DISSIMILITUDINI D. Ignani M. Pizzi M.G.
N
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L
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D
DINO IGNANI
FOTOGRAFIE
R I T R AT T I D I A R T I S T I
MARIA PIZZI
VIDEOARTE
T E AT R O I N F U M O o v v e r o A F U M E T T O
MARIA GRAZIA TATA
INSTALLAZIONI
LE OMBRE DEI SOGNI
S C U D E R I E D I
S O R I A N O
1 8
G I U G N O
P A L A Z Z O C H I G I A L B A N I
N E L
C I M I N O
( V T )
-
3 0
L U G L I O
2 0 1 6
SIMILITUDINI
MOSTRA D’ARTE CONTEMPORANEA
a cura di
SALVATORE ENRICO ANSELMI
CON LA COLLABORAZIONE:
COOPERATIVA SOCIALE IL CAMALEONTE - SORIANO NEL CIMINO
GALLERIA SINOPIA EVENTI - ROMA
Maria Pizzi ringrazia per la collaborazione fotografica Dino Ignani e
Massimiliano Ruta e per la regia elettromeccanica Felice Farina
Maria Grazia Tata ringrazia gli amici fotografi
SIMILITUDINI
mostra d’arte contemporanea
Dino Ignani
Maria Pizzi
Maria Grazia Tata
Unità nella divergenza, similitudine nella precipua e originale ricerca delle tecniche e dei
linguaggi. Atti distintivi e nel contempo convergenti, separazioni per gradi, per tre gradi
ravvicinati, nell’intento di raccordare tre ‘luoghi’ dell’espressione.
DISSIMILITUDINI ravvisa la potenziale concordia di strutture linguistiche non sovrapponibili
ma omologhe, contigue nell’esercizio e nell’attitudine di ravvisare elementi compatibili e
concordi senza sottrarli al proprio sistema comunicativo.
Maria Pizzi realizza video-installazioni, mette in movimento asintattico fotografie e immagini
oniriche, introiezioni dell’esperienza ed epifanie del ricordo. Riedita con disincanto
suggestioni da neo-avanguardia, travisate con interferenze pop e incursioni filmiche.
Accelera in sequenze affastellate i lacerti delle esperienze esperite e riflesse. Graffia,
abrade e oblitera per evincere alla fine che l’azione di azzeramento forse era innocente e
ludica. Pizzi decontestualizza la sovrapposizione dei frammenti visivi che ronzano,
sussurrano, gridano collidenti. Accorda derive poetiche con approdi iconoclastici o
irriverenti declinazioni del vivere e del narrare la vita. Opera di decostruzione è la sua, di
smontaggio e nuova messa in opera: asincrona, corrosiva e corrosa. Gli acetati, i pannelli,
i video consolidano una prospettiva aberrata, ma nella contraddizione emerge uno
straordinario disegno lucido e dissacrante.
Maria Grazia Tata percorre le stazioni di un rarefatto avanzamento nel minimalismo degli
accenti, delle misure, degli assemblaggi. La riduzione è sintesi che non azzera, è verbo
annunciato con facondia parsimoniosa. È anche intervento lirico pur senza sottrarsi alla
numerazione simbolica e al controllo formale.
L’artista tende filamenti, tesse tramature di raccordo e pacificazione, opera attingendo
alle arcane civiltà delle origini con sguardo tenace, con determinata volontà di ravvisare
la verità ed estrarla dalla congerie sovrapposta delle sedimentazioni. Risarcisce oggetti
ritrovati nella natura, sui quali il passo umano ha indugiato. I ‘materiali d’inciampo’ non a
caso si mostrano e si manifestano nella loro vera ontologia, quella che lo sciamano, il
filosofo, l’artista hanno visto per primi e della cui οὐσία continuano a rinnovare le storie.
L’atto creativo è immagine di un processo di affioramenti e di agnizioni, di induzioni alla
conoscenza, di rivelazioni. La produzione di Tata è lirico ragionare sulla terrestrità e al
contempo sulla natura spirituale, sacrale, celeste, del micro e del macrocosmo racchiuso
nell’oggetto trovato, nell’organica persistenza arricchita dei significati che le civiltà, le
teorie, gli atti umili e operosi, o le speculazioni del pensiero gli hanno attribuito.
Dino Ignani si inserisce completando una trilogia dialettica nell’economia delle
DISSIMILITUDINI. Aggiunge quelli di Pizzi e di Tata ai ritratti d’artista della speciale galleria
fotografica che ravvisa l’indole attraverso i visi, le attitudini, il confronto tra i soggetti attivi
della creazione e gli esiti della stessa. Innesta dunque un dialogo, si affianca come interlocutore-esegeta, registra il rapporto stretto tra artefice e opera, attraverso una sorta di
ricerca metalinguistica per immagini. Osservatore-osservato-soggetto-atto-oggetto.
Propone una dialettica iconografica e individua il valore selettivo dell’opzione di realtà
chiamata dall’obbiettivo.
La sua è un’indagine sul senso dell’espressione e un’indagine su come far emergere, da
ritratti apparentemente terzi, il carattere morale, la presenza del qui e adesso, la prospettiva della creazione futura, la transitoria sicurezza di chi manipola forme, materiali e tenta
un’affabulazione o esorcizza la precarietà. Ritratti intimi, morali, conoscitivi sono costruiti
con la politezza dello scatto che non si estenua nell’estetismo autoreferenziale. La ricerca
di Ignani è guidata dunque dalla ponderazione dei luoghi e delle inquadrature, dalla
compiutezza della percezione di spazio-figura-azione.
Salvatore Enrico Anselmi
SIMILARITIES
contemporary art exhibition
Dino Ignani
Maria Pizzi
Maria Grazia Tata
Unity in divergence, similarity in the seminal and original research into techniques and their
expressions. Distinctive and at the same time convergent actions, separated by degrees,
coming closer to within three degrees, with the intent of connecting three 'places' of
expression.
DISSIMILARTIES recognizes the potential harmony of linguistic structures that are homologous
but non-overlapping, contiguous in their deployment and with an attitude of knowing
elements that are compatible and in harmony, without subtracting from their own system
of communicating.
Maria Pizzi creates video installations, setting in motion asyntactical photographs and dreamlike images, introjections of experience and epiphanies of memories. She reedits with
descant-like suggestions of the neo-avantguarde, misrepresented by pop interferences
and filmed incursions.
She accelerates the fragments of exhausted and reflected experiences in piled-up sequences. She scratches, abrades and obliterates to infer that, after all, the action of resetting
was perhaps innocent and playful.
Pizzi decontextualizes the overlapping of visual fragments that buzz, whisper, and shout,
colliding.
She tunes poetic drifts with iconoclastic landings or irreverent declinations of life and narrates life.
Hers is a work of deconstruction, of dismantling and new installations: asynchronous, corrosive and corroded. The acetates, panels, and videos consolidate an aberrated perspective,
but in the contradiction emerges an extraordinarily irreverent and playful design.
Maria Grazia Tata runs through the stations of a rarefied progress in the minimalism of
accents, measures, and assemblies. The reduction is a synthesis that does not reset, it is a
verb announced with parsimonious eloquence. It is also lyrical intervention, but without
negating symbolic numbering and formal control.
The artist tends filaments , weaves textures of union and pacification , drawing from the
arcane origins of civilization with a tenacious eye, with a determined will to recognize the
truth and remove it from a jumble of superimposed sediments. She compensates with
objects found in nature, on which the human step has lingered. The roadblocks show up
and manifest themselves, not by chance, in their true ontology, that were first seen by the
shaman, the philosopher, and the artist and for whom ουσία (“being”) continues to retell
the stories. The creative act is the image of a process of outcrops and recognitions, of
inductions to knowledge, of revelations. The production of Tata is lyrical reasoning on terrestrial nature and at the same time on spiritual nature: sacred, celestial, in micro- and macro-cosm, enclosed in the objects found, in the organic persistence enriched by the meanings that civilizations, theories, humble and difficult acts , or the speculation of thought
have attributed to them .
Dino Ignani completes a dialectic trilogy in the economy of the DISSIMILARITIES. To Pizzi
and Tata he adds special photographic portraits that recognize nature through the faces,
the attitudes, and the comparison between subjects actively creating and the outcomes
of their actions. He thus engages in a dialogue, acting as an interlocutor-interpreter, documenting the close relationship between an author and his work, through a kind of meta-linguistic search for images. Observer-observed - person - action - object. He proposes an
iconographic dialectic and records the selective value of the option of reality called out
by the object. His is an investigation into the meaning of the expression and a survey on
how to bring out, from portraits seemingly of third parties, the moral character, the presence of the here and now, the prospect of future creation, the precarious security of those
who manipulate shapes and materials and try to find the moral of a fable or exorcise insecurity. Intimate portraits, morals, and cognitives are built with the politeness of the shot that
does not extend to self- referring aestheticism. The research of Ignani is thus led by the
consideration of places and of framings, and the completeness of the perception of space
- figure - action.
Salvatore Enrico Anselmi
MARIA PIZZI
VIDEOARTE
T E AT R O I N F U M O o v v e r o A F U M E T T O
RITRATTO INNATURALE
VITA TIP TAP
AL DI LÀ AL DI QUA
S. SEBASTIANO
S. SEBASTIANO
CORPUS DOMINA
NATURA MORTA
S. SEBASTIANO
MESSAGGI….
VIDEO BURQA
AHI AHI LA LUNA
CORPO DI BALLO CORPO DI BACCO
MARIA GRAZIA TATA
INSTALLAZIONI
LE OMBRE DEI SOGNI
CRISALIDE
filo, legno
foto Marcello Santini
DIVINITA’ MINORI: GERET
legno, gusci pistacchi, acrilico, ferro
foto Salvatore Di Vilio
COSTELLAZIONE NUOVA (o di ANANKE)
ferro, fiscoli
DIVINITA’ MINORI: MUM
legno, nodo albero, seme albicocca, seme ciliegia, ferro
foto Pasquale Comegna
SONNAMBULA
ferro, rete, gesso
LIBRO MUTO
carta, filo
ARGO
legno, gusci di pistacchi, acrilico
foto Leonilde Cigognetti
AUTUNNO
cortecce, feltro
FIUME CELESTE
feltro, tulle
HAIKU DI PRIMAVERA
corteccia, stoffa giapponese
foto Maurizio Capuano
VIA LATTEA
tela, filo, foglia di cachi, acrilico
foto Lucy Di Fulvio
MOIRE
tela, filo, foglia di cachi, acrilico
foto Dino Ignani
DINO IGNANI
FOTOGRAFIE
R I T R AT T I D I A R T I S T I
GIOVANNI ALBANESE
GIANFRANCO D’ALONZO
SIDIVAL FILA
JANNIS KOUNELLIS
ESTEBAN VILLALTA MARZI
GIUSEPPE MODICA
GIULIA NAPOLEONE
LUIGI ONTANI
MARIA PIZZI
RUGGERO SAVINIO
PINUCCIO SCIOLA
MARIA GRAZIA TATA
S IMILITU D IN I
DINO IGNANI
MARIA PIZZI
MARIA GRAZIA TATA
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DINO IGNANI
FOTOGRAFIE
R I T R AT T I D I A R T I S T I
MARIA PIZZI
VIDEOARTE
T E AT R O I N F U M O o v v e r o A F U M E T T O
MARIA GRAZIA TATA
INSTALLAZIONI
LE OMBRE DEI SOGNI
S C U D E R I E D I
S O R I A N O
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P A L A Z Z O C H I G I A L B A N I
N E L
C I M I N O
( V T )
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3 0
L U G L I O
2 0 1 6
SIMILITUDINI
MOSTRA D’ARTE CONTEMPORANEA
a cura di
SALVATORE ENRICO ANSELMI
CON LA COLLABORAZIONE:
COOPERATIVA SOCIALE IL CAMALEONTE - SORIANO NEL CIMINO
GALLERIA SINOPIA EVENTI - ROMA
Maria Pizzi ringrazia per la collaborazione fotografica Dino Ignani e
Massimiliano Ruta e per la regia elettromeccanica Felice Farina
Maria Grazia Tata ringrazia gli amici fotografi
SIMILITUDINI
mostra d’arte contemporanea
Dino Ignani
Maria Pizzi
Maria Grazia Tata
Unità nella divergenza, similitudine nella precipua e originale ricerca delle tecniche e dei
linguaggi. Atti distintivi e nel contempo convergenti, separazioni per gradi, per tre gradi
ravvicinati, nell’intento di raccordare tre ‘luoghi’ dell’espressione.
DISSIMILITUDINI ravvisa la potenziale concordia di strutture linguistiche non sovrapponibili
ma omologhe, contigue nell’esercizio e nell’attitudine di ravvisare elementi compatibili e
concordi senza sottrarli al proprio sistema comunicativo.
Maria Pizzi realizza video-installazioni, mette in movimento asintattico fotografie e immagini
oniriche, introiezioni dell’esperienza ed epifanie del ricordo. Riedita con disincanto
suggestioni da neo-avanguardia, travisate con interferenze pop e incursioni filmiche.
Accelera in sequenze affastellate i lacerti delle esperienze esperite e riflesse. Graffia,
abrade e oblitera per evincere alla fine che l’azione di azzeramento forse era innocente e
ludica. Pizzi decontestualizza la sovrapposizione dei frammenti visivi che ronzano,
sussurrano, gridano collidenti. Accorda derive poetiche con approdi iconoclastici o
irriverenti declinazioni del vivere e del narrare la vita. Opera di decostruzione è la sua, di
smontaggio e nuova messa in opera: asincrona, corrosiva e corrosa. Gli acetati, i pannelli,
i video consolidano una prospettiva aberrata, ma nella contraddizione emerge uno
straordinario disegno lucido e dissacrante.
Maria Grazia Tata percorre le stazioni di un rarefatto avanzamento nel minimalismo degli
accenti, delle misure, degli assemblaggi. La riduzione è sintesi che non azzera, è verbo
annunciato con facondia parsimoniosa. È anche intervento lirico pur senza sottrarsi alla
numerazione simbolica e al controllo formale.
L’artista tende filamenti, tesse tramature di raccordo e pacificazione, opera attingendo
alle arcane civiltà delle origini con sguardo tenace, con determinata volontà di ravvisare
la verità ed estrarla dalla congerie sovrapposta delle sedimentazioni. Risarcisce oggetti
ritrovati nella natura, sui quali il passo umano ha indugiato. I ‘materiali d’inciampo’ non a
caso si mostrano e si manifestano nella loro vera ontologia, quella che lo sciamano, il
filosofo, l’artista hanno visto per primi e della cui οὐσία continuano a rinnovare le storie.
L’atto creativo è immagine di un processo di affioramenti e di agnizioni, di induzioni alla
conoscenza, di rivelazioni. La produzione di Tata è lirico ragionare sulla terrestrità e al
contempo sulla natura spirituale, sacrale, celeste, del micro e del macrocosmo racchiuso
nell’oggetto trovato, nell’organica persistenza arricchita dei significati che le civiltà, le
teorie, gli atti umili e operosi, o le speculazioni del pensiero gli hanno attribuito.
Dino Ignani si inserisce completando una trilogia dialettica nell’economia delle
DISSIMILITUDINI. Aggiunge quelli di Pizzi e di Tata ai ritratti d’artista della speciale galleria
fotografica che ravvisa l’indole attraverso i visi, le attitudini, il confronto tra i soggetti attivi
della creazione e gli esiti della stessa. Innesta dunque un dialogo, si affianca come interlocutore-esegeta, registra il rapporto stretto tra artefice e opera, attraverso una sorta di
ricerca metalinguistica per immagini. Osservatore-osservato-soggetto-atto-oggetto.
Propone una dialettica iconografica e individua il valore selettivo dell’opzione di realtà
chiamata dall’obbiettivo.
La sua è un’indagine sul senso dell’espressione e un’indagine su come far emergere, da
ritratti apparentemente terzi, il carattere morale, la presenza del qui e adesso, la prospettiva della creazione futura, la transitoria sicurezza di chi manipola forme, materiali e tenta
un’affabulazione o esorcizza la precarietà. Ritratti intimi, morali, conoscitivi sono costruiti
con la politezza dello scatto che non si estenua nell’estetismo autoreferenziale. La ricerca
di Ignani è guidata dunque dalla ponderazione dei luoghi e delle inquadrature, dalla
compiutezza della percezione di spazio-figura-azione.
Salvatore Enrico Anselmi
SIMILARITIES
contemporary art exhibition
Dino Ignani
Maria Pizzi
Maria Grazia Tata
Unity in divergence, similarity in the seminal and original research into techniques and their
expressions. Distinctive and at the same time convergent actions, separated by degrees,
coming closer to within three degrees, with the intent of connecting three 'places' of
expression.
DISSIMILARTIES recognizes the potential harmony of linguistic structures that are homologous
but non-overlapping, contiguous in their deployment and with an attitude of knowing
elements that are compatible and in harmony, without subtracting from their own system
of communicating.
Maria Pizzi creates video installations, setting in motion asyntactical photographs and dreamlike images, introjections of experience and epiphanies of memories. She reedits with
descant-like suggestions of the neo-avantguarde, misrepresented by pop interferences
and filmed incursions.
She accelerates the fragments of exhausted and reflected experiences in piled-up sequences. She scratches, abrades and obliterates to infer that, after all, the action of resetting
was perhaps innocent and playful.
Pizzi decontextualizes the overlapping of visual fragments that buzz, whisper, and shout,
colliding.
She tunes poetic drifts with iconoclastic landings or irreverent declinations of life and narrates life.
Hers is a work of deconstruction, of dismantling and new installations: asynchronous, corrosive and corroded. The acetates, panels, and videos consolidate an aberrated perspective,
but in the contradiction emerges an extraordinarily irreverent and playful design.
Maria Grazia Tata runs through the stations of a rarefied progress in the minimalism of
accents, measures, and assemblies. The reduction is a synthesis that does not reset, it is a
verb announced with parsimonious eloquence. It is also lyrical intervention, but without
negating symbolic numbering and formal control.
The artist tends filaments , weaves textures of union and pacification , drawing from the
arcane origins of civilization with a tenacious eye, with a determined will to recognize the
truth and remove it from a jumble of superimposed sediments. She compensates with
objects found in nature, on which the human step has lingered. The roadblocks show up
and manifest themselves, not by chance, in their true ontology, that were first seen by the
shaman, the philosopher, and the artist and for whom ουσία (“being”) continues to retell
the stories. The creative act is the image of a process of outcrops and recognitions, of
inductions to knowledge, of revelations. The production of Tata is lyrical reasoning on terrestrial nature and at the same time on spiritual nature: sacred, celestial, in micro- and macro-cosm, enclosed in the objects found, in the organic persistence enriched by the meanings that civilizations, theories, humble and difficult acts , or the speculation of thought
have attributed to them .
Dino Ignani completes a dialectic trilogy in the economy of the DISSIMILARITIES. To Pizzi
and Tata he adds special photographic portraits that recognize nature through the faces,
the attitudes, and the comparison between subjects actively creating and the outcomes
of their actions. He thus engages in a dialogue, acting as an interlocutor-interpreter, documenting the close relationship between an author and his work, through a kind of meta-linguistic search for images. Observer-observed - person - action - object. He proposes an
iconographic dialectic and records the selective value of the option of reality called out
by the object. His is an investigation into the meaning of the expression and a survey on
how to bring out, from portraits seemingly of third parties, the moral character, the presence of the here and now, the prospect of future creation, the precarious security of those
who manipulate shapes and materials and try to find the moral of a fable or exorcise insecurity. Intimate portraits, morals, and cognitives are built with the politeness of the shot that
does not extend to self- referring aestheticism. The research of Ignani is thus led by the
consideration of places and of framings, and the completeness of the perception of space
- figure - action.
Salvatore Enrico Anselmi
MARIA PIZZI
VIDEOARTE
T E AT R O I N F U M O o v v e r o A F U M E T T O
RITRATTO INNATURALE
VITA TIP TAP
AL DI LÀ AL DI QUA
S. SEBASTIANO
S. SEBASTIANO
CORPUS DOMINA
NATURA MORTA
S. SEBASTIANO
MESSAGGI….
VIDEO BURQA
AHI AHI LA LUNA
CORPO DI BALLO CORPO DI BACCO
MARIA GRAZIA TATA
INSTALLAZIONI
LE OMBRE DEI SOGNI
CRISALIDE
filo, legno
foto Marcello Santini
DIVINITA’ MINORI: GERET
legno, gusci pistacchi, acrilico, ferro
foto Salvatore Di Vilio
COSTELLAZIONE NUOVA (o di ANANKE)
ferro, fiscoli
DIVINITA’ MINORI: MUM
legno, nodo albero, seme albicocca, seme ciliegia, ferro
foto Pasquale Comegna
SONNAMBULA
ferro, rete, gesso
LIBRO MUTO
carta, filo
ARGO
legno, gusci di pistacchi, acrilico
foto Leonilde Cigognetti
AUTUNNO
cortecce, feltro
FIUME CELESTE
feltro, tulle
HAIKU DI PRIMAVERA
corteccia, stoffa giapponese
foto Maurizio Capuano
VIA LATTEA
tela, filo, foglia di cachi, acrilico
foto Lucy Di Fulvio
MOIRE
tela, filo, foglia di cachi, acrilico
foto Dino Ignani
DINO IGNANI
FOTOGRAFIE
R I T R AT T I D I A R T I S T I
GIOVANNI ALBANESE
GIANFRANCO D’ALONZO
SIDIVAL FILA
JANNIS KOUNELLIS
ESTEBAN VILLALTA MARZI
GIUSEPPE MODICA
GIULIA NAPOLEONE
LUIGI ONTANI
MARIA PIZZI
RUGGERO SAVINIO
PINUCCIO SCIOLA
MARIA GRAZIA TATA
S IMILITU D IN I
DINO IGNANI
MARIA PIZZI
MARIA GRAZIA TATA