Sintagmi posposizionali non spazio-temporali

2.4.1 Sintagmi posposizionali non spazio-temporali

Funzione posposizionale - § 2.4

A § 2.3 abbiamo verificato che gli EAA in n.-i. possono talora assumere una funzione semantica diversa da quella spazio- temporale originaria: ô er può esprimere l’argomento “a riguardo”, [48], [49], oppure il fine o lo scopo, [50]. Queste funzioni semantiche, unitamente ad altre che vaglieremo di seguito, sono individuabili fin dalla lingua antica anche in frasi dove è presente un costituente in caso gen., in dat.o in loc. con cui gli EAA vanno a formare dei sintagmi posposizionali per la nozione del vantaggio, dell’argomento, della compagnia, della causa. Nella lingua antica sintagmi posposizionali sono documentati per l’espressione del vantaggio e della compagnia; il vantaggio è reso con ô er e un pronome possessivo enclitico:

[51] (a.-i.) KBo VI 2, Vo. IV 47’ [ták-ku BE-EL-  Ê ]U te -ez-zi ô  e-e-er- ô i-it-wa (48) ô ar-ni-ik-mi  "[se il suo padrone] dice: 'per

lui io risarcisco'" 47 (HG, I § 95).

Questa espressione è ben attestata nelle Leggi ed è interessante osservare che la copia posteriore KBo VI 3, Vo. IV 46 presenta ô e-er-wa-a ô - ô

i, vale a dire il dat. del pronome personale enclitico, al posto del nom.acc. n. sing. del possessivo 48 .

La compagnia è espressa da katta 2 , in relazione ad un costituente in caso gen. e da katti- con i pronomi possessivi enclitici:

[52] (a.-i.) KUB XXIX 35+36 , Vo. IV 7’ [(ták-ku G ME-a ô na-

(8’) Ù DUMU-  U ô  ô ô Ê ô e-e ô - kán-zi (9’) [(na-at-ta

a -ma SAL KAR.KID-a

kat)]-ta at-ta-a

è )]a-ra-a-tar "se un padre e suo figlio giacciono con [(una serva o una prostituta)], [(non <è> r)]eato" (HG, II § 80)

[53] (a.-i.) StBoT 18, Vo. 77 URU nu LÏ Pu-ru-u ô - è a-an-da kat- tim-mi [(pé-e- è u-te-nu-un)] "[(ho condotto)] con me l'uomo di

Puruôèanda"

[54] (a.-i.) KBo XI 1, 14

i i-e-en-ta "un uomo e una donna vanno con lui"

a I LÏ I SAL kat-ti-i ô - ô

[55] (a.-i.) StBoT 17, Ro. 20 nu k[at-t]i-  i ô -mi ô [e-e ô - ô i-ir "e con loro g[iacquero".

In [52] non è possibile considerare separatamente l’EAA katta

2 dai genitivi GEME-a ô e KAR.KID-a ô che lo precedono senza

SAL

47 Starke (1977: 163-164) preferisce intendere ôer-ôit come espressione della causa, mentre come vantaggio è interpretato da Friedrich (1959:

131) “für ihn”, da Imparati (1964: 93; 268-269) “per lui” con il relativo commento, e da Hoffner (1997: 94) “for him”.

48 Si veda Starke (1977: 163); per la costruzione degli EAA con i pronomi possessivi enclitici in a.-i. Francia (1996a).

44 Capitolo II

alterare notevolmente la semantica e la sintassi della frase, poiché essi non vi troverebbero un’adeguata collocazione. L’EAA e i nomi in gen. formano un sintagma unitario, come è provato da espressioni analoghe EAA + pronome possessivo enclitico

suffisso, [53], [54 a ], [55], la cui unità semantica e sintattica è palesata dalla costruzione stessa. Per katta di [52] abbiamo

proposto la grafia katta 2 , rifacendoci a Starke (1977: 181 e sgg.) che così annota l’EAL katta con caratteristiche proprie degli EAA,

direttivo. Fin dalla documentazione antica una forma katta ricorre sia in costruzioni tipiche degli EAD, cioè posposto a costituenti in caso dir. o dat.

per distinguerlo

da katta

a cui è in relazione per contesto, sia in costruzioni tipiche degli EAA, vale a dire in relazione a costituenti in caso gen. e nell’espressione della compagnia 49 . L’utilizzazione di una forma unica, morfologicamente direttiva, per le funzioni tipiche degli EAA e per quelle degli EAD in a.-i., dove le due categorie sono sempre tenute ben distinte, ha indotto Starke a ritenere che esistano due katta, uno adirezionale (lokativisch-komitativisch),

indicato come katta 2 , e uno direttivo, indicato semplicemente come katta. Secondo lo studioso tedesco, katta 2 ha al pari di katti-

Bedeutungsnuance ‘(zusammen) mit’” mentre la semantica locale “accanto, presso” (“neben, bei, auf der Seite”) è derivata per necessità di contesto (Starke, 1977: 186). In contrasto con questa teoria, Tjerkstra nel suo recente studio (1999: 142), ritiene di individuare in katta

attestato nelle costruzioni tipiche degli EAA (= katta 2 ) la prova che il processo di sovrapposizione funzionale tra gli EAD e gli EAA ha avuto avvio già nella lingua antica. Questa proposta è senza dubbio affascinante e permette di risolvere due problemi: dover riconoscere un EAA katta, morfologicamente simile all’EAD katta, ma da esso diverso per funzioni sintattiche, e stabilire una continuità tra la lingua antica e quella dei periodi posteriori secondo lo schema proposto dall’autrice. Accanto a questi indubbi vantaggi, la spiegazione di Tjerkstra alimenta però altre problematiche: la difficoltà di spiegare come mai il processo di sovrapposizione funzionale abbia coinvolto solo katta - kattan - katti-, mentre per tutti gli altri EAL la situazione resta pressochè stabile in tutto il periodo antico e ancora il fatto che katta adirezionale stia per “accanto, presso; con”, come è tipico di kattan (§ 2.4.5) ma non di katta direttivo, per cui non ci sono noti esempi di funzione posposizionale. Degna di nota, a tal proposito, è la costruzione katta- ô ma ô nelle lettere di Maõat:

49 Le attestazioni di katta come predicato in frasi nominali non provengono da testi antichi, come lo stesso Starke (1977: 185) ha

sottolineato.

Funzione posposizionale - § 2.4

45 (m.-i.) HKM 57, Ro. 6 kat-ta-a ô- ma-a ô è u-u-ma-an SIG 5 -in (7) e-

e ô -tu nu-u ô -ma-a ô DINGIR MEÊ TI-an (8) è ar-kán-du “presso di voi sia tutto bene e gli dei vi tengano in vita ! (lett. abbiano per voi

la vita)” 50 .

Accanto a katta- ô ma ô è documentata anche kattan- ô ma ô :

(m.-i.) HKM 60, Vo. 30 kat-ta-an- ô a - ma-a ô è u-u-ma-an (31) SIG 5 -in e-e ô -du “presso di voi sia tutto bene !”.

In entrambe queste costruzioni vi è il pronome personale enclitico di II plurale - ô ma ô : nella prima è suffisso a katta, forma all’apparenza

nella seconda all’adirezionale kattan. Il pronome personale enclitico - ô ma ô normalmente ricorre insieme ad altre particelle enclitiche nella catena di inizio frase e, nei passi in questione, i primi elementi tonici della frase sono proprio katta e kattan. Dal confronto tra katta- ô ma ô

morfologicamente

direttiva,

e kattan- ô ma ô emerge che l’EAA è uno solo, e cioè kattan con l’assimilazione della nasale finale davanti alla - ô - iniziale della forma pronominale, analogamente a quanto accade in pé-e-ra-a ô -mi-it di StBoT 25 n. 56, Ro. 11’ in cui è da ricercarsi peran- ô mit (Neu, 1985: 146). katta- di katta- ô ma ô è, a

nostro avviso, quel katta 2 che nei testi antichi è posposto al gen.

e che si ritrova anche altrove in testi m.-i. e n.-i. con funzione posposizionale “presso, accanto a”, come è testimoniato dai

seguenti esempi [56 a ] e [57 b ]:

[56] (m.-i.) Maôt., Ro. II 32 nu te-e-k ÿ n p ¡d -da-an-zi nu-k ÿ n UDU kat-ta-an-da è a-at-ta-an-zi (33) nam-ma-an-k ÿ n kat-ta-an-

i NINDA KUR 4 .RA KU 7 (34) a-wa-an kat-ta ti-an-zi GEÊTIN-ya b ô i-pa-an-ti nu ô e-er an-da ap-pa-an-zi "e

da ti-an-zi a nu-u ô - ô

scavano la terra e sgozzano una pecora <tenedola rivolta> verso il basso, inoltre ve la depongono dentro e accanto ad essa mettono

del pane grosso dolce e libano vino e ricoprono 51 "

ÿ I n ÊEÊ-YA NIR.GÁL ut- tar kat-ta a-u ô -ta (62) b nu-mu-k ÿ n ¸UL-lu ut-tar kat-ta Ú-UL ku-

[57] (n.-i.) AH, Ro. I 61 a GIM-an-ma-k

it-ki a-a ô c -ta (63) nu-mu EGIR-pa da-a-a ô "ma come mio fratello Muwatalli considerò la faccenda, a mio carico (lett. presso di me)

non restò nessun fatto malvagio; ed egli mi riprese ".

L’accezione “presso, da” è espressa sempre da kattan anche nella documentazione n.-i., come risulta da [102], [103], [104], [105], [106] che prenderemo in esame a § 2.4.5, mentre solo in sporadici

50 Le lettere di Maõat sono citate secondo l’edizione di Alp (1991).

51 Per la nostra interpretazione di ôer anda ep- “ricoprono (lett.: mettono insieme sopra <la terra>)” si veda il commento a § 2.5.6.

46 Capitolo II

esempi è attestato katta che proponiamo pertanto di leggere katta 2 . Da quanto emerge dalla documentazione, katta con funzione adirezionale (= katta 2 ) è sintatticamente in tutto e per tutto simile

a kattan - katti-, e non al solo katti- comitativo, come proposto da Starke, che pure seguiamo nell’adottare la grafia katta 2 per distinguerlo dal direttivo katta. Resta da chiarire come mai da kattan si arrivi a katta 2 . In ittita sono note altre forme avverbiali in cui vi è una alternanza di forme con e senza nasale finale, ci riferiamo a kuwattan - kuwatta e apaddan - apadda 52 e, anche in questi casi, la nasale finale è preceduta da dentale doppia. Nessuno di questi avverbi ricorre, a mia conoscenza, in testi antichi originali, per cui è difficile dire se kuwatta e apadda

siano usati, al pari di katta 2 , anche là dove sarebbe attesa la corrispondente forma con nasale finale kuwattan, apaddan. E’ tuttavia interessante osservare che, mentre apadda ricorre al posto di apaddan, solo di rado quest’ultimo è usato per apadda (Neu, 1980b: 51), cosa che potrebbe essere giustificata se le forme senza nasale finale apadda e kuwatta, usate al posto di

apaddan e kuwattan, si riconoscessero come apadda 2 e kuwatta 2 . La sparizione della nasale finale in apaddan e kuwattan è stata analizzata da Carruba (1970; 1984: 64 e sgg.) come una delle testimonianze della nasalizzazione delle vocali in anatolico, e proprio questo fenomeno potrebbe essere la chiave di lettura per

spiegare anche l’alternanza kattan - katta 2 .

Nei testi m.-i. gli EAA possono essere usati per l’espressione della causa e del vantaggio. Il motivo per cui un evento trova manifestazione può essere

espresso con dat.loc. peran, come nel passo che segue 53 :

[58] (m.-i.) Kan., Vo. 14

b nu-mu -YA i-na-ni pé-ra-an pít-tu- li-ya-a ô

-ir ki- ô a-at nu-mu pít-tu-li-ya-i pé-ra-an (15) i ô -ta- an-za-a ô -mi-i ô ta-ma-at-ta pé-e-di za-ap-pí-i ô- ki-iz-zi "per la malattia la mia casa è diventata una casa di angoscia; per l'angoscia la mia anima scorre verso un altro luogo".

In questo passo difficilmente si potrà non riconoscere, da un punto di vista strutturale, una stretta relazione tra le due attestazioni di peran e i costituenti in caso dat.loc. che li precedono e, da un punto di vista semantico, l’espressione della causa. Se infatti peran in [58] fosse un’indicazione spaziale o temporale a sé, cioè avverbio, “davanti, prima”, non potrebbe trovare una giusta collocazione in questo contesto: “ alla/per la malattia, davanti/prima, la mia casa è diventata una casa di

52 Relativamente ad apadda(n) si vedano HW 2 (A: 108-109), HED (A: 88-89), Neu (1980b: 51); per kuwatta(n): HED (K: 228-229).

53 L’espressione della causa con peran è stata trattata da Otten (1969: 11), Dunkel (1990); interessanti osservazioni sono in CHD (P: 306).

47 angoscia; alla/per l’angoscia, davanti/prima, la mia anima scorre

Funzione posposizionale - § 2.4

verso un altro luogo” non è rispondente alle esigenze del contesto. Altra possibilità, analogamente non confermabile, è che

i due peran siano in relazione ai rispettivi verbi di frase come preverbi, tuttavia, non vi sono prove per una funzione preverbale di peran in questo preciso ambito testuale: in entrambi i casi peran non influisce in alcun modo né sulla semantica né sulla sintassi di ki ô - e di zappi ô k-, oltre a non essere disponibili esempi chiari che attestino peran in stretta relazione ad essi. Stesse considerazioni possono avanzarsi per un’altra attestazione di dat.loc. peran “a causa di, per”, già analizzata da Otten (1969: 11):

[59] (m.-i.) Madd., Ro. 11 ma-a-an Ú-UL-ma  ma-an- ô a [-ma]- a ô ka-a  -a ô -ti pé-ra-an UR.GI 7 [ ¸I.A ] ka-re-e-pí-ir "altrimenti i cani

vi avrebbero divorato per la fame".

Anche in questo passo peran non può essere riconosciuto come avverbio di luogo o di tempo, poiché non troverebbe una giusta collocazione nel contesto: "altrimenti i cani vi avrebbero divorato alla/per la fame, davanti/prima"; per le stesse motivazioni, è da escludere una funzione preverbale di peran: l’EAA non incide in alcun modo sul verbo modificandone la semantica o la sintassi né, a mia conoscenza, sono note altre costruzioni di peran in stretta relazione a karp-. Con dat.loc. peran si esplicita la causa per cui i cani compiono l’azione del divorare. L’espressione della causa con peran in relazione al dat.loc. è documentato anche in testi n.-i., sebbene non presenti nel corpus

da noi vagliato:

(n.-i.) KBo II 2, Ro. I 43 pé-ra-an-kán ku-e-da-ni me-mi-ya-ni (44) la-a è -la-a è - è i-e ô -ga-u-e-ni (45) na-an-kán :ta-pa-a ô - ô a-a ô a-p ¡ -ya (45) ku-i ô -ki an-da ú-e-mi-ya-zi (46) nu MUÊEN ¸ UR-RI

NU.SIG 5 -du NU.SIG 5 “il motivo per il quale noi siamo sempre preoccupati: qualche febbre ( ? ) 54 lo (= il re) trova là, allora

<l’oracolo (del)>l’uccello ¸ UR-RI non sia favorevole ! Non favorevole”

(m.-i./d.-n.) (mit.) KUB XXXIII 120+, Ro. I 27 d A-nu-u ô (28) <A- NA> d Ku-mar-bi me-mi-i ô -k[i]-u-wa-an da-a-i ô A-NA PA-NI ÊÀ[-

KA]-wa-az (29) du-u ô -ki-i ô -ki-it-ta LÏ -na-tar-mi-it-wa ku-it pa-

a ô -ta // (30) le-e-wa-az du-u ô -ki-i ô -ki-it-ta PA-NI ÊÀ-KA “e il dio Anu cominciò a dire al dio Kumarbi: ‘tu giosci per le tue viscere, poiché hai inghiottito la mia virilità. Non gioire per le

tue viscere!’” (Laroche, 1968: 39) 55

54 Con punto interrogativo in CLL (: 209).

55 L’EAA è interpretato in modo diverso da CHD (L-N :10) e CHD (P: 305), rispettivamente, in entrambi questi passi.

48 Capitolo II

con l’adozione dell’accadogramma (ANA) PANI corrispondente all’ittita peran. Le

posposizionale sono riconoscibili anche nel passo seguente:

[60] (m.-i.) Madd., Ro. 59  nu-u ô - ô a-an A-NA Ma-ad -du-wa-

I

at-ta ku-it  ô e-er za- a è [- è i]- ir b [ma-a]n-kán ô e-e-er A-NA I Ma- ad-du-wa-at-ta

combattuto per Madduwatta, avrebbero ucciso per Madduwatta".

L’accezione locale di ô er “sopra, su” nelle due attestazioni di questo passo non troverebbe giustificazione nel contesto: qualora avesse funzione avverbiale, “poiché combattevano su per Madduwatta, avrebbero ucciso su per Madduwatta”. La semantica dei verbi di frase di queste proposizioni, za èè iya- “combattere” e kuen- “uccidere”, non necessita di alcun costituente in caso locale per la propria completezza. L’ipotesi che

ô er abbia qui funzione preverbale non trova altrettanto consenso, poiché non apporta alcuna modificazione semantica o sintattica ai verbi di

a frase. L’analogia delle due costruzioni, [60 b ] e [60 ], induce a ritenere che si abbia a che fare con due sintagmi analoghi ripetuti

nelle due frasi del periodo in forma chiastica, mediante la pos- posizione in [60 a ] e la pre-posizione in [60 b ] di ô er al nome Madduwatta in dat. La funzione posposizionale di ô er, in entrambi gli esempi, è l’unica che soddisfi appieno le esigenze del contesto. L’anticipazione cioè la pre-posizione di

ô b er in [60 ] è imputabile a motivazioni stilistiche, formando, come si è detto, un

chiasmo con il sintagma posposizionale di [60 a ]. Interessante è osservare l’alternanza di - ô an con -kan che comincia proprio a partire dal periodo m.-i., come è stato evidenziato da Boley (1989: 217; 337). Il sintagma dat.loc. -

ô er è adottato per l’espressione del vantaggio e trova il suo diretto antecedente in a.-i.

ô er + pronome possessivo enclitico, [51], dove l’unità sintattica trova diretto corrispondente nella resa grafica. L’esistenza di questi sintagmi posposizionali con semantica diversa da quella spazio-temporale prova che gli EAA possono avere funzione posposizionale e formare un sintagma con un costituente in caso dat.(-)loc. per l’espressione di altre nozioni. Nei passi fino ad ora esaminati, la posizione degli EAA è sempre immediatamente vicina ai costituenti tonici a cui sono in relazione

e a cui solitamente sono posposti e solo di rado preposti, m.-i. [60 b ] e n.-i. KBo II 2, Ro. I 43, senza che ciò influisca in alcun

modo sulla loro funzione. Nella lingua antica la nozione della compagnia è espressa con

katta 2 in relazione ad un costituente tonico in gen., [52], o con katti- + pronome possessivo enclitico, [53], [54 a ], [55]. Come

diretta evoluzione di quest’ultima costruzione in m.-i. troviamo

49 kattan in relazione al dat. del pronome personale enclitico [61],

Funzione posposizionale - § 2.4

[62] o tonico, [63]:

[61] (m.-i.) Istr., Ro. I 76 BE-EL ÉRIN MEÊ -a ô -ma-a ô kat-ta-an ar- ta "un ufficiale delle truppe sta con loro"

[62] (m.-i.) Istr., Ro. II 20 LÏ.ÊUKUR.GUÊKIN-ma-a ô -ma-a ô ku-

i ô kat-ta-an ar-ta-at "l'uomo della lancia d'oro che stava con loro"

[63] (m.-i.) Madd., Ro. 73 na-at I Ê TIM -TU LÏ.MEÊ Ê U.GI kat-ta-an a-pé-e-da-ni [X] (74) i-ya-an-ni-wa-an [da-a-i]r "ed essi, su

consiglio degli anziani, [cominciaro]no a marciare con lui".

Come retaggio della lingua antica, sono documentate alcune sporadiche attestazioni di katti- con il pronome possessivo enclitico suffisso, come abbiamo citato a proposito delle lettere di Maõat e come è testimoniato da quanto segue:

[64] (m.-i.) Istr., Ro. II 2 [nu-u ô -ma-a ô UGULA LI-IM É E-RI] (3) NIMGIR.ÉRIN MEÊ -ya kat-ti-i ô -mi a-ra-an-ta "[un comandante del battaglione di campo] e un ufficiale delle truppe stanno con loro"

[65] (m.-i.) Istr., Ro. II 50 GAL LÏ MEÊ .Ê UKUR-ya-a ô -ma-a ô NIMGIR.ÉRIN MEÊ -ya kat-ti-i ô -mi i-ya-an-ta "e il capo degli uomini della lancia e un ufficiale delle truppe marciano con loro".

La costruzione degli EAA con i pronomi possessivi enclitici è tipica della lingua antica e tende a decrescere nelle fasi posteriori, fino a sparire quasi del tutto nella fase tarda. Al suo posto si afferma la relazione tra gli EAA e i pronomi personali in

caso dat., come è testimoniato dagli esempi [61], [62] e [63 b ]. La costruzione dat. del pronome personale - kattan per l’espressione

della compagnia trova dunque il suo diretto predecessore in katti+ pronome possessivo suffisso, cioè in un sintagma che è unitario

semanticamente e sintatticamente. In [61], [62] e [63 b ] sebbene kattan e i pronomi personali in caso dat., sia tonici che enclitici,

siano separati sul piano grafico, non è possibile ritenerli distinti

a livello semantico senza che l’intero contesto della frase ne risenta. E’ interessante osservare che in m.-i. sono possibili delle costruzioni ibride per la presenza sia del pronome possessivo enclitico suffisso all’EAA, sia del pronome personale enclitico suffisso al primo elemento tonico della frase, come accade in

[65], in cui - ô ma ô rafforza - ô mi di katti- ô mi 56 . Secondo Boley

56 La stessa costruzione in Istr. è attestata anche in Ro. II 6-7 e Ro. II

54, mentre in Ro. II 20 ricorre solo -ômaô ... kattan; con peran: Istr. Ro. I 35.

50 Capitolo II

(1985a: 28) queste costruzioni sono “equivalent to the simple PW” probabilmente, aggiungiamo, perché la sensibilità verso i possessivi enclitici era già in declino e nel fare ricorso ad una espressione canonizzata dall’uso, si avvertiva la necessità di specificare la componente pronominale che altrimenti non avrebbe ricevuto adeguato rilievo.

La costruzione di m.-i. [63 b ] merita un’attenzione particolare, trattandosi a rigor di termini di un sintagma pre-posizionale in riferimento alla posizione dell’EAA, dal momento che kattan è

preposto al costituente a cui è in relazione. In m.-i. [60 b ] ô er è in questa stessa posizione ma, come abbiamo detto, per questioni stilistiche, è infatti in chiasmo con il sintagma posposizionale di

a [60 b ]. In m.-i. [63 ] non ci sembra di poter ricorrere a motivazioni di ordine stilistico e tale costruzione è degna di nota anche per

essere documentata in relazione ad un sintagma che esprime compagnia, frequentemente reso con katti- e il pronome

possessivo suffisso. Per [63 b ] sembrerebbe aversi a che fare con una reinterpretazione ‘letterale’ della costruzione katti- +

pronome possessivo: al posto di katti- ô

i si preferisce il pronome personale tonico corrispondente al possessivo enclitico di terza sing., apedani, ma mantenendo la stessa posizione dell’enclitico, cioè dopo l’EAA, e ricorrendo alla forma dell’EAA corrispondente

a katti- che può stabilire relazioni con i costituenti tonici, cioè kattan.

I sintagmi posposizionali per l’espressione della compagnia, della causa e del vantaggio sono presenti anche in testi n.-i. L’espressione del vantaggio in n.-i., così come nelle epoche precedenti, è ottenuta mediante ô er in funzione posposizionale:

[66] (n.-i.) Alakô., A, Ro. I 71’ nu I UTU GIM-an tu-uk A-la-

d ÊI

ak-  ô a- an -du-un SIG

5 -an-ti me-mi-ni (72’) I Ê -TU A-WA-AT A-BU- KA pa-a

è  - è a a-a ô - è a- è a- at nu-ut-ta wa-ar-ri ú-wa-nu-un (73’) nu-ut-ták-kán LÏ KÚR-KA ô e-er ku-e-nu-un “e come io, la maestà,

ho protetto te, Alakôandu, nella buona volontà, secondo la parola di tuo padre, e a te sono accorso in aiuto e per te ho ucciso il tuo nemico"

[67] (n.-i.) TB, Ro. II 54 Id LAMMA-a ô -ma-mu a-pé-e-da-ni-ya me-e- è u-ni (55) ô e-er ak-ta "e Kurunta a quel tempo sarebbe

morto per me".

Il contesto di questi passi, e in particolar modo di [66], richiama alla memoria quello di m.-i. [60 b ], il cui verbo di frase è kuen-

“uccidere” 57 .

57 In [50] ôer è documentato con ak- “morire” ed è stato da noi interpretato come esprimente il fine o lo scopo in base al contesto, lo stesso che invece in [67], pur in presenza del medesimo verbo, ci

51 Come vantaggio proponiamo di intendere anche dat.loc. ô er con

Funzione posposizionale - § 2.4

linganu- “far giurare”:

[68] (n.-i.) AM KBo IV 4, Vo. IV 59 nam-ma-an-za-an A-NA SAG.DU- Ê U ô e-er an-za-a-a ô - ô

a (60) [A-NA DUMU] MEÊ - Ê U ô e-er li-in-ga-nu-ut “e inoltre lo aveva fatto giurare per la sua stessa persona e per noi, suoi [figli]”

[69] (n.-i.) AM KBo IV 4, Vo. III 14 nu-u URU ô - ô i KUR Kar-ga-mi ô

ô  e-er li-in-ga- nu-nu -un “e per lui ho fatto giurare il paese di Kargamiô”

[70] (n.-i.) Dupp., A, Ro. I 17’ [A-NA] A- Ê AR A-BI-KA ti-it-ta- nu-nu-un-p ÿ t nu-ut-ta [t]u-uk (18’) [NI]N ?? -u ô

ÊEÊ MEÊ -KA KUR URU A-mur-ri-ya ô e-er li-in-ga[-n]u-nu-un "ti ho insediato proprio

sul trono di tuo padre e per te ho fatto giurare le tue sorelle, i tuoi fratelli e il paese di Amurru".

A confermare che l’espressione dat.loc. ô er linganu- sia da intendersi “far giurare per, a (vantaggio di)” 58 è il confronto con

una costruzione semanticamente affine: dat.loc. mena èè anda linganu- “far giurare per, a (lett. nei confronti di)”, con mena èè anda “contro, verso, nei riguardi di, al cospetto di” (CHD, L-N: 274 e sgg.):

ô ÊI -ma A-NA d UTU ] (39) [

(m.-i.) Madd., Vo. 38 I Ma-ad-du-wa-at-t[a-a

URU

Ê LÚ A] KUR P ¡ -i-ta-a ô - ô a ta-pa-ri-ya-al-l[e-e-e ô Ù

LÏ.MEÊ  

] URU Ê U .GI P ¡ -i-ta-a ô - ô a-ya me-na-a è - è a-an-ta li-in-ga-

nu-u  ô - ki [-it] “[ma] Madduwatta fece giurare <fedeltà> [per la maestà] i regnan[ti] del paese di Pitaôôa [e] i nobili di Pitaôôa”.

Le stesse costruzioni, con ô er e con mena èè anda si ritrovano con link- “giurare” (CHD, L-N: 62):

[71] (n.-i.) TB, Ro. II 38 nu A-NA ZI-YA ô e-er ki-i ô - ô a-an le-en- kat-ta "e per la mia anima giurò nel modo seguente"

(n.-i.) Kup., D, Vo. III 52 [(nu-u)] ô - ô

i me-na-a è - è a-an-da li-in- kat-ta “[(ed)] egli giurò per lui” (Friedrich, 1926: 95-181) 59 .

L’alternanza di mena èè anda e ô er con i verbi di giuramento, testimonia che

ô er è da intendersi con una semantica simile a quella di mena èè anda e non come indicatore spaziale “su, sopra”.

suggerisce di intendere ôer come espressione del vantaggio; le due connotazioni rientrano comunque in un’area semantica affine.

58 Per questa interpretazione si veda Otten (1988: 49).

59 Si veda anche CHD (L-N: 281-282) .

52 Capitolo II

In funzione avverbiale ô er serve anche per l’espressione dell’argomento, [48] e [49], e stessa funzione semantica ha come

posposizione in [72 a ]:

[72] (n.-i.) Alakô., A, Ro. II 82 a a-p ¡ -ni-e ô - ô u-wa-an-ta-an-ma

me-mi-an ku-wa-  pí [(i ô -ta-ma-a ô -zi)] (83) nu-za-kán me-mi-ya-ni ô e-er le-e k[(a-ru-u ô - ô i-ya- ô i b EGIR-pa-ya le-e)] (84) [(wa)]-a è -

nu- ô

i "quando tu [(senti)] un fatto di questo genere, non [(devi tacere)] riguardo al fatto [(e non devi volger)]ti <da un’altra parte>!".

Con ô er si può esprimere anche la causa alla base di un evento:

[73] (n.-i.) AM KUB XIV 15, Vo. IV 24 a nu-wa-ták-kán A-NA LÚ MEÊ URU Kar-ki- ô

a an-da wa-a-tar-na-a è [- è u-u]n (25) b nam- ma-wa-at-ta LÚ MEÊ URU Kar-ki- ô a ô e-er pí-i-ya-ni-i ô -ki-nu-un “‘ti ho dato in affidamento agli abitanti di Karkiôa e inoltre a causa

tua ho ricompensato gli uomini di Karkiôa’” 60 .

Il contesto di [73] ci obbliga a ritenere ô er in stretta relazione al pronome dat. -ta, sebbene tra essi intercorrano altri costituenti. L’espressione della causa con ô er posposizione è documentata già nei testi m.-i.:

(m.-i.) HKM 18, Vo. 23 ka-a-a ô -ma ÉRIN MEÊ URU I ô - è u-u-p ¡ -it-ta (24) ÉRIN MEÊ GIÊ za-al-ta-i-ya-a ô - ô

a ku-in (25) è al-ki-in tu-kán-zi è ar-k[án-z]i (26) ki-nu-na a-pé-e-da-ni è al-ki-i (bordo superiore) (27)

d UTU ÊI ô e-er me[-e]k-ki è a-a ô -ki-it “ecco, il grano e la

paglia (?) che le truppe di Iôèupitta e le truppe addette ai carri

han[no]; ora la maestà per quel grano sarà molto sazio”.

Ben nota è la locuzione apadda(n) er “per questo” (HW ô 2 , A: 168

e sgg.):

(n.-i.) Man., A, Ro. I 46 nu-ut-ta d UTU ÊI g[e-en-z]u da-a è - è u-un (47) [nu-ut-ta a]-pát-da-an  ô e-er ka[-ri]- ya  -a è - è a- è a-at “ed io,

la maestà, ti ho preso le gi[nocchi]a e per <ciò> [ti] ho preso a ben volere” (Friedrich, 1930: 1 e sgg.).

Per la compagnia, come già in m.-i., si ricorre a kattan in relazione posposizionale ad un pronome enclitico o tonico in dat.:

[74] (n.-i.) Alakô., A, Vo. III 4 ma-a-an ! UTU a-pé-ez KUR-e- a[(z)] (5) .... (6) [(la-a è - è i-ya-m)]i a nu-mu zi-iq-qa QA-DU

d ÊI

RIN MEÊ ANÊE.KUR.RA MEÊ

(7) [(kat-  ta -an la-a è - è )]i-ya- ô

i na-

60 Per la traduzione italiana di anda watarnaèè- si veda § 3.3.9; riguardo a piyanniôk- si rimanda a CHD (P: 249 e sgg.).

Funzione posposizionale - § 2.4

a  ô -ma ma-a-an BE-LU ku-in- ki [(ke-e-ez)] (8) [(KUR-az)] la-a è - è i-ya-u-wa-an-zi u-i-ya-mi b nu a-p[(é-e-da-ni-ya)] (9) [(kat-ta-

an la-a è )]- è i-e ô -ki- ô

i "se io, la maestà, da quel paese, ...., [(andrò a combattere)], allora tu con truppe e carri [(combatterai con)] me, o se un qualche signore [(da questo paese)] invierò a combattere allora tu dovrai continuare a [(com)]battere anche [(con)] lui ".

[75] (n.-i.) AH, Ro. II 36 nu-mu I ME XX É [(Í-IM-TUM ANÊE.KUR.RA)] MEÊ pé-e ô -ta (37) [( RIN MEÊ -a)]z-ma-mu I LÚ-ya kat-ta[(-an Ú-UL e-e)] ô -ta "e mi diede centoventi [(pariglie di cavalli)], ma delle truppe neppure un uomo era con me"

[76] (n.-i.) AM KUB XIV 16, Ro. I 24 a am-mu-uk-ma KARAÊ ¸I.A -

b RIN MEÊ LÏ.MEÊ UKU.UÊ-ya-mu ku-i ô kat-ta-an e-e ô -ta (26) [na-at pa-it]

a ô (25) [te-e-pa-u-wa-az]

kat-ta-an

e-e ô -ta

“l’esercito con me era [piccolo] e le truppe armate pesantemente che erano con me, [esse andarono]”

[77] (n.-i.) AH, Ro. II 22 nu-za ÉRIN MEÊ [(NA-RA-A-RU Ê

A KUR TI te-pa-u-wa-za GAM-an e-ep-pu-u-un)] "ed [(io ho preso con)] me stesso le truppe [(ausiliarie del paese in piccolo numero)]".

Analogamente a quanto si è considerato per le attestazioni di età m.-i., non è possibile eliminare kattan da questi passi, senza che il contesto generale ne risenta. Nel corpus n.-i. studiato non abbiamo trovato alcun esempio di katti- + pronome possessivo enclitico per la compagnia, sintagma che invece era ancora ben documentato in m.-i. L’assenza di questa costruzione è da inquadrare nel fenomeno più generale dello scarsissimo uso, direi quasi scomparsa, dei possessivi enclitici dai testi n.-i., le cui tracce cominciano a scorgersi già in m.-i., ma che in questa fase è portata a compimento. La posizione di kattan nella frase è sempre distante dal pronome a cui è in relazione, sia esso enclitico, [75],

[77], o tonico, [76 a ], ma ciò non influisce in alcun modo sulla sua funzione di posposizione.

I passi analizzati in questo paragrafo mostrano che nella lingua ittita sono documentati sintagmi posposizionali per l’espressione della compagnia, della causa, del vantaggio e dell’argomento. Questi sintagmi sono formati da un costituente in caso gen., limitatamente allla lingua antica, e in dat.(-)loc., in tutte le fasi linguistiche e un EAA che lo governa come posposizione. Qualora si provasse ad eliminare l’EAA dalla frase o a considerarlo sintatticamente indipendente, l’intero contesto nonchè la sintassi stessa

risentirebbero. La posizione delle posposizioni non è fissa né è sempre prossima al costituente a cui è in relazione, la loro funzione risulta tuttavia evidente dal contesto generale. In particolare si osserva che in a.-i. sono documentati sintagmi con il pronome enclitico suffisso; dal m.-i.

della frase

ne

54 Capitolo II

in poi il sintagma posposizionale è interrotto dall’interposizione di altri costituenti nei seguenti casi: la posposizione sia in relazione ad un pronome personale enclitico suffisso nella catena

di enclitici di inizio frase (n.-i. [66 a ], [67] etc.); la presenza di kuit causale, che va a collocarsi tra la posposizione e il

costituente in dat.loc. dal m.-i. (m.-i. [60 a ]); la presenza di un pronome relativo, che in m.-i. [62] e n.-i. [76 b ] si interpone tra la posposizione e il pronome personale enclitico; il soggetto (n.-i.

[76 a ]). La scarsezza della documentazione relativa all’a.-i. non permette

di escludere che i fenomeni osservati per le fasi m.-i. e n.-i. non siano ipotizzabili anche per la lingua antica.