; Boudon-Millot 2007, pp. CCIII-IV.

      

    B U R G U N D I O DA P I S A T R A D U T TO R E D I G A L E N O

    de sectis (I 64-93, 8 K = Scripta minora I 1-22 Helmreich, completata da Pietro

      d’Abano)

      de temperamentis (I 509-694 K = Helmreich)

    in Hipp. aphorimos commentaria I-IV 58 (XVII B 345-733 K, completata da Niccolò da

      Reggio) Due di queste traduzioni sono state attribuite a Burgundio in tempi abbastanza re- centi. Nel 1967 Richard Durling ha segnalato che la traduzione del catalogo dell’ars

      

    medica è di Burgundio, perché Burgundio è citato nel manoscritto di Vienna, Öster-

    v

      reichische Nationalbibliothek, Vind. lat. 2504 del XIII sec., f. 39 , dove si legge: Ex-

      

    plicit Tegni Galieni secundum antiquam translationem, sed postea Magister Borgundius

      18 rogatu Magistri Bartolomei transtulit quod sequitur.

      In occasione dell’edizione del de

      

    elementis secundum Hippocratem, pubblicata da Phillip De Lacy nel 1996, Richard

      Durling ha studiato la traduzione latina dal greco, tramandata anonima nei ma-

      19

      noscritti, e l’ha attribuita a Burgundio sulla base dello stile. Ma Burgundio può es- sere autore anche di altre traduzioni di Galeno. È probabile infatti che a Burgundio appartenga la traduzione dal greco del de morbis et symptomatis, tramandata ano- nima in tutti i manoscritti, la quale comprende quattro opere eziologiche di Ga- leno, il de morborum differentiis, il de morborum causis, il de symptomatum differentiis, il de symptomatum causis. Beate Gundert, che sta preparando l’edizione del de sym-

      

    ptomatibus differentiis per la serie del Corpus Medicorum Graecorum, ha studiato que-

      sta traduzione, e ritiene che dipenda da un manoscritto greco perduto e che sia più

      20

      vicina allo stile di Burgundio piuttosto che a quello di Niccolò da Reggio. Quanto alla traduzione dal greco del quarto libro del commento al de victus ratione in mor-

      bis acutis, cfr. infra, parte III.

      Due traduzioni di Galeno fatte da Burgundio sono datate, quella del de sanitate

      

    tuenda e quella del de sectis, rispettivamente al 1178-1179 e al 1184-1185. Altre due tra-

      duzioni sono state datate da Fernand Bossier secondo una cronologia interna,

      21 quella del de temperamentis al 1151 circa e quella del de locis affectis dopo il 1164-1165.

      Bossier si è fermato alle traduzioni di Burgundio con un’edizione critica, ma il suo metodo può essere esteso anche alle altre, non sempre facilmente accessibili. Le tra- duzioni di Burgundio hanno infatti avuto diversa fortuna. Soltanto le traduzioni di opere di Galeno, in precedenza non tradotte dall’arabo, hanno una ricca tradizione manoscritta, e soprattutto quelle di opere lette e studiate nelle università, come il

      

    de naturalibus facultatibus, il de differentiis febrium e il de sanitate tuenda. Otto delle tra-

      duzioni di Burgundio compaiono nelle edizioni complete di Galeno stampate dal 1490 al 1528: il compendium pulsuum, il de differentiis febrium, il de methodo medendi

    VII-XIV, il de naturalibus facultatibus, il de pulsibus ad tirones, il de pulsuum causis III-

      22 IV, il de pulsuum differentiis I, il de sanitate tuenda. Il catalogo dell’ars medica e il

      commento al de victus ratione in morbis acutis IV sono stampati nelle stesse edizioni, 18 19 Cfr. Durling 1967, p. 463. 20 Cfr. De Lacy 1996, pp. 26-28.

      Ringrazio Beate Gundert che generosamente mi ha comunicato per lettera i risultati della sua ricerca di prossima pubblicazione. 21 22 Cfr. Bossier 1997, p. 102.

      Sulle prime edizioni latine di tutte le opere di Galeno cfr. Fortuna 2005. La prima edizione del

      

    S T E FA N I A F O RT U NA , A N NA M A R I A U R S O S T E FA N I A F O RT U NA , A N NA M A R I A U R S O

      ma l’uno a partire dalla seconda edizione del 1502, curata da Gerolamo Suriano, mentre l’altro a partire dalla quarta del 1515-1516, curata da Rustico Piacentino.

      Quanto alle fonti delle traduzioni di Burgundio, si è già parlato dello stretto le- game tra Burgundio e i manoscritti di Ioannikios. Nigel Wilson ha segnalato la mano latina di Burgundio in sei degli undici manoscritti di Galeno vergati da Io- annikios e dai suoi collaboratori, e in relazione ad opere specifiche: Laur. gr. 74, 5 (de temperamentis); Laur. gr. 74, 18 (de pulsuum differentiis, de dignoscendis pulsibus, de

      

    pulsuum causis, de praesagitione ex pulsibus); Laur. gr. 74, 22 (de curandi ratione per

    venae sectionem); Laur. gr. 74, 25 (de probis pravisque sucis); Laur. gr. 74, 30 (de locis af-

      

    23

    fectis); Par. gr. 1849 (de motu musculorum). Tutti questi manoscritti sono conservati

      a Firenze, nella Biblioteca Laurenziana, ad eccezione del Par. gr. 1849, rimasto tut- tavia a lungo a Firenze. Faceva infatti parte della biblioteca di Giano Lascare, prima di finire in quella del cardinale Ridolfi, attualmente fondo della Bibliothèque Na-

      24

      tionale di Parigi. Ma in una recente ispezione dei manoscritti di Galeno vergati da Ioannikios e dai suoi collaboratori a Firenze, ho rilevato una presenza più diffusa della mano latina di Burgundio. Nel Laur. gr. 74, 5 ci sono note latine di Burgundio non soltanto nel de temperamentis, ma anche in molti passi del de inaequali intempe-

      

    rie e del de tumoribus praeter naturam, e in uno del de naturalibus facultatibus sullo

    v

      sperma (f. 68 ). Nel Laur. gr. 74, 18, sono annotati da Burgundio non solo i trattati v r r sulle pulsazioni, ma anche il de usu partium (ff. 35, 76 , 77 , 83 ). Note latine di Bur- gundio sono infine presenti nel Laur. gr. 75, 5, un altro manoscritto di Ioannikios, non compreso nel gruppo dei sei già segnalati da Wilson, in alcuni fogli dei primi v r r tre libri del commento al de victus ratione in morbis acutis (ff. 181v, 182, 183 , 184 , 185 , v, v 206 207, 210 ). Quindi, in conclusione, i manoscritti annotati da Burgundio in la-

      25

      tino sono sette, i seguenti: Laur. gr. 74, 5

      de temperamentis

    1490 è disponibile nel sito della Bibliothèque Interuniversitaire de Médecine di Parigi, all’indirizzo

    http://web2.bium.univ-paris5.fr/livanc/?intro=galien_vf&statut=charge; la seconda del 1502 è di-

    sponibile nel sito del Göttinger Digitalisierungszentrum, http://gdz.sub.unigoettingen.de

    /dms/load/toc/?PPN=PPN548120684. 23 Cfr. Wilson 1986, pp. 113-15; più rapidamente Wilson 1987, p. 54. Altri quattro manoscritti di Ga-

    leno con la mano di Ioannikios o dei suoi collaboratori sono stati segnalati da Nigel Wilson nei suoi

    articoli, in particolare in Wilson 1987, pp. 54 e 59: Laur. gr. 75, 5; Laur. gr. 75, 7; Laur. gr. 75, 17; Par. gr.

    2265. A questi deve essere aggiunto il manoscritto Phillips 4614, attualmente conservato a New Haven

    (CT), Beinecke Library 1121, studiato da Elsa García Novo 2003; cfr. la segnalazione di Vivian Nutton

    in «Medical History» 52, 1, 2008, pp. 144-145. 24 Sulla storia del Par. gr. 1849 e su Niccolò Leoniceno, traduttore del de motu musculorum, cfr.

      

    Fortuna 2006 (2); sul Par. gr. 1849 e Pietro d’Abano, che cita l’inizio del quarto libro dei Procedimenti

    anatomici di Galeno, cfr. Fortuna 2008. 25 Non sono qui prese in considerazione le note della mano o delle mani greche che Vuillemin-

    Diem e Rashed 1997 propongono, con qualche cautela, di attribuire a Burgundio. La possibilità di at-

    tribuire queste note greche a Burgundio è ora esclusa da Degni 2008, pp. 230-233 e 236. Da segnalare

    però che lo stesso segno di paragrafo utilizzato dalla mano latina di Burgundio, descritto da Vuille-

    min-Diem e Rashed 1997 e riportato nelle Planches II-IV (pp. 188-190), si trova almeno nel Laur. gr.

    v

    74, 5, f. 133 , per introdurre una nota greca, riferita a de tumoribus praeter naturam VII 710, 6 K: tivejçti

    qrovmboç.

      

    B U R G U N D I O DA P I S A T R A D U T TO R E D I G A L E N O

    de naturalibus facultatibus de inaequali intemperie de tumoribus praeter naturam

      Laur. gr. 74, 18

      de pulsuum differentiis de dignoscendis pulsibus de pulsuum causis de praesagitione ex pulsibus de usu partium

      Laur. gr. 74, 22

      de curandi ratione per venae sectionem

      Laur. gr. 74, 25

      de probis pravisque sucis

      Laur. gr. 74, 30

      de locis affectis

      Laur. gr. 75, 5

      in Hipp. de victus ratione in morbis acutis commentaria

      Par. gr. 1849

      de motu musculorum

      Sembra dunque che Burgundio abbia letto e annotato in latino opere di Galeno da lui non tradotte, e d’altra parte che abbia tradotto opere di Galeno da lui non an- notate, come nel caso delle due traduzioni di Aristotele: il Laur. gr. 81, 18, utilizzato per la traduzione dell’Etica a Nicomaco, non ha note latine di Burgundio; il Laur. gr. 87, 7 le ha, ma non nella parte contenente il de generatione et corruptione. Sembra inoltre che Burgundio non abbia utilizzato altri manoscritti se non quelli di Ioan- nikios e dei collaboratori di Ioannikios per le sue traduzioni. R. Durling ha dimo- strato che le traduzioni di Burgundio del de locis affectis, del de temperamentis e del

      

    de elementis secundum Hippocratem dipendono l’una dal Laur. gr. 74, 30, le altre due

      dal Laur. gr. 74, 5. Dal Laur. gr. 74, 5 dipende anche la traduzione del de naturalibus

      

    facultatibus, come è stato ormai dimostrato (cfr. infra, Appendice). Lo stesso può es-

      sere affermato per la traduzione del de sectis, che mostra di condividere errori con

      26

      il Laur. gr. 74, 5 (= L), almeno in base all’apparato critico di G. Helmreich; cfr.:

      toiau`t∆ 3, 14 H. = I 67, 11 K: om. L Burg. toiauvth ... oJdovç 4, 16-17 H. = I 69, 4-5 K: om. L Burg. euJrevçewç aiJrevçewç

      7, 18 H. = I 73, 3 K: : L Burg. (hereseos) di∆ ejmpeirivaç 8, 23 H. = I 74, 13 K: om. L Burg. ijamavtwn aJpavntwn

      10, 7 H. = I 76, 10 K: post add. L Burg. (omnium) oujdenovç 11, 2 H. = I 77, 12 K: om. L Burg. ga;r 15, 20 H. = I 83, 16 K: om. L Burg. 26 Cfr. Wilson 1986, p. 117. Per la traduzione del de sectis di Burgundio ho utilizzato il manoscritto di Cesena, Biblioteca Malatestiana, S V 4 del XIV sec.

      

    S T E FA N I A F O RT U NA , A N NA M A R I A U R S O S T E FA N I A F O RT U NA , A N NA M A R I A U R S O

      Ancora, Ivan Garofalo ha dimostrato che la traduzione di Burgundio del de pulsi-

      

    27

    bus ad tirones dipende dal Laur. gr. 75, 5; da questo stesso manoscritto dipende

      anche la traduzione del quarto libro del commento al de victus ratione in morbis acu-

      

    tis (cfr. infra, parte III). Quanto alle traduzioni dei trattati sulle pulsazioni, è pro-

      babile che Burgundio abbia utilizzato il Laur. gr. 74, 18 per il de pulsuum differentiis

      28 I e per il de pulsuum causis III-IV, come ha già proposto Nigel Wilson; per il com-

    pendium pulsuum, tramandato sotto il nome di Galeno, ma d’incerta paternità, si

      può proporre con grande probabilità il Laur. gr. 75, 7, un altro manoscritto di Io-

      29

      annikios segnalato da Nigel Wilson, ma non annotato da Burgundio. Su queste traduzioni non si può andare oltre, perché riguardano opere che non hanno an-

      

    30

      cora avuto una moderna edizione critica. È infine probabile che la traduzione del catalogo dell’ars medica dipenda dal Par. gr. 2265, un manoscritto con la mano del collaboratore di Ioannikios e attualmente conservato a Parigi, nel fondo Ridolfi

      31

      della Bibliothèque Nationale, come il già citato Par. gr. 1849. Il testo di questa tra- duzione stampato nelle edizioni, come in quella di Galeno curata da Gerolamo Su- riano del 1502, è corretto e non lascia riconoscere facilmente l’originale greco. Si può però segnalare un’omissione che la traduzione di Burgundio condivide con il

      bivbloç

      Par. gr. 2265 (= E) e altri manoscritti recenti: 389, 9 B. = I 408, 13 K: om. E Burg.

      In ogni caso è certo che non tutti i manoscritti utilizzati da Burgundio sono con- servati. Tre traduzioni, infatti, quelle del de crisibus, del de differentiis febrium e del

      

    de sanitate tuenda, dipendono da un originale andato perduto, simile al Marc. gr. 282

      32

      del XV sec., ma a questo superiore. Difficile fare invece ipotesi per le traduzioni del de methodo medendi e del commento agli Aforismi, opere che mancano di un’edi- zione critica e non contenute nei manoscritti di Ioannikios. In breve, ecco le fonti delle traduzioni di Burgundio, certe o quasi certe: Laur. gr. 74, 5

      de temperamentis de elementis secundum Hippocratem de naturalibus facultatibus de sectis 27 I. Garofalo ha presentato questi risultati sulla tradizione di Burgundio del de pulsibus ad tirones

    di Galeno al VI Convegno Internazionale di Ecdotica dei testi di medicina greca e bizantina (Parigi, 10-12

    aprile 2008), i cui atti sono in corso di stampa. 28 29 Cfr. Wilson 1986, p. 114. 30 Sul Laur. gr. 75, 7 cfr. supra, nota 23.

      Il testo del compendium pulsuum, con traduzione francese, è stampato in Daremberg e Ruelle

    1879, pp. 219-33. Per questa edizione sono stati utilizzati sia il Laur. gr. 75, 7, in una collazione parziale,

    sia la traduzione di Burgundio, ma non sono stati studiati i rapporti tra i due testimoni; cfr. pp. 611-

    612. 31 Sul Par. gr. 2265 cfr. supra, n. 23. Sulla traduzione di Burgundio del catalogo dell’ars medica cfr. Fortuna 1999, p. 166, nota 27. 32 Sulla traduzione del de crisibus cfr. Alexanderson 1967, pp. 32-35; su quella del de differentiis febrium cfr. De Stefani 2003, p. 109; su quella del de sanitate tuenda cfr. Koch 1923, p. XVIII.

      

    B U R G U N D I O DA P I S A T R A D U T TO R E D I G A L E N O

      147 ? Laur. gr. 75, 7 ? Laur. gr. 74, 18

      de pulsuum causis III-IV de pulsuum differentiis I

      Laur. gr. 74, 30

      de locis affectis

      Laur. gr. 75, 5

      de pulsibus ad tirones in Hipp. de victus ratione in morbis acutis commentaria IV

      ? Par. gr. 2265

      ars medica (catalogo)

      Antigrafo del Marc. gr. 282

      de crisibus de differentiis febrium de sanitate tuenda

      Se si considerano le traduzioni di Galeno nel loro insieme, sembra che Burgundio abbia seguito un vero e proprio programma. Burgundio traduce o completa tra- duzioni di opere di Galeno che sono quasi tutte comprese nel Canone alessandrino, che è stato certamente tenuto presente come modello. Infatti, rispetto al Canone

      

    alessandrino, mancano soltanto l’ad Glauconem, le opere anatomiche e il de diebus de-

    cretoriis; sono invece aggiunti i commenti agli Aforismi e al de victus ratione in mor-

    bis acutis. C’è inoltre qualche differenza per i trattati sulle pulsazioni. Il grande

      medico arabo ¢unain del IX sec. afferma nella Risala che i maestri di Alessandria leggevano il primo libro delle quattro opere di Galeno sulle pulsazioni, a loro volta composte ciascuna da quattro libri, cioè il de pulsuum differentiis I, il de dignoscendis

      

    pulsibus I, il de pulsuum causis I e il de praesagitione ex pulsibus I, e afferma anche che

      secondo lui soltanto il de pulsuum differentiis I è davvero necessario per la forma-

      33

      zione del medico. Burgundio traduce invece il de pulsuum differentiis I, il de pul-

      

    suum causis III-IV e il compendium pulsuum; probabilmente deve aver ritenuto

      quest’ultimo riassuntivo di quanto è necessario sapere sulle pulsazioni, come fa v anche Ioannikios che, in una nota contenuta nel Laur. gr. 75, 7, f. 163 , e letta da Paola Degni, a proposito del compendium pulsuum scrive: ejgw;proçevqhka tou`to to;

      

    peri;çfugmw`n monovbiblon: to;ga;r çuvntagma oujk ei\ce: nomivzw de;aujto;mh;ei\nai Ga-

      34

    lhnou`, ajlla; JRouvfou tou`∆Efeçivou. Ioannikios ricopia il compendium pulsuum, che

      crede di Rufo d’Efeso, perché non riesce a trovare la synopsis de pulsibus di Galeno che gli era stata richiesta, e che in effetti non è contenuta nei manoscritti vergati da lui e dai suoi collaboratori. Per un rapido confronto, ecco le traduzioni di Bur- gundio, complete e incomplete, certe o molto probabili, come nel caso della tra- duzione del de morbis et symptomatis, disposte sulla lista del Canone alessandrino, con asterisco per quelle sulle pulsazioni: 33 34 Cfr. Bergsträsser 1925, pp. 10-12 e nota 16.

      

    S T E FA N I A F O RT U NA , A N NA M A R I A U R S O S T E FA N I A F O RT U NA , A N NA M A R I A U R S O

      148 I. de sectis

      II. ars medica

      III. de pulsibus ad tirones (IV. ad Glauconem) (V. Anatomia)

      VI. de elementis secundum Hippocratem

      VII. de temperamentis

      VIII. de naturalibus facultatibus

      IX. de morbis et symptomatis ? X. de locis affectis

      XI. de pulsibus *

      XII. de differentiis febrium

      XIII. de crisibus (XIV. de diebus decretoriis)

      XV. de sanitate tuenda

      XVI. de methodo medendi

      Burgundio, traducendo per intero o in parte molte delle opere di Galeno contem- plate nel Canone alessandrino, contribuisce ad ampliare il corpus Galenicum disponi- bile in latino, su cui in seguito, a partire dagli ultimi decenni del XIII sec., si basa l’insegnamento di medicina nelle principali università europee, Montpellier, Pa-

      35

      rigi, Bologna, Padova. Burgundio aveva certamente un grande interesse per la medicina e per le scienze, come dimostrano le numerose e diffuse note che lascia nei manoscritti di Ioannikios. Sembra però difficile che le sue traduzioni di Galeno siano state fatte soltanto per un uso personale e che non abbiano piuttosto avuto una committenza da parte di medici o di maestri di medicina attivi in Occidente. Nel già citato colofone del manoscritto Vind. lat. 2504, contenente la traduzione anonima dell’ars medica dal greco, si afferma che Burgundio la completa su richie- sta di Bartolomeo da Salerno, maestro di medicina a Salerno nel XII sec., ma forse

      36

      anche a Parigi e a Montpellier. Bartolomeo è dunque il committente almeno di una traduzione di Galeno di Burgundio; che lo sia anche delle altre non è per il momento evidente, ma è un’ipotesi suggestiva e stimolante che non è escluso sia confermata da ulteriori ricerche. Intanto le stesse traduzioni di Burgundio dei com- menti agli Aforismi e al de victus ratione in morbis acutis, le uniche che si allontanano dal Canone alessandrino, rimandano all’ambiente salernitano, perché riguardano testi che entrano presto a far parte dell’Articella, il manuale di medicina che sem- bra abbia avuto origine nella Scuola salernitana del XII sec. Inoltre Danielle Jac- quart ha da tempo segnalato la presenza, nei commenti di Bartolomeo da Salerno a due opere dell’Articella, la Tegni di Galeno e l’Ysagoge di Ioannitius, di citazioni delle due traduzioni dal greco di Aristotele, quelle rispettivamente dell’Etica a Ni-

      37

    comaco e del de generatione et corruptione, che oggi sappiamo di Burgundio. È quindi

    35 Sul cosiddetto «nuovo Galeno» cfr. García Ballester 1998; sul «nuovo Galeno» a Padova cfr. Pe- senti 2003, pp. 7-18. 36 37 Su Bartolomeo da Salerno cfr. Kristeller 1986, pp. 100-107; recentemente Wallis 2007 e 2008.

      Cfr. Jacquart 1988, pp. 417-420 e 423-424.

      

    B U R G U N D I O DA P I S A T R A D U T TO R E D I G A L E N O

      149 già riconosciuto il ruolo importante che Salerno ha avuto nella produzione e dif- fusione delle traduzioni latine di Aristotele dal greco; potrebbe averlo avuto anche per quelle di Galeno.

      [Stefania Fortuna]

      III. La traduzione dal greco del commento di Galeno de victus ratione in morbis acutis IV: indagine sulla paternità

      al

      1. Premessa Il metodo di solito impiegato nelle indagini sulla paternità delle traduzioni me- dievali anonime è quello di una minuziosa e paziente analisi linguistico-stilistica, sperimentato con successo da Minio-Paluello ed altri, già a ridosso degli anni cin- 38 quanta del Novecento, sulle traduzioni di Aristotele. Esso si fonda sulla consape- volezza che, se il Medioevo latino è stato dominato dalla prassi della traduzione

      , questa non può però dirsi univocamente definita. Piuttosto, es-

      verbum de verbo

      sendo vari i vocabolari, i procedimenti e le personalità dei traduttori, le versioni presentano al loro interno, al di là di un’apparente uniformità, tratti di divergenza non sempre ravvisabili a una semplice lettura, ma che non sfuggono al filtro di un’analisi linguistico-stilistica. Su questo fondamento, come dichiarava Minio-Pa- luello, la paternità di una traduzione anonima può essere provata attraverso un confronto capillare, capace di evidenziare «un grado sufficiente di identità in ca- ratteristiche costanti e frequenti» tra tale versione e altre versioni attribuibili con certezza a un supposto autore. Nel contempo, la prova richiede «un secondo con- fronto con il massimo numero possibile di altre traduzioni», da cui risulti che le caratteristiche individuate – non certo singolarmente ma nel loro quadro di in- 39 sieme – sono particolari all’autore in questione e non ad altri. In assenza di prove filologiche e codicologiche, un’analisi linguistico-stilistica ben condotta rimane l’unica risorsa per identificare l’autore di una traduzione, e in un breve articolo del 1993 Richard Durling – che ne aveva già dato proficui saggi 40 nelle sue due edizioni di Burgundio e che ne confermava, ora, la validità, prean- nunciando l’attribuzione al Pisano di tre nuove traduzioni – ne raccomandava l’uso 41 per fare chiarezza nel campo delle versioni ancora anonime. Le difficoltà che l’ap- plicazione del metodo incontra, però, non sono trascurabili. 38 I saggi di Minio-Paluello sulle traduzioni e i traduttori latini di Aristotele sono ristampati in L.

      

    Minio-Paluello, Opuscula. The Latin Aristotle, Amsterdam, Hakkert, 1972. Un complemento necessa-

    rio a questa raccolta è indicato dall’autore stesso nelle proprie introduzioni ad alcuni volumi del cor-

    pus dell’Aristoteles Latinus: cfr. ibidem, p. VII. 39 Minio-Paluello 1947 (1), pp. 3-4, nonché, per la precisazione dell’inciso, p. 7 [= Opuscula, pp. 42- 43 e 46]. 40 Durling 1976 e 1992 (cfr. supra, parte II). In questo caso l’analisi linguistico-stilistica conferma l’at- tribuzione di alcuni dei testimoni manoscritti. 41 Durling 1993, pp. 98-99; le traduzioni di cui si preannuncia la paternità sono quella del de elementis

    di Galeno e quelle del de generatione et corruptione e dell’ethica Nicomachea di Aristotele, di cui supra,

    alla parte II. Sulla varietà nell’applicazione del metodo di traduzione verbum de verbo insiste anche

    Chiesa 1995, p. 191, secondo il quale «sarebbe comunque più esatto parlare di ‘letteralismi’ che di un

      150

    S T E FA N I A F O RT U NA , A N NA M A R I A U R S O S T E FA N I A F O RT U NA , A N NA M A R I A U R S O

      Le traduzioni di Galeno ancora da attribuire restano, infatti, numerose e tradu- 42 zioni di cui è nota la paternità attendono comunque un’edizione critica. Questo rende spesso insufficiente il corpus di testi utili per i confronti, soprattutto in rela- zione all’ampiezza dell’arco temporale all’interno del quale si può svolgere, con scarti e ripensamenti, l’attività dei traduttori: è evidente il rischio, che lo studioso corre, di enfatizzare presenze e omissioni, caricandole di un valore distintivo che 43 un esame più ampio della documentazione può smentire. Emblematico è il caso di Niccolò da Reggio, che traduce oltre cinquanta opere di Galeno in un arco tem- 44 porale di ca. trentasette anni. Poiché solo una minima parte delle sue traduzioni

      è stata criticamente edita e solo per tre delle traduzioni edite si conserva il modello 45 greco, la conoscenza del metodo da lui applicato non può essere che parziale e 46 provvisoria: non si può escludere, pertanto, che i progressi delle conoscenze pos- sano in futuro accertare la paternità di Niccolò per traduzioni che, allo stato at- 47 tuale, nonostante alcuni indizi non irrilevanti, è più sicuro considerare anonime.

      Un’altra difficoltà può essere posta dall’estensione stessa delle opere disponibili, che per alcune rese interessanti può non offrire un terreno di confronto quanto si vorrebbe ampio per avvalorare i riscontri. Non è una lacuna trascurabile, infine, neppure la mancanza di indici adeguati a corredo delle edizioni critiche: nei casi in cui si manifesta, questo difetto rallenta i tempi della ricerca, rischiando inevitabil- mente di accrescerne le insidie.