La Compassione

La Compassione

Secondo il Bodhipathapradtpa di Atisa, gli esseri, in relazione alle loro prospettive o aspirazioni, possono essere divisi in tre categorie: gli inferiori, i mediani, e i superiori. Coloro che hanno una prospettiva inferiore non mirano che a se stessi: sono egoisti, e agiscono solo in funzione dei piaceri del samsàra, o nella vita presente o in una futura rinascita. Altri testi specificano che una simile prospettiva o aspirazione non può essere in alcun modo definita 'religiosa'. Coloro che appartengono alla seconda categoria, che hanno, cioè, un'aspirazione mediana, rinunciano ai piaceri della vita e si astengono dagli atti immorali. Essi agiscono al fine di raggiungere una pacificazione personale: vale a dire, di pervenire all'illuminazione propria di un Arhat. Ma coloro che hanno la prospettiva superiore, più elevata, cercano di dissolvere ogni forma di sofferenza del loro prossimo, poiché il dolore del loro prossimo è in realtà il loro stesso dolore. Atisa ha scritto il suo Bodhipathapradtpa proprio per quest'ultima Secondo il Bodhipathapradtpa di Atisa, gli esseri, in relazione alle loro prospettive o aspirazioni, possono essere divisi in tre categorie: gli inferiori, i mediani, e i superiori. Coloro che hanno una prospettiva inferiore non mirano che a se stessi: sono egoisti, e agiscono solo in funzione dei piaceri del samsàra, o nella vita presente o in una futura rinascita. Altri testi specificano che una simile prospettiva o aspirazione non può essere in alcun modo definita 'religiosa'. Coloro che appartengono alla seconda categoria, che hanno, cioè, un'aspirazione mediana, rinunciano ai piaceri della vita e si astengono dagli atti immorali. Essi agiscono al fine di raggiungere una pacificazione personale: vale a dire, di pervenire all'illuminazione propria di un Arhat. Ma coloro che hanno la prospettiva superiore, più elevata, cercano di dissolvere ogni forma di sofferenza del loro prossimo, poiché il dolore del loro prossimo è in realtà il loro stesso dolore. Atisa ha scritto il suo Bodhipathapradtpa proprio per quest'ultima

Abbiamo, dunque, i normali esseri di questo mondo; coloro che seguono il sentiero del nirvana di un Arhat: e infine i Bodhisattva che aspirano a dissolvere il dolore di tutti gli esseri senzienti.Solo gli ultimi possono essere considerati i veri seguaci del Mahayana.

Lo sviluppo della più autentica motivazione Mahàyana viene definito la 'generazione del bodhicitta', la Mente dell lluminazione o del Risveglio. Il bodhicitta scaturisce sia

da una profonda compassione per il dolore degli altri esseri sia per un profondo sentimento di amore nei loro confronti . Sua Santità il Dalai Lama ha talora affermato, parlando da un punto di vista Madhyamaka, che nel Mahàyana non esistono entità assolute, ma che se ve ne dovesse essere una, questa sarebbe la compassione. La compassione non è, evidentemente, un assoluto di carattere ontologico, ma per il Mahàyana è comunque un assoluto di carattere etico. Nel primo capitolo del suo Bodhicaryàvatàra, uno dei massimi poemi spirituali dell'umanità, Sàntideva (695-743) così esalta la compassione e il bodhicitta:

Esso è simile alla pietra filosofale, Poiché trasforma il corpo impuro che abbiamo assunto Nell'inestimabile gioiello della Forma di Buddha. Pertanto afferra saldamente questa Mente del Risveglio.

Come posso sondare gli abissi Dell'eccellenza di questo gioiello della mente, La panacea che solleva il mondo dal dolore E che è l'origine di tutta la sua gioia?

Il seguace Mahayana si propone di diventare un essere illuminato solo per liberare gli esseri dal dolore e condurre anch’essi alla liberazione