Tra le carte del Mondo salvato dai ragaz

  

LA FILOLOGIA

DEI TESTI D’AUTORE

Atti del Seminario di Studi

(Università degli Studi Roma Tre, 3-4 ottobre 2007)

a cura di

Simona Brambilla e Maurizio Fiorilla

  

`E vietata la traduzione, la memorizzazione elettronica, la riproduzione totale o parziale con

qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Le riproduzioni

di manoscritti e testimoni a stampa vengono pubblicate su concessione del Ministero per i

Beni e le Attività Culturali.

  

La pubblicazione di questo volume è stata realizzata con i contributi della Società dei Filo-

logi della Letteratura Italiana e del Dipartimento di Italianistica dell’Università degli Studi

Roma Tre.

  ISBN 978-88-7667-361-0 © 2009 Franco Cesati Editore Via Guasti, 2 - 50134 Firenze

In copertina: Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi, seconda minuta (incipit con titolo

Gli Sposi promessi). Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Sala Manzoniana, B III 1, c. 7r.

  Maurizio Fiorilla TRA LE CARTE DEL MONDO SALVATO DAI RAGAZZINI

  DI ELSA MORANTE: PER LA GENESI DI ADDIO

  1. Introduzione

  Fu a proposito di queste innumerevoli serie di pezzetti di carta che il fratello

maggiore osservò un bel giorno: «Non so se Gertrude abbia più ingegno di tutti voi,

di questo non m’intendo, ma una cosa che ho sempre notato è che voi dipingete e

scrivete e non siete mai soddisfatti, e allora buttate via tutto o fate a pezzi; lei non

dice mai se è soddisfatta o no, lei ricopia tante volte ma non butta mai via neanche

dei pezzetti di carta dove ha scritto qualcosa».

  Questo passo dell’Autobiografia di Alice Toklas di Gertrude Stein (che ho 1 citato qui nella traduzione di Cesare Pavese) si adatta bene ad illustrare il metodo di lavoro seguito da Elsa Morante nella composizione delle sue ope- re, in particolare nella stesura del Mondo salvato dai ragazzini. Esaminando le carte del suo scrittoio si rimane subito colpiti dalla presenza di molte e conti- gue stesure di intere sezioni del testo, più volte riscritte e modificate, e poi, a breve distanza di tempo, di nuovo ricopiate e ricorrette da capo. La scrittrice ha conservato tutte le varie versioni del testo elaborate nel corso del tempo, compresi abbozzi e primissime stesure, limitandosi semplicemente, e solo in alcuni casi, a cassare, con tratti orizzontali e verticali, redazioni che riteneva evidentemente ormai superate o trascritte più ordinatamente altrove.

  Elsa Morante lavorò al Mondo salvato dai ragazzini soprattutto nel corso del 1966 e nella prima metà del 1967, come da lei stessa dichiarato nella nota 2 introduttiva alla seconda edizione dell’opera, ma la stesura del libro era ini- ziata qualche anno prima (sicuramente già nel 1964), con ogni probabilità a 1 2 G. Stein, Autobiografia di Alice Toklas, Torino, Einaudi, 1938, p. 69. 2 Cfr. E. Morante, Il mondo salvato dai ragazzini e altri poemi, Torino, Einaudi, 1971

(«Gli struzzi», 19), p. VI. Da qui in poi seguirò nelle citazioni sempre la prima edizione, uscita

  

nel 1968 nei «Supercoralli» di Einaudi (usata come edizione di riferimento nella catalogazione

delle carte autografe dell’opera).

  

Maurizio Fiorilla

  seguito della definitiva interruzione del romanzo Senza i conforti della religio-

3 Le carte autografe del Mondo salvato dai ragazzini, donate dagli eredi ne.

  della scrittrice (per sua esplicita volontà) nel 1989 alla Biblioteca Nazionale di Roma (insieme a quelle delle altre sue opere edite), sono attualmente con- servate presso il Dipartimento di manoscritti e rari nel fondo Vittorio Ema-

  

nuele con la segnatura 1622. Sono costituite da cinque quaderni formato al-

  bum (interamente manoscritti), cinque cartelle di fogli sciolti di varie dimen- sioni (contenenti abbozzi e varie stesure manoscritte e dattiloscritte) e infine

  4 da una sesta cartella con il dattiloscritto finale e le bozze di stampa.

  Tutto questo materiale, che attende ancora una adeguata e attenta valuta- zione critica, permette di seguire nel dettaglio, a diversi livelli, la composizio- ne dell’opera, caratterizzata da una struttura assai complessa e non facilmen- te collocabile all’interno dei generi letterari tradizionali. Di particolare inte- resse sono soprattutto i cinque quaderni che, al di là della ricostruzione di un percorso variantistico, consentono di recuperare significativi elementi sulla genesi di alcune sezioni del testo e di individuare chiavi di lettura nascoste in singoli componimenti. Si tratta di quaderni di formato rettangolare (utilizzati anche per la stesura di altre opere come L’isola di Arturo o La Storia), costi- tuiti da fogli mobili, tenuti insieme da viti di ottone e chiusi da una coperta di cartoncino rigido. Sul recto delle carte si sviluppa il testo, mentre il verso del- la precedente viene in genere lasciato bianco e utilizzato per revisioni, corre- zioni, inserimenti successivi, annotazioni di varia tipologia (si va da postille di carattere letterario a note personali). All’interno dei quaderni la Morante ha appuntato anche versi di poeti antichi e moderni (da Sofocle a Hölderlin, Dy- lan Thomas, Allen Ginsberg) e persino citazioni da brani musicali con riferi-

  5 mento alla sua collezione di dischi. 3 Cfr. S. Cives, Elsa Morante «senza i conforti della religione», in Le stanze di Elsa. Dentro

la scrittura di Elsa Morante. Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, 27 aprile-3 giugno 2006, a

cura di G. Zagra e S. Buttò, Roma, Colombo, 2006, pp. 49-65, alle pp. 49-55. 4 Si veda innanzitutto M.M. Breccia Fratadocchi, Vitt. Em. 1622, in Catalogo dei mss.

  

“Vittorio Emanuele”, Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, vol. IV, pp. 250-59, insieme a

Ead.,

  Le carte di Elsa Morante: criteri di schedatura, in I manoscritti di Elsa Morante e altri studi,

Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, 1995 («BVE Quaderni», 3), pp.

  

13-18; cfr. poi la scheda di S. Cives in Le stanze di Elsa, cit., pp. 130-31. Alle carte fin qui se-

gnalate se ne dovranno aggiungere altre, recentemente depositate presso la Biblioteca Naziona-

le Centrale di Roma, non ancora catalogate: la coperta strappata da un quaderno sui cui la Mo-

rante scrisse dei versi per Bill Morrow (cfr. Cives, Elsa Morante, cit., p. 53) e una cartella conte-

nente altri due dattiloscritti del Mondo salvato dai ragazzini e varie bozze di stampa con corre-

zioni della Canzone degli F.P. e degli I.M. (si tratta delle bozze del testo uscito in «Nuovi

argomenti», n.s., 1967, 7-8, pp. 127-53). Desidero ringraziare la dott. ssa Giuliana Zagra, che si

sta occupando della catalogazione di questo materiale, per avermi permesso di prenderne visio-

ne anticipatamente e per i preziosi suggerimenti ricevuti nel corso della ricerca. 5 Cfr. G. Zagra, I manoscritti di Elsa Morante alla Biblioteca Nazionale di Roma, in I ma-

noscritti di Elsa Morante, cit., pp. 1-12, alle pp. 7-8; Cives, Elsa Morante, cit., pp. 52-55; sui

  

Tra le carte del Mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante: per la genesi di Addio

  Registrare interamente questa grande quantità di testi e paratesti sarebbe operazione alquanto onerosa e forse non utile fino in fondo; l’accumulo di un numero eccessivo di varianti e correzioni porterebbe infatti alla costruzione di apparati critici di difficile e faticosa consultazione. All’edizione genetica integrale è preferibile una selezione ragionata del materiale manoscritto e dattiloscritto, da esaminare e valutare non solo nella sua progressione vertica- le (una versione che supera l’altra), ma anche in senso orizzontale, visto che in certi casi la Morante continuava a tenere sul tavolo di lavoro anche vecchie stesure dello stesso testo (apparentemente superate dalle nuove). Tali reda- zioni potevano costituire fino all’ultimo una via alternativa per lo sviluppo 6 del testo o contenere varianti da rimettere in gioco. Dopo una prima ricognizione effettuata su tutti i quaderni e le cartelle del V. E. 1622, ho scelto di avviare uno studio più approfondito delle carte a partire da Addio, la prima delle tre sezioni del Mondo salvato dai ragazzini. Tale sezione è costituita da un componimento lirico diviso in due parti con- 7 trassegnate con «I» e «II». Non essendo possibile in questa sede esaminare interamente il testo (vista la sua estensione e le numerose stesure con varianti conservate dalla scrittrice), mi limiterò a presentare un’analisi dei versi della parte I, con rimandi però, là dove opportuno, anche a quelli della parte II (mi riferisco soprattutto a quei casi in cui il loro percorso genetico risulta strettamente intrecciato).

  Nelle pagine successive mi soffermerò per prima cosa sul destinatario di

  

Addio, senza alcun dubbio da identificare in Bill Morrow (§ 2); fornirò quin-

  di alcune indicazioni generali sull’ordinamento delle carte del V. E. 1622 e presenterò una ricostruzione delle diverse fasi compositive della parte I (§ 3), cui seguirà l’analisi più dettagliata di una scelta di varianti (§ 5); darò anche brevi notizie (ricavate principalmente da un esame degli appunti lasciati dalla Morante nei suoi quaderni) sui contorni che prese il progetto del Mondo sal-

  

vato dai ragazzini all’altezza cronologica in cui la scrittrice lavorava alla prima

sezione del libro (§ 4).

quaderni di lavoro della Morante si veda anche G. Zagra, Le stanze di Elsa. Appunti sul labora-

torio di scrittura di Elsa Morante, in Le stanze di Elsa, cit., pp. 3-9, alle pp. 7-9. 6 Alla ricostruzione del percorso genetico potrebbe giovare anche il confronto con i ma-

noscritti di opere precedenti. Tra le carte autografe dell’Isola di Arturo è possibile ad esempio

individuare, in pagine non confluite nella redazione finale del romanzo, materiali ripresi nel

Mondo salvato dai ragazzini (cfr. qui n. 42). 7 Cfr. Morante, Il mondo salvato dai ragazzini, cit., pp. 7-21. Per una bella lettura del

componimento cfr. M. Bardini, Morante Elsa. Italiana. Di professione, poeta, Pisa, Nistri-

Lischi, 1999, pp. 618-35.

  

Maurizio Fiorilla

  2. Il destinatario 8 I versi di Addio (il cui titolo era originariamente Per una morte) nascono da una tragica esperienza autobiografica: la scomparsa di Bill Morrow, che la Morante aveva conosciuto a New York nel 1959 e a cui si era profondamente legata negli anni successivi. Il giovane pittore americano morì precipitando 9 da un grattacielo il 30 aprile 1962. Bill Morrow non viene mai menzionato esplicitamente all’interno dei versi ma numerose sono le allusioni che per- mettono di identificarlo come sicuro destinatario di tutta questa prima sezio- 10 ne del libro. Si ricordi poi che l’intero Mondo salvato dai ragazzini è legato a

  Bill Morrow anche attraverso le sue copertine, in cui si succedono due dei suoi quadri: Le sbarre (nella prima edizione pubblicata nei «Supercoralli» di Einaudi nel 1968) e Viva Fidel (nella seconda edizione uscita nel 1971, sem- 11 pre per Einaudi, nella collana «Gli struzzi»). Simona Cives ha pubblicato inoltre alcuni versi autografi, datati «15 giugno ’66», appartenenti allo stesso nucleo tematico di Addio, che recano le iniziali «B. M.», ipotizzando potesse- 12 ro costituire un primo abbozzo della stessa poesia. Il componimento si tro- va sul verso della coperta strappata di un quaderno (dello stesso tipo degli al- tri contenuti nel V. E. 1622), depositata recentemente dagli eredi presso la Biblioteca Nazionale ma non ancora catalogata (cfr. qui n. 4); il quaderno do- veva in origine far parte delle carte di lavoro del Mondo salvato dai ragazzini (cfr. anche n. 25). Come si mostrerà nel dettaglio più avanti (cfr. § 3), una ste- sura manoscritta molto avanzata della prima parte di Addio reca la data «giu- gno 1965»; i versi per Bill Morrow lasciati dalla scrittrice sul piatto del qua- derno non possono dunque ritenersi un primo abbozzo del componimen- to. Ho avuto modo di discutere recentemente del problema con Giuliana Za- gra e con la stessa Simona Cives. L’ipotesi più probabile è che possa trattarsi in realtà di una poesia di dedica poi scartata, sul tipo di quelle lasciate nei piatti dei quaderni di Menzogna e sortilegio (a «F. L.» e «R. T.»), anch’esse 8 Cfr. Cives, Elsa Morante, cit., p. 53; sulle vicende relative al cambiamento del titolo tor- nerò con maggiori dettagli più avanti (cfr. § 5). 9 Cfr. E. Morante, Opere, a cura di C. Cecchi e C. Garboli, I-II, Milano, Mondadori, 1988-1990, vol. I, pp. LXXI-LXXVI. 10 Come segnalato da Bardini, già Pasolini nella sua recensione in versi al Mondo salvato

dai ragazzini scriveva: «Quanto a Bill, sta, tutto solo, nel Proprologo» (P.P. Pasolini, Transu-

  

manar e organizzar, Milano, Garzanti, 1971, p. 34); cfr. Bardini, Morante Elsa, cit., p. 622 n. 13.

Si veda poi la Prefazione di C. Garboli a E. Morante, Alibi, Milano, Garzanti, 1990, pp. 6-24,

a p. 21; da ultima cfr. A. Dell’Orca, Le illustrazioni di copertina dei romanzi di Elsa Morante,

in Le stanze di Elsa, cit., pp. 87-100, a p. 97 n. 12 (con ulteriore bibliografia). 11 12 Cfr. Dell’Orca, Le illustrazioni di copertina, cit., pp. 96-98.

  Cfr. Cives, Elsa Morante, cit., p. 53.

  

Tra le carte del Mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante: per la genesi di Addio

  poi eliminate, o di quella posta in apertura dell’Isola di Arturo (a «Remo 13 N.»).

  Segnalo infine che un brano lasciato dalla scrittrice in un’agenda del 1964, a due anni di distanza dal tragico evento (inizia infatti con le parole «Due anni da quel 30 aprile [...]»), contiene un sofferto lamento per la morte del pittore americano che presenta qualche affinità tematica e persino un contatto testuale con i versi di Addio: verso la fine della pagina si legge «Quella sensazione terribile – come una sirena – Dormire dormire – Cadere 14 volare –»; il riferimento alla sirena (collegato al ricordo della morte) ritorna 15 nel verso «La tua morte è una voce di sirena».

  3. Descrizione e ordinamento delle carte Prima di entrare nel percorso genetico del testo è opportuno fornire alcu- ne indicazioni circa l’attuale disposizione delle carte del V. E. 1622. Dopo la donazione alla Biblioteca Nazionale, il riordinamento degli autografi della Morante fu curato dall’Istituto del Catalogo Unico con la collaborazione del- l’Archivio di Stato di Napoli. Le carte sono state, in quella circostanza, con- temporaneamente anche microfilmate e riprodotte in microfiche; questo pri- mo ordinamento è stato alla base del lavoro di sistemazione e schedatura svolto poi dal Dipartimento di Manoscritti e Rari della Biblioteca Nazionale 16 di Roma. Essendo già state le carte microfilmate a Napoli, come mi ha spie- gato Margherita Breccia Fratadocchi (che si è occupata della loro cataloga- zione), si è preferito non intervenire sul primo ordinamento per non creare discordanze tra la numerazione definitiva dei fogli e quella dei microfilm e delle microfiche. `E possibile del resto che l’ordinamento attuale corrisponda a quello con cui la stessa Morante aveva organizzato le sue carte; tale ordina- mento non coincide però sempre con quello progressivo delle diverse stesure 13 La sigla «F. L.» dovrebbe riferirsi a Francesco Lomonaco (vero padre della scrittrice,

  

morto suicida nel 1943), mentre resta misteriosa la figura di «R. T.»; «Remo N.» sta per «Remo

Natales», che è anagramma di «Elsa Morante» (come la stessa scrittrice svela in un foglietto rin-

venuto tra le carte dell’Isola di Arturo). Per un esame delle due dediche si rimanda a Bardini,

Morante Elsa, cit., pp. 33-42, 84-87, 274-81; G. Zagra, Il racconto di due prigionieri, in Le stan-

ze di Elsa, cit., pp. 23-36, alle pp. 27-29; Ead., I nomi nascosti nella dedica dell’‘Isola di Arturo’,

«L’Ellisse», III, 2008, in corso di stampa. Si ricordi inoltre che versi di dedica sono stati inseriti

dalla Morante all’inizio di Menzogna e sortilegio («Dedica per Anna / ovvero / alla Favola») e

dello Scialle andaluso («Dedica / a Lucia»); dediche con iniziali puntate si incontrano anche in

alcuni componimenti di Alibi: Allegoria («ovvero due fiabe per N. N.»), Il gatto dell’uccellino

(«Scherzo – Dedicato a S. P.»): cfr. Morante, Alibi, cit., pp. 87 e 95. 14 La pagina dell’agenda è riportata per intero in Morante, Opere, vol. I, pp. LXXVII- LXVIII. 15 Morante, 16 Il mondo salvato dai ragazzini, cit., p. 10.

  

Per ulteriori dettagli cfr. Breccia Fratadocchi, Le carte di Elsa Morante, cit.

  

Maurizio Fiorilla

  prodotte nel tempo, almeno per quello che ho potuto costatare limitatamente ad Addio. L’alto numero di rifacimenti di singole sezioni del testo, accompa- gnate da continue cancellature e varianti alternative lasciate nei margini e nel- le interlinee, spesso vergate in tempi diversi (come si ricava anche dai vari in- chiostri utilizzati), complica notevolmente in certi casi la ricostruzione del percorso genetico del testo.

  I fogli in cui sono contenute le stesure di Addio elaborate dalla scrittrice nel tempo si trovano in varie sezioni del V. E. 1622 (insieme alle carte di lavo- ro del resto dell’opera): nel Quaderno I (cc. 1r-3r, 5r-9r e 19r-35r) e nelle Cartelle I (cc. 1r-44r), II (cc. 1r-9r), VIa (cc. 1r-13r), VIb (cc. 4r-5r) e VIc (cc. 1r-16r). Particolarmente complesso risulta il riordinamento dei fogli sciolti contenuti nella Cartella I, che conserva materiali manoscritti relativi alle pri- me fasi del processo compositivo di Addio, insieme a stesure intermedie e versioni dattiloscritte collocabili ad uno stato redazionale molto avanzato.

  Fornirò qui di seguito un quadro della complessa situazione delle carte relative alla parte I (dai primi abbozzi fino alle bozze di stampa), che ho rico- struito principalmente attraverso l’analisi di testi e paratesti (ma in certi casi anche sulla base di elementi ricavati da un esame materiale dei fogli); mi sof- fermerò quindi brevemente sulle carte che contengono i versi della parte II.

  Per prima cosa riporto qui di seguito, come punto di riferimento, il testo 17 definitivo di Addio I (è mia la numerazione dei versi):

  Dal luogo illune del tuo silenzio mi riscuote ogni giorno l’urlo del mattino. O notte celeste senza resurrezione perdonami se torno ancora a queste voci.

  Io premo l’orecchio sulla terra

  5 a un’eco assurda dei battiti sepolti. Dietro la belva in fuga irraggiungibile mi butto sulla traccia del sangue.

  Voglio salvarti dalla strage che ti ruba e riportarti nel tuo lettuccio a dormire.

  10 Ma tu vergognoso delle tue ferite mascheri i cammini della tua tana. Io fingo e rido in un ballo disperato per distrarti dall’orrenda mestizia ma i tuoi occhi scolorati di sotto le palpebre

  15 17 non ammiccano più ai miei trucchi d’amore.

  Morante, Il mondo salvato dai ragazzini, cit., pp. 9-10.

  

Tra le carte del Mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante: per la genesi di Addio

Alla ricerca dei tuoi colori del tuo sorriso io corro le città lungo una pista confusa. Ogni ragazzo che passa è una morgana. Io credo di riconoscerti, per un momento.

  20 E mendicando rincorro lo sventolio di un ciuffetto o una maglietta rossa che scantona... Ma tu rintanato nel tuo freddo nascondiglio disprezzi la mia commedia miserabile.

  Buffone inutile io deliro per le vie

  25 dove ogni fiato vivente ti rinnega. Poi, la sera, rovescio sulla soglia deserta un carniere di piume insanguinate.

  E chiedo una tenerezza al buio della stanza, almeno una decadenza della memoria, 30 la senilità, l’equivoco del tempo volgare che medica ogni dolore...

  Ma la tua morte cresce ogni giorno. E in questa piena che monta io cado e mi ravvento in corsa dirotta, per un segno,

  35 un punto nella tua direzione. O nido irraggiungibile e caro, non c’è passo terrestre che mi porti a te. Forse fuori dai giorni e dai luoghi? La tua morte è una voce di sirena.

  40 Forse attraverso una perdizione? o una grazia? o in quale veleno? in quale droga? forse nella ragione? forse nel sonno? La tua morte è una voce di sirena.

  Voglia di un sonno che pare una tua dolcezza

  45 ma è stata già l’impostura dove ti ho perso! La tua morte è una voce di sirena che vorrebbe sviarmi da te nelle sue fosse.

  Forse, io devo accettare tutte le norme del campo: ogni degradazione, ogni pazienza.

  50 Non posso scavalcare questa rete spinata

  

Maurizio Fiorilla

mentre al tuo grido innocente non c’è risposta.

  La tua morte è una luce accecante nella notte è una risata oscena nel cielo del mattino. Io sono condannata al tempo e ai luoghi

  55 finché lo scandalo si consumi su di me. Io devo, qui, trescare e patteggiare con la belva per rubarle il segreto del mio tesoro. O pudore di una infanzia uccisa, perdonami questa indecenza di sopravvivere.

  60 Le prime 16 carte della Cartella I raccolgono abbozzi e prime stesure ma-

  noscritte del componimento, caratterizzate da varianti e correzioni, coeve alla stesura o depositate in tempi successivi: alle cc. 2r-4r si trovano, su fogli di al- bum da disegno, tre diverse stesure di un abbozzo di pochi versi (in parte ri- 18 presi e rielaborati ai vv. 9-10 e 31-35); le cc. 11r-13r conservano, su fogli 19 dello stesso tipo, prime redazioni dei vv. 1-16, 24-25, 33-35, 53-54, mentre le cc. 6bis-10r e 16v contengono varie stesure dei vv. 41-60, vergate su fogli di 20 diverso formato. All’interno di alcune di queste carte sono presenti anche 21 versi che saranno espunti o rielaborati e spostati in Addio II. 18 Le carte sono racchiuse in un foglio di formato più grande piegato in due parti (cc. 1 e

  

5); sulla prima facciata (c. 1r) si legge «“Addio”». La scrittrice avrà voluto tenere separati i testi

di queste prime carte, che costituivano il nucleo più antico del componimento, dalle altre pre-

senti nella stessa cartella, raccolte all’interno di un foglio di formato identico (cc. 6 e 44), an-

ch’esso contrassegnato con «Addio» sul recto della prima facciata (c. 6r). 19 Queste tre carte, molto uniformi dal punto di vista grafico, appartengono con ogni pro-

babilità alla fase successiva al primo abbozzo, in cui il componimento comincia a essere orga-

nizzato dall’autrice in strofe di quattro versi. Gli interventi sul testo sono quasi tutti coevi alla

stesura, eccetto forse due casi in cui risultano vergati con diverso inchiostro: la correzione di

«insaziabile» in «illune» (v. 1) a c. 11r e la variante «accecante» apposta sopra l’aggettivo «ag-

ghiacciante» (v. 53) a c. 12r. Diverse sono le varianti rispetto alla redazione finale: i vv. 24-25

erano ad esempio uniti in una stessa strofa in posizione invertita («Buffone inutile io deliro per

le vie / tu sprezzante non badi alla mia commedia», c. 13r); così anche in una strofa (alla fine in-

teramente cassata) a c. 12r, in cui erano seguiti da prime versioni dei vv. 53-54. 20 La c. 14r è bianca. A c. 15r si leggono i seguenti versi (appuntati velocemente con una

penna rossa): «Tu lo sai che la fanciullezza non può durare» e «Chi da un fanciullo amato rice-

ve la [segue espunto gioia] felicità / non vede in lui che gioia, nell’allegria luminosa». I tre versi,

rielaborati a c. 33v del Quaderno II (con la stessa penna rossa), “transiteranno” nella seconda

parte di Addio: «Tu lo sapevi che le fanciullezze sulla terra / sono un passaggio di barbari divini

[...] Chi è vecchio, se è felice nella presenza di un ragazzo, / non vede in lui che allegria. Nien-

t’altro vede» (Morante, Il mondo salvato dai ragazzini, cit., p. 20). 21 Alcuni dei versi presenti alle cc. 6bis, 7, 8r, 9, 10r, passando per varie fasi di elaborazio-

ne, diventeranno: «Tu sei partito credendo di giocare alla fuga. / Era per fare il bravo, la tua

smorfia d’addio. / Al solito! Che poi ti brandisci nella tua stanzuccia / minaccioso dietro le por-

te sbarrate / come un gran capitano nel suo forte supremo. / Guai per l’audace che si arrischi

  

Tra le carte del Mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante: per la genesi di Addio

  Nei primi nove fogli che compongono la Cartella II, che hanno lo stesso formato dei quaderni (e sono legati insieme con un semplice cordoncino), la Morante ha iniziato a trascrivere una stesura più avanzata del componimento (anche se caratterizzata ancora da molte correzioni e rifacimenti): per la pri- ma volta compare il titolo Per una morte; le strofe presenti alle cc. 11r-13r della Cartella I, variamente rielaborate con l’inserimento dei vv. 17-23 e 26-44, vengono numerate e riportate in una sequenza che diventerà quella

  22 definitiva (cfr. fig. 1). La trascrizione si ferma alla strofa numero «11» (vv.

  23

  1-44) a c. 9r. La numerazione prosegue con inchiostro rosso riprendendo dalla stessa strofa 11 (esattamente dove si era interrotta) alle cc. 7v, 9v e 10r della Cartella I, in cui si sono stratificate anche molte correzioni e varianti al- ternative vergate con diversi inchiostri e in cui i testi sono alla fine sempre

  24

  sbarrati con tratti verticali (cfr. fig. 2). Non si può escludere con assoluta certezza che la Morante, invece di ritrascrivere da capo le strofe successive, abbia preferito proseguire il lavoro riutilizzando precedenti versioni stese su fogli sciolti (le cc. 7v, 9v e 10r della Cartella I), come sembrerebbe a prima vi- sta suggerire l’inserimento forzato della numerazione, con diverso inchiostro, all’estremità sinistra del foglio (cfr. fig. 2). Più probabilmente però i versi ste- si sui fogli conservati nella Cartella I finora descritti, con la sola eccezione delle cc. 2r-4r e 11r-13r (che sicuramente costituiscono i due nuclei più anti- chi del componimento), sono posteriori a quelli vergati alle cc. 1r-9r della Cartella II; su di essi la scrittrice sembrerebbe infatti proprio aver ripreso il

  25 lavoro interrotto alla c. 9r della Cartella II.

all’assedio! / Ma ti conosco. Che invece nessuno si arrischia / ti strazi, e piangi nella tua rabbia

infantile / perché non c’è amore al mondo e ti lasciano solo» (ivi, p. 11); «Lo so che tu credevi

di giocare all’addio. / Era una braveria, la tua smorfia... / Ma contro una scommessa impaziente

di ragazzo / è un’altra lunga agonia a posta che qui si chiede» (ivi, p. 12); «e medicarti della leb-

bra impossibile / che ha sfigurato l’allegria dei tuoi occhi» (ivi, p. 18). Cfr. qui anche le nn. 20,

24, 27 e il § 5. 22 Non mancano però ancora significative varianti rispetto alla versione finale: il v. 17 ad

esempio («Alla ricerca dei tuoi colori del tuo sorriso») si presenta nella forma «Per quel mira-

colo estremo del tuo sorriso» (cfr. c. 2v). La scrittrice inoltre ha preferito in certi casi mantene-

re aperte più soluzioni testuali: al v. 29 ad esempio («E chiedo una tenerezza al buio della stan-

za»), il testo presenta in interlinea (sopra «al buio») la lezione «alla tenebra» (tra parentesi

quadre). 23 Seguono sulla seconda colonna dello stesso foglio alcune delle strofe successive con

correzioni a matita. Segnalo che a c. 7r si trovano prime versioni dei vv. 59-60 (poi cancellate).

24 Le strofe contrassegnate nel manoscritto con «(15?) 16» a c. 7r, con «13» a c. 9v (fig. 2), «14» e «15» a c. 10r confluiranno in Addio II. 25 Si tenga conto che alcuni dei suddetti fogli presentano lo stesso identico formato delle

prime nove carte della Cartella II, con cui forse costituivano originariamente un unico quader-

no di lavoro (successivamente smembrato). La stessa Morante, in una nota lasciata in margine

al f. 3r del Quaderno I (di cui darò trascrizione poco più avanti), fa riferimento ad un prece-

dente quaderno con dei fogli aggiunti. È possibile che la coperta posteriore del suddetto qua-

derno fosse quella in cui la scrittrice trascrisse i versi dedicati a Bill Morrow (cfr. n. 4 e § 2). A

  

Maurizio Fiorilla

  Alle cc. 1r-3r del Quaderno I è contenuta una successiva stesura mano- scritta, datata «Giugno 1965» (cfr. fig. 3), che ha per titolo Per una morte, più pulita e molto vicina a quella definitiva (come segnala la Morante stessa in margine al testo), anche se caratterizzata ai vv. 45-60 ancora da correzioni e 26 varianti lasciate nelle interlinee (cfr. fig. 3). Di particolare interesse sono gli appunti lasciati a margine del testo. Alla c. 3r (nel margine destro in basso) si legge: «per completare (eventualm.) cfr. anche fogli aggiunti nel quaderno primo e testo là» (cfr. fig. 3). La nota, oltre a mettere in rilievo come la scrit- trice fosse solita, anche in fase redazionale avanzata, rimettere in gioco stesu- re precedenti, avvalora l’ipotesi dell’esistenza di un precedente quaderno, forse smembrato (cfr. qui n. 4 e n. 25). A c. 1r (margine destro) si leggono due diverse note in inchiostro rosso: in alto (cancellata) «(redazione quasi de- finitiva) la definitiva, dattilografata, si trova nella raccolta di poesia riposta nell’archivio rosso di cartone (Titolo della raccolta: Un’acqua amara che fa sudare)»; poco più in basso «ATTENZIONE! I testi definitivi delle Poesie si trovano riuniti e dattilografati nella cartella blu dentro l’armadio (sportello a sinistra, vicino al bagno)». La stesura conservata in questo quaderno sarà in- fatti alla base del primo dattiloscritto.

  La prima stesura dattiloscritta, che presenta correzioni a penna di mano dell’autrice ai vv. 39, 49, 51-52 (cfr. fig. 4a) e ancora il titolo Per una morte, è 27 conservata nella Cartella I (cc. 27r-28r), insieme ad abbozzi e vecchie stesu- re. Una successiva versione dattiloscritta si trova nella Cartella VIa (cc. 2r- 3r); in essa è presente una sola correzione a penna al v. 56. Qui per la prima volta il componimento è contrassegnato semplicemente con «I» (inserito a penna), preceduto da un foglio (c. 1r) su cui originariamente la Morante ave- va scritto (con una penna verde) «Per una morte», per poi cancellarlo e mo- 28 dificarlo (con una penna blu) in «PARTE PRIMA / ADDIO» (cfr. fig. 4b).

  

livello materiale, lo strappo della coperta risulta infatti compatibile con quello di alcuni dei fo-

gli di quaderno conservati nelle Cartelle I e II. Difficile in ogni caso formulare ipotesi riguardo

all’altezza cronologica a cui potrebbe essere avvenuto lo smembramento. 26 `E possibile individuare almeno due fasi di intervento: la prima effettuata con inchiostro rosso, la seconda con inchiostro blu (cfr. fig. 3). 27 Segnalo che la c. 29r contiene la penultima strofa del componimento (vv. 53-56), in for-

ma dattiloscritta, seguita da versi (sempre in forma dattiloscritta) che saranno spostati in Addio

  

II; il testo prosegue con stesure manoscritte di altri versi che transiteranno nella seconda lirica;

chiude il foglio la stesura manoscritta (cancellata) dell’ultima strofa di Addio I (vv. 57-60). An-

che le cc. 30r e 31r contengono la penultima strofa della prima lirica (in forma dattiloscritta),

seguita da stesure di versi ripresi nella seconda. Si tratta con ogni probabilità di tentativi abban-

donati di proseguire o chiudere in modo diverso la parte I, recuperando materiali precedenti. I

versi confluiti in Addio II presenti alle cc. 29r-31r comparivano infatti tutti già in versione ma-

noscritta in altri fogli della stessa Cartella I (cfr. qui n. 21). 28 Il titolo «Addio», come si è visto, compare sui due fogli che raccolgono alcune carte

della Cartella I (cfr. n. 18). Tali fogli, che contengono stesure appartenenti a periodi diversi, sa-

ranno dunque stati riordinati e disposti nella suddetta cartella in una fase tarda (posteriore co-

munque alla seconda stesura dattiloscritta).

  

Tra le carte del Mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante: per la genesi di Addio

  A c. 4r della cartella VIc, che conserva alcune pagine delle bozze di stampa con correzioni (in un appunto a matita nel margine alto si legge «[...] due giri di bozze di queste sole pp. [...]»), sono contenuti i vv. 1-26 con un solo inter- vento dell’autrice al v. 5; segnalo anche che il foglio reca un timbro con la data «29 apr. 1968». Alle cc. 4r-5r della Cartella VIb, in cui sono contenute le ultime bozze (complete) del libro, i versi di Addio I sono privi di interventi dell’autrice.

  Sulla base del quadro fin qui delineato è possibile, semplificando, sinte- tizzare così le diverse fasi di composizione del testo della prima lirica di Ad- dio:

  

A [ = V. E. 1622/Cart. I, cc. 2r-4r]: tre diverse stesure (accompagnate da qualche

  1

correzione) di un abbozzo di pochi versi, punto di partenza per la costruzione dei vv.

  9-10 e 31-35 (cfr. § 5).

A [ = V. E. 1622/Cart. I, cc. 11r-13r]: varie stesure manoscritte dei vv. 1-16, 24-25,

  2

33-35, 53-54 caratterizzate da varianti e correzioni (quasi tutte coeve alla stesura del

testo). A partire da questa fase il componimento comincia a essere strutturato in stro-

fe di quattro versi.

  

M [ = V. E. 1622/Cart. II, cc. 1r-9r + Cart. I, cc. 6bis-10r, 16v]: prima stesura mano-

  1

scritta con titolo Per una morte, che comincia alle cc. 1r-9r della Cartella II (cfr. fig.

  

1), in cui le strofe di A , variamente rielaborate con l’inserimento dei vv. 17-23 e

  2

36-44, vengono numerate e trascritte nella sequenza definitiva; in una seconda fase, la

stesura prosegue alle cc. 6bis-10r, 16v della Cartella I (che contengono i vv. 41-60), in

cui la numerazione riprende e posegue fino alla fine (cfr. ad esempio c. 9v, fig. 2). Nei

fogli della Cartella I (in mezzo alle stesure dei vv. 41-60) sono presenti anche versi

che saranno spostati in Addio II; tutta questa fase è caratterizzata da diversi rifaci-

menti, accompagnati da un elevato numero di correzioni e varianti vergate in tempi

diversi (cfr. figg. 1 e 2).

  

M [ = V. E. 1622/Qd. I, cc. 1r-3r]: seconda stesura manoscritta con titolo Per una

  2

morte (versione quasi definitiva, datata giugno 1965), con correzioni e varianti ai vv.

  45-60 (cfr. fig. 3), che sarà alla base di D .

1 D [ = V. E. 1622/Cart. I, cc. 27r-31r]: alle cc. 27r-28r prima stesura dattiloscritta

  1

con titolo Per una morte, con correzioni a penna ai vv. 39 (cfr. qui n. 49), 49, 51-52

(cfr. fig. 4a), che sarà alla base di D ; alle cc. 29r-31r vari tentativi (senza esito) di pro-

  2

seguire o concludere il componimento con l’aggiunta di versi poi confluiti in Addio II

(cfr. qui n. 27).

  

D [ = V. E. 1622/Cart. VIa, cc. 2r-3r]: seconda stesura dattiloscritta con titolo «I»

  2

(inserito a penna), a c. 1r «Per una morte», cancellato e sostituito con «PARTE PRI-

MA / ADDIO» (cfr. fig. 4b). È presente una sola correzione al v. 56.

  

B [ = V. E. 1622/Cart. VIc, c. 4r]: bozze di stampa parziali (solo la pagina con i vv.

  1 1-26), datate 29 aprile 1968, con una sola correzione al v. 5 (cfr. qui n. 49).

  

Maurizio Fiorilla

B [ = V. E. 1622/Cart. VIb, cc. 4r-5r]: ultime bozze di stampa intere (prive di inter-

  2 venti).

  

E [ = ed. Torino, Einaudi, 1968, pp. 9-10]: testo definitivo (che non subirà nessuna

modifica nelle successive edizioni dell’opera).

  A partire da M la progressione delle stesure è facilmente riscontrabile.

2 Anche le fisionomie di A e A risultano chiare. Più difficile definire con esat-

  1

  2

  tezza quella di M (soprattutto per i vv. 41-60), a causa dell’elevato numero di

  1

  rifacimenti e della complessa stratificazione di interventi della scrittrice, effet- tuati anche a distanza di tempo su stesure vecchie (apparentemente supera-

  29 te).

  A questo materiale bisogna aggiungere la cartella con due ulteriori datti- loscritti recentemente depositati dagli eredi alla Nazionale e non ancora cata- logati (cfr. qui n. 4). Nelle pagine che contengono la parte I di Addio, i due nuovi dattiloscritti sono identici a D (cc. 27r-29r) e D (provengono da uni-

  1

  2 che battiture in più copie e presentano anche le stesse correzioni a penna).

  Mi limito a fornire qualche notizia essenziale sulle carte che contengono la parte II. Alle note 20, 21, 24, 27 e 29 si sono già date indicazioni sui versi confluiti in Addio II dalle prime stesure di Addio I (e si veda più avanti anche il § 5). Varie stesure manoscritte e dattiloscritte di alcuni versi della seconda lirica si trovano alle cc. 32r-44r della Cartella I. Una versione del componi- mento (che arriva fino ai versi «ci si può esibire, buttandosi vestiti nel Tevere

  30

  / per il salvataggio di un gattino bastardo»), si trova alle cc. 5r-9r del Qua- derno I. Alle cc. 19r-35r dello stesso quaderno si trova una stesura completa contrassegnata con il titolo «Per una morte II» (interamente cassata); si se- gnala che tra le cc. 34v-35r sono stati aggiunti quattro fogli con versi relativi all’ultima parte (dal verso «Tu lo sapevi che le fanciullezze sulla terra» fino

  31

  alla fine). Alle cc. 4r-13r della Cartella VIa si trova una stesura dattiloscritta dell’intero componimento (contrassegnata a penna con «II» e contigua alla parte I), che nell’ultimo foglio reca la data «(Febbraio 1966)», aggiunta a penna. Una pagina che faceva parte di uno dei giri di bozze è conservata a 29 Sulla c. 9r della Cartella I la scrittrice sembrerebbe essere tornata addirittura dopo la

  stesura di M 2 : in alto al centro, con pennarello verde è stata infatti apposta la data «1966». La

cosa non stupisce visto che la stessa Morante alla fine di M afferma di voler tenere conto di

2

precedenti versioni. Nel caso specifico però, essendo i versi della suddetta c. 9r confluiti poi

tutti in Addio II, sono portato a ritenere che la scrittrice riprese in mano il foglio proprio men-

tre lavorava alla seconda parte. 30 Morante, Il mondo salvato dai ragazzini, cit., pp. 11-13; cfr. anche Breccia Fratadoc- chi , Vitt. Em. 1622, p. 252. 31 Morante, Il mondo salvato dai ragazzini, cit., pp. 20-21; cfr. anche Breccia Fratadoc- chi , Vitt. Em. 1622, p. 252.

  

Tra le carte del Mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante: per la genesi di Addio

c. 5r della Cartella VIc, mentre le ultime bozze si trovano alle cc. 6r-16r della Cartella VIb.

  4. Notizie sul primo progetto del libro Le carte del V. E. 1622 permettono innanzitutto di seguire l’evoluzione della complessa struttura del Mondo salvato dai ragazzini. Inizialmente l’ope- ra era stata pensata dall’autrice come una raccolta poetica dal titolo «Un’ac- qua amara che fa sudare». Nella prima nota lasciata in margine ad Addio I a c. 1r del Quaderno I (poi cancellata) si legge infatti ad un certo punto «Titolo della raccolta: Un’acqua amara che fa sudare» (cfr. § 3). Il titolo verrà poi dalla Morante variamente rielaborato in «Un liquore amaro che fa sudare» o

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  «Un liquore insulso che fa sudare». All’altezza cronologica del giugno 1965 erano pronti i due primi testi che dovevano far parte della raccolta: la reda- zione M di Addio I (ancora con titolo Per una morte) e la poesia chiamata

  2

  «Vulcano, ottobre 1964», che poi diventerà La smania dello scandalo (IV par-

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  te delle seconda sezione del libro). Sul verso della coperta dello stesso Qua- derno I la Morante scrisse infatti: «Titolo del libro / Un liquore amaro che fa

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  sudare. / Poesie pronte / Vulcano, ottobre 1964 / Per una morte». Il titolo è ricalcato su un verso di Rimbaud: «Quelque liquer d’or, fade et qui fait suer»

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  (Larme, v. 8). Citazioni dirette dal poeta francese (esplicitate dalla stessa au- trice nelle Note del libro) sono non a caso presenti in La smania dello scanda-