La Via dell’AutoLiberazione

La Via dell’AutoLiberazione

Introduzione

Nel Buddismo tibetano esiste un’altra via chiamata la via dell’autoliberazione lo Dzogchen. si trova sia nella tradizione pre Buddista,il Bon, del Tibet sia nella scuola Nyngmapa. Entrambe le tradizioni affermano che l’insegnamento Dzogchen ha avuto origine da

Samantabhadra (Kun.tu.bzang.po), il Buddha primordiale che rappresenta lo stato del dharmakàya. È rappresentato nudo, senza ornamenti e di colore blu, come simbolo della purezza dell'essenza e della profondità del vuoto.Questi insegnamenti poi si propagarano tra gli esseri umani attraverso due centri Spirituali l’Oddyanna con Garab Dorje (Nyngmapa) e attraverso il regno,centro spirituale, di Olmo Lungring situato nell’Asia Centrale con Sherab Miwoche

L'insegnamento Dzog-chen è conosciuto anche come lo ' yoga primordiale '. Yoga nell'accezione del termine tibetano naljor (rnal.'byor)che significa possedere la condizione autentica ': la conoscenza dello stato primordiale dell'individuo. Un altro nome usato per designare lo Dzog-chen è: l'insegnamento dello stato della mente di Samantabhadra, cioè dell'illuminazione primordiale.

Il metodo della via è conosciuto come autoliberazione perché è basato sulla conoscenza, sulla comprensione. Ma non c'è un oggetto da conoscere, si tratta di fare esperienza di uno stato al di là della mente: la contemplazione

Con Autoliberazione s ‘intende l’esperienza chiara e consapevole dello yoghi in grado di separare la mente ordinaria dallo “stato di consapevolezza naturale dell'essere” nota anche come rigpa o mente primordiale o chiara Luce

Anche l'aspetto di «trasformazione del Tantra» ha fondamentalmente lo stesso scopo, cioè quello di manifestare la mente primordiale ma con modalità differenti .

Qual è ila caratteristica profonda e specifica degli insegnamenti dzogchen? Secondo le tradizioni più recenti del buddismo tibetano, collettivamente chiamate scuole

"Sarma del veicolo del Mantra segreto", per rendere pienamente manifesta la chiara luce è in primo luogo necessario che i concetti, siano imbrigliati con yoga quali quello dei venti o energie vitali, il prànayoga, o quello del calore interno, il tummo. Sulla base di tali pratiche yogiche, e nel processo di imbrigliamento e purificazione degli schemi di pensiero avventizi della mente ordinaria, la mente innata e fondamentale della chiara luce (la "mente" in questo senso), diventa pienamente evidente.E' chiaro quindi che il mantrayana La chiara Luce è "Sarma del veicolo del Mantra segreto", per rendere pienamente manifesta la chiara luce è in primo luogo necessario che i concetti, siano imbrigliati con yoga quali quello dei venti o energie vitali, il prànayoga, o quello del calore interno, il tummo. Sulla base di tali pratiche yogiche, e nel processo di imbrigliamento e purificazione degli schemi di pensiero avventizi della mente ordinaria, la mente innata e fondamentale della chiara luce (la "mente" in questo senso), diventa pienamente evidente.E' chiaro quindi che il mantrayana La chiara Luce è

Nella «via di autoliberazione» invece, lo «stato naturale della mente» viene manifestato senza l'interruzione delle coscienze ordinarie.

Nello «stato naturale della mente», le emozioni sorgono e svaniscono senza cristallizzarsi ne creare agitazione. La «dissoluzione» dei pensieri buoni o cattivi, come neve in acqua, nello «stato naturale della mente» è «l'autoliberazione» dallo stato «artificioso dell'essere».

La base dello Dzogchen

La natura della mente detta anche Base primordiale. Questa ( TIB . ye-gzhi) non è né una cosa in sé né la sostanza reale della mente: è incomposta, senza caratteristiche, vuota e insieme luminosa. La vacuità è la sua dimensione primordialmente pura ( TIB . ka-dag), e la

luminosità ( TIB . 'od-gsal) è contemporaneamente la sua facoltà cognitiva(rigpa) e la sua capacità di manifestazione è spontaneamente presente (tib. Ihun-grub). Vacuità e chiara luce sono qui indifferenziate come l'acqua e l'umidità.

La Base primordiale, Il bodhicitta primordiale, è quindi lo stato dell'individuo, che dall'origine è privo di impedimenti, perfezionato e comprende tutte le manifestazioni dell'energia. È la condizione al di là del dualismo e del tempo, pura e perfetta come la natura dello specchio. Se la si ignora, però, non si manifesta ed è perciò necessario eliminare gli ostacoli provvisori.

La natura della mente ha tre aspetti: un'essenza che è vacuità (tib. ngo-ba stong-pa), una natura luminosa (tib. rang-bzhin gsal-ba) e una compassione incessante (tib. thugs-rje ma-'gags-pa) che si esprime attraverso la varietà delle apparenze; i due ultimi aspetti corrispondono alla luminosità e alla radianza dello Stato Naturale .

L'essenza è il vuoto, la vera condizione dell'individuo e dei fenomeni Questa è la base di tutti gli esseri, che ne siano consapevoli oppure no, nell’illuminazione e nella trasmigrazione. È detta pura dal principio (ka.dag), perché è come lo spazio privo di impedimenti, base di tutte le manifestazioni dell'esistenza.

La natura è la chiarezza È detta autoperfezionata ' (lhun.grub), perché esiste spontaneamente dall'origine, come il sole che splende nello spazio. La chiarezza è la La natura è la chiarezza È detta autoperfezionata ' (lhun.grub), perché esiste spontaneamente dall'origine, come il sole che splende nello spazio. La chiarezza è la

. La chiarezza è la fase in cui la percezione è vivida e presente, ma la mente non è entrata in azione. Essa è la manifestazione spontanea dello stato dell'individuo. Lo stesso vale per i pensieri: se non li seguiamo e non ci lasciamo coinvolgere dal giudizio, essi sono parte della chiarezza naturale.

La Base primordiale viene anche chiamata Rigpa. Più precisamente è la capacità dello Stato naturale di essere consapevole di se stesso .E’ lo Stato che conosce se stesso .Non è una mente non è un pensiero. Viene chiamata anche consapevolezza primordiale.

Nello Dzogchen .si dice che il Rigpa :non dipende dall'essere riconosciuto o meno o dal fatto che si mediti o meno .Poichè sorge primordialmente(ye-shar), è chiamato Consapevolezza Primordiale Questo significa che la Consapevolezza non dipende da alcuna coscienza nè da alcuna sensazione mentale come la presenza (shes-bzhin) o l'attenzione (dran-pa) attraverso i quali si può solo raggiungere un particolare Stato Meditativo che non va confuso con il Rigpa.Il Rigpa è auto discernimento(rang-rig),ma come più volte affermato da Lopon Rinpoche

"Conosce se stesso attraverso se stesso ma non dipende da alcuna coscienza,conoscenza discorsiva ,esperienza non discorsiva forzata , etc”

Il Rigpa ha molte definizioni e sfugge in realtà ad una definizione rigorosa perché è ciò che abbiamo chiamato la chiarezza dello Stato Primordiale

Longchenpa dichiara nel Theg-mchog mdzod: “L'essenza [della Base], essendo primordialmente pura, è vuota, ma il rigpa sottile, la

luminosità stessa del fulgore originario, per quanto insostanziale è presente in modo naturale senza difficoltà. La sua natura, essendo spontaneamente fondata, è presente quale base dell'emergere di ogni manifestazione.”

Un aspetto abbastanza importante e pieno di implicazioni è che "presenza spontanea" implica, in seno alla Base non ancora espressa, la presenza delle cinque saggezze, delle cinque luci, dei cinque venti o energie vitali sottili e di tutte le qualità inimmaginabili. Questo insieme di qualità racchiuse nella Base primordiale, simili a una lampada che fa luce in fondo a un vaso, viene denominato "corpo del vaso giovanile".

Il terzo aspetto è L'energia è senza interruzione. La spiegazione dell'energia nello Dzog- chen è un punto fondamentale per la comprensione della base. Qualsiasi dimensione, pura Il terzo aspetto è L'energia è senza interruzione. La spiegazione dell'energia nello Dzog- chen è un punto fondamentale per la comprensione della base. Qualsiasi dimensione, pura

La Visione dello Dzogchen (tib. Ita-ba).

Il termine "Visione" non significa in questo contesto "opinione", "punto di vista" o "teoria filosofica" elaborata dalla coscienza discorsiva. Nello Dzogchen, la Visione deriva da un'esperienza diretta: è mostrata dal maestro al discepolo nel corso di una "presentazione diretta di rigpa" (tib. rig-pa'i ngo-sprod) o trasmissione .

E’ bene capire che in realtà un essere umano non può istruire un altro essere umano su come coltivare lo Stato Naturale.Non ci sono neppure istruzioni da impartire perchè in realtà non c'è nulla da fare .

Ma cosa più importante è che se si tentasse di applicare delle istruzione durante la meditazione allora non si permetterebbe alla mente di dimorare nello Stato naturale.Se si tentasse di applicare qualche istruzione durante le meditazione si farebbe fare alla mente qualcosa di diverso da quello che farebbe in maniera naturale.Se si tentasse di applicare qualche istruzione durante le meditazione non si permetterebbe alla mente di aprirsi allo stato così com'è.

Il Maestro attraverso l’introduzione fornisce delle benedizioni e dei consigli che possono aiutare Il discepolo ad esperisce, anche fuggevolmente, il proprio stato naturale ma non infonde nessuna conoscenza

La trasmissione nello Dzogchen a differenza a di quella tantrica non richiede necessariamente una lunga cerimonia formale. Può avvenire attraverso una semplice spiegazione , attraverso degli indovinelli , o mostrando degli oggetti simbolici al discepolo. Esiste infine un’introduzione per praticanti avanzati che non richiede nessuna trasmissione verbale o simbolica si chiama introduzione diretta