Esame della costruzione accusativo-Elementi Avverbiali Adirezionali/Elementi Avverbiali Direttivi-verbo di moto

2.5.3 Esame della costruzione accusativo-Elementi Avverbiali Adirezionali/Elementi Avverbiali Direttivi-verbo di moto

Una costruzione che è attestata fin dall’a.-i. è quella dei verbi intransitivi di moto che possono esprimere direzione in relazione

a un costituente in caso acc. che può avere funzione di spazio o di direzione. Acc. di spazio-verbo di moto intransitivo:

(a) (a.-i.) StBoT 25 n. 3, Ro. I 40' KASKAL-an LUGAL-u ô ku-in u|-iz-zi "la strada lungo la quale il re viene (: la strada che il re percorre)"

(b) (m.-i.) Istr., Vo. III 28 EGIR-pa-ya-a ô ZAG-az a-pu-u-un- p ÿ t KASKAL-an pa-iz-zi "ed egli ritorna per quella stessa strada

a destra"

(c) (n.-i.) (mit.) KUB XXXIII 112 Vo. III 3’ + KUB XXXVI 2, Vo. III 10’ KASKAL-an-ma I[M ¸I.A (ku-in)] i-ya-an-ta-ri nu KASKAL[-an

n[u (am-mu)]-uk

d LAMMA-a ô ne-pí- ô [(a-a ô LUGAL-u ô )] (5’/12’) DINGIR MEÊ -a ô è i- in-ik-m[(i)] "o Lamma, [(re)] del cie[(lo)], forse che [(io)] non

asse[(gno)] agli dei la strada [(lungo cui)] i v[enti] vanno e la stra[da lungo cui] i venti vengono?” (Laroche, 1968).

Acc. di direzione-verbo di moto intransitivo:

(d) (a.-i.) StBoT 25 n. 3, Ro. I 3' [III-i] ô LUGAL-un SAL.LUGAL-an-na è u-ya-an-zi "camminano [tre v]olte verso il re

e la regina"

89 (e) (a.-i.) StBoT 25 n. 31, Vo. III 8'

Funzione preverbale - § 2.5

è a-a-a ô - ô a-an-kán è u-ya- an-zi [ "camminano verso il focolare".

Il caso acc. indicante direzione può ricorrere con verbi di moto transitivi in concomitanza dell’acc. dell’oggetto:

(f) (a.-i.) StBoT 25 n. 3, Vo. IV 38 tu-u ô al-ki-i[ ô -t]a-a-an tar- na[-a] è - è é "e li (= gli uccelli) lascio andare verso il ramo";

I verbi di queste frasi sono tutti di movimento e possono esprimere direzione, siano essi intransitivi, uwa-, pai-, iya-, è uwai-, o transitivi, tarna-; quest’ultimo è l’unico verbo degli esempi proposti ad essere documentato con due accusativi: il pronome enclitico plur. -u ô

e il sostantivo alki[ ô t]an “ramo”. Ragioni di contesto palesano che il pronome -u ô è l’oggetto diretto di tarna-, mentre alki[ ô t]an indica la direzione verso cui l’azione espressa dal verbo è indirizzata. In tutti gli altri passi l’acc. non ha la funzione di oggetto diretto del verbo perché i verbi sono intransitivi. A conferma della intransitività dei verbi in queste costruzioni sono il participio di è uwai-, attestato in (d)

e (e), l’ attivo è uyant- “colui che cammina/corre” e non passivo, come di norma è il participio dei verbi transitivi, e la presenza del nom. del pronome personale enclitico -a- in altre attestazioni con uwa-, iya-, pai-, e con quest’ultimo anche in (b), che in funzione di soggetto è usato solo in frasi con verbo intransitivo, secondo quanto è stato determinato da Watkins (1963: 42; 1968-

71) e dimostrato da Garrett (1990a: 279 e sgg.; 1990b: 95 e sgg.; 1990c: 227 e sgg.). Watkins (1963: 42) ha osservato che nella catena degli enclitici di inizio frase può ricorrere una forma del pronome enclitico -a- o in caso nom., es. *na-a ô o *na-at, o all’acc., es. *na-an, *na-at, ma non un nom. e un acc. contemporaneamente, es. *na-a ô -an o *na-an-a ô . I pronomi -a ô o - at come nominativi non sono attestati neppure in frasi in cui vi è un nome in caso acc. con funzione di oggetto, es. *na-a ô NINDA da-a-i “ed egli prende il pane”, mentre sono noti esempi con l’acc. del pronome -a- in qualità di oggetto e un nome in caso

nom. come soggetto, KUB XXIII 1 +, Ro. II 10 na-an I NIR.GÁL-i ô da-a-a ô “Muwatalli lo prese” (Garrett, 1990b: 96). Quest’ultima

costruzione palesa che il nom. del pronome enclitico -a- in funzione di soggetto non è attestata con verbi transitivi. Gli ulteriori approfondimenti di Garrett, hanno confermato le osservazioni di Watkins e hanno aggiunto che un pronome enclitico al nom. come soggetto può ricorrere nella stessa frase in cui vi è un acc. di spazio, come nell’ esempio (b) da noi proposto,

e perciò il verbo di frase deve essere intransitivo (Garrett, 1990b: 97-98) 86 . In conclusione, i costituenti in caso acc. delle frasi (a)-

86 L’altro caso in cui il pronome enclitico al nom. come soggetto è attestato nella stessa frase con un acc., è che l’acc. sia in apposizione

90 Capitolo II

(f) non hanno tutti la medesima funzione: quelli in (a)-(c) indicano lo spazio in cui un’azione di moto ha luogo e sono pertanto classificabili come accusativi di spazio (Francia, 1997); quelli in (d)-(f) invece indicano la direzione del movimento espresso dal verbo, vale a dire sono accusativi di direzione (Francia, 1996b). Costituenti in caso acc. la cui funzione è di indicare l’ambito spaziale in cui un’azione di moto ha luogo sono attestati anche in frasi con un EAD in testi n.-i. o in copie di età n.-i.

Acc. di spazio-EAD-verbo di moto intransitivo:

acc. katta pai- “(di)scendere”

(g) (a.-i./d.-n.) KBo XXX 164, Vo. III 8’ ma-a

d è - è a-an-ma LUGAL-u ô (9’) KUR-e ú-e-e è -zi (10’) na-a ô -k ÿ n

Me-iz-zu-ul-la (11’) EGIR-an ar- d è a pa-iz-zi (12’) na-a ô -k ÿ n Ê A Me-iz-zu-ul-

la (13’) lu-u ô- ta-ni-in kat-ta pa-iz-zi (14’) na-a ô -k ÿ n è a-le-en- tu-u-a ô (15’) an-da pa-iz-zi "ma come il re gira nel paese, egli

passa dietro il tempio di Mezulla ed egli scende per l'entrata posteriore del tempio di Mezulla e entra nel palazzo" (Alp, 1983)

[175] (n.-i.) AM KUB XIX 37, Vo. III 55 [nu ¹D ]Ma-ra-a ô - ô a-an- da-an kat-ta pa-a[-un] "[e] disce[si] lungo il fiume Maraôôanda"

acc. ôara pai-

“salire”

[176] (n.-i.) AM KUB XIX 37, Vo. III 49 b ma-an-kán ¸UR.SAG Te-

e  è - ô i-na-an ô a [-ra-a] pa-a-un “sarei salito lungo il monte Teèôina”

acc. ôara uwa- “salire”

[39] (n.-i.) AM KUB XIX 37, Ro. II 29 e-di-iz-za-ma-a ô - ô

i (30) URU Ta-pa-pa-nu-wa-az nu-k ÿ n MU-LU- Ï ÿ p r-ku-in ku-wa-p ¡ (31)

EGIR-an ô a-ra-a £ -wa- ô

è a-a-a ô (32) pa-ra-a-ma A.ÊÀ A.GÀR

i nu ô a-ra-a-az-zi-ya-tar ir-

Ê A Tim-mu- è a-la u-e-mi-ya- ô i "dall'altra sua parte, da <quella della> città di Tappanuwa, quando sali <da> dietro lungo il picco brullo, il picco <è> il confine; e oltre trovi i campi di Timmuèala".

URU

partitiva, e come tale riconoscibile anche come accusativo di relazione (Garrett, 1990b: 97-98): (n.-i.) (mit.) KUB VII 1+ KBo III 8, Vo. III 40 na-aô UZU pa-an-tu-u-èa-aô-ôa-an èa-mi-ik-ta-at (41) na-aô UZU ar-ra-aô-ôa-an èa-mi-ik-ta-at na-aô UZU ge-nu-uô-ôi-it (42) èa-mi-

ik-ta-at “egli era legato (relativamente) alla sua vescica, egli era legato (relativamente) al suo ano, egli era legato (relativamente) al suo ginocchio” (Laroche, 1965).

91 acc. anda ar- “giungere in, penetrare”

Funzione preverbale - § 2.5

[177] (m.-i.) Madd., Ro. 82 [nu-wa ]A 87 Ê I Ma-ad-du-wa-at-ta tu- e-ek-ku-u ô an-da me-ek-ki a-ar- è u-un "e sono penetrato a fondo (lett. “giunto”) nell'animo (lett. “nelle membra”) di Madduwatta".

In questi passi gli EAL attestati sono EAD, fatta eccezione per × ppan che però ricorre come EAL doppio insieme con ô ara per l’espressione di una indicazione locale composita “su, dietro”. Con ô ara che interviene sulla semantica verbale come preverbo e imprime al verbo una precisa direzione “verso l’alto” e

× ppan avverbio indipendente, “<dalla parte di> dietro”, da cui la nostra traduzione “sali dietro”. I nomi in caso acc., tranne tuekku ô di [177], rimandano o a generiche indicazioni locali (lu ô tanin, MULU parkuin, ¸UR.SAG-an, come pure KASKAL-an nei passi (a)-(c)), oppure sono nomi propri di luogo ( ¹D Mara ôô andan, ¸UR.SAG Te èô inan); i verbi sono pai-, uwa-, ar- intransitivi, di

moto e possono esprimere la direzione. In tutte le attestazioni i nomi in caso acc. indicano lo spazio in cui ha luogo l’azione espressa dal verbo. A confermare che la funzione di tali accusativi rientra nell’ambito spaziale è il confronto tra [176 b ] e l’attestazione a poche righe di distanza con

il dat.loc. del nome proprio di luogo, INA ¸UR.SAG Te èô ina, là dove in [176 b ] c’è l’acc. ¸UR.SAG Te èô inan:

[178] (n.-i.) AM KUB XIX 37, Vo. III 52 a[m-mu-uk-ma-kán] (53) [I-NA]

¸UR.SAG Te-e è - ô i-na ô a-ra-a-pát pa-a-un “[e] io salii proprio al monte Teèôina”.

La costruzione di m.-i. [177], merita una riflessione: il verbo è ar- e il nome in caso acc. tuekku ô non è un nome di luogo propriamente detto, come invece quelli degli altri passi. Il senso di

avviso, intendersi metaforicamente, come pure metaforico è lo spazio stesso a cui si fa riferimento: l’azione espressa da ar- trova luogo in “(tutti i punti del) corpo (= membra)” di Madduwatta. Che si tratti di metafora è evidente anche dall’uso stesso del verbo ar-, normalmente in relazione a nomi di luogo concreti e che difficilmente potrebbe riferirsi altrimenti a tuekka- “corpo,

questa espressione

deve,

a nostro

persona” soprattutto in costruzione con anda 88 . Le caratteristiche sintattiche e di contesto di [178] (il verbo intransitivo di moto e che può esprimere direzione, l’EAD e il nome inanimato usato come un luogo figurato) lasciano intendere tuekku ô come acc. di spazio: “sono penetrato a fondo nell’animo di Madduwatta”,

87 Collazione da foto gentilmente comunicatami dal Prof. A. Archi.

88 Questo passo è riportato anche in HW 2 (A: 214); la stessa espressione ricorre anche in KUB XXXVI 55, Ro. II 22 tu-ik-ku-uô an-

da ar-nu-ud-du come segnalato da Otten (1969: 23).

92 Capitolo II

letteralmente “sono giunto molto dentro attraverso tutte le membra di Madduwatta”. anda modifica la generica semantica di ar- indirizzandone l’azione in un punto preciso dello spazio (§ 3.3.8), per così dire: l’acc. di spazio specifica che l’azione trova attuazione passando attraverso tutto il corpo e anda, a sua volta, sottolinea che ciò avviene all’interno. Gli accusativi di spazio ricorrono dunque sia in frasi dove non è documentato alcun EAL, (a)-(c), sia in quelle con un EAD, (g), [175], [39], [176], [177]. Dal confronto tra le frasi senza e con un EAD, emerge che l’acc. non è in relazione ad esso, proprio perchè è attestato anche in frasi in cui l’EAD è assente e, soprattutto, perché gli EAD stabiliscono relazioni con il caso dir.

e dat. in a.-i. e con il dat.loc. e sporadicamente con l’abl. nei periodi posteriori, mai con l’acc. (§§ 3.3.1; 3.3.4). Esclusa la possibilità che gli EAD in queste frasi siano in funzione posposizionale, resta da verificare se siano avverbi o, come noi cercheremo di provare, preverbi. Dai contesti dei diversi passi, risulta che l’azione espressa dai rispettivi verbi è in qualche modo modificata dalla presenza degli EAD che ne indirizzano l’azione verso un punto dello spazio e pertanto non sono degli indicatori locali indipendenti. L’EAD e il verbo costituiscono una unità semantica e, in quanto tale, presentano una sintassi analoga

a quella del verbo di base, reggendo l’acc. di spazio. Il confronto tra le frasi con e senza un EAD evidenzia che non c’è alcuna differenza sintattica tra esse, poiché i verbi di moto intransitivi che possono esprimere direzione sono attestati nei passi con e senza EAD e possono governare l’acc. di spazio. La differenza è piuttosto nel tipo di movimento espresso: là dove l’EAD è assente, i verbi esprimono un movimento lineare, dove invece è presente la semantica di base di ciascun verbo subisce delle modificazioni e il movimento è indirizzato verso una determinata dimensione data dal preverbo e in acc. è l’ambito spaziale in cui tale azione trova attuazione. Fino ad ora abbiamo esaminato esempi in cui gli accusativi di spazio sono in frasi senza alcun EAL o con un EAD. In alcuni passi m.-i. del corpus studiato è attestata la costruzione acc.- EAA-verbo, i verbi in questione sono tutti intransitivi di moto e possono avere un’accezione direzionale.

Acc. di spazio-EAD-verbo di moto intransitivo:

a c c . p e r a n a r èa p a i - “passare avanti (a)”

[179] (m.-i.) Istr., Vo. III 19 a-ra-a è -za-ma-az ku-i ô LÏ ME- Ê E-DI è ar-zi (20) na-a ô -ta ma-a-a è - è a-an ô ar-kán-ti-in A-NA LÏ.MEÊ ME- Ê E-DU-TIM

è a-an-da-a-an-zi (21) a-pa- ô a-kán ô ar-kán-ti-in (EGIR-an ar- è

a su rasura) EGIR-an ar- è

a pa-iz-zi (22) na-a ô

ô  ar- kán -ti-i a-ra-a è -za ZAG-az i-ya-an-na-i “ma quella guardia che tiene l’esterno, come allineano il ô arkanti- alle guardie del

93 corpo, passa dietro al ô arkanti- ed egli cammina al lato esterno

Funzione preverbale - § 2.5

del ô arkanti-, <cioè> alla <sua> destra ”

[180] (m.-i.) Istr., Vo. III 28 EGIR-pa-ya-a ô ZAG-az a-pu-u-un-

pát KASKAL-an pa-iz-zi (29)  LÏ.MEÊ ME- Ê E -DU-TI-ma-a ô -kán pé-

I Ê- TU DUMU <MEÊ?> . .GAL pa-iz-zi "ed egli ritorna proprio per quella stessa strada a destra, ma non passa davanti alle guardie del corpo

ra-an  ar- è a Ú- UL pa-iz-zi

na-a ô (30)

e va dalla parte dei paggi”

[181] (m.-i.) Istr., Vo. III 31 a ma[-a-a]n ô ar-kán-ti-i ô- ma ar-ta A-NA LÏ ME- Ê E-DI-ma na-a ô -ma A-NA DUMU. .GAL (32) [DI]- NU na-a -kán

a Ú-UL pa-iz-zi (33) b ô ô è EGIR-an(-)ar- è a-a ô -kán pa-iz-zi "ma se il ô arkanti- sta <lì> e il caso giudiziario <riguarda> una guardia del corpo o un paggio, egli non passa davanti al ô arkanti- , egli passa dietro"

ar-kán-ti-in pé-ra-an ar-

In questi esempi il verbo di frase è pai- “andare” intransitivo e di moto; i passi in questione presentano caratteri di omogeneità, dal momento che appartengono allo stesso testo, hanno lo stesso verbo di frase, l’EAL è adirezionale ed è sempre seguito da ar è a

e, infine, il nome in caso acc. è l’animato 89 ô arkantin . L’acc. ô arkantin non può essere in rapporto con gli EAA, che in m.-i. in

qualità di posposizioni stabiliscono relazioni con il dat.loc., come già è stato ribadito più volte, non rimane che il verbo quale altro costituente della frase da cui ô arkantin può dipendere. Dai contesti di questi passi emerge che gli EAA e ar è

a influiscono direttamente sul verbo. La funzione di ar è

a è preverbale, non potendo giustificarsi come posposizionale né avverbiale 90 ed è da ritenere che anche gli EAA abbiano questa medesima funzione. Sia gli EAA che ar è

a incidono sul verbo, seppur in modo diverso: gli EAA specificando la dimensione spaziale in cui il movimento ha luogo e ar è

a indicando l’avvenuta conclusione dell’azione. L’acc. ô arkantin non dipende dunque dal solo verbo ma da EAA-ar è a- verbo, quale sintagma semanticamente unitario. La costruzione acc. di spazio-EAA-verbo di moto intransitivo è documentata

89 Le proposte di traduzione di questo nome sono molteplici: Jakob - Rost (1966: 209); Peccholi Daddi (1982: 116-117); Güterbock - van

den Hout (1991: 48); Melchert (1996: 135).

90 La funzione generalmente preverbale di arèa è stata riconosciuta da

Zuntz (1936: 14 e sgg.) e successivamente ribadita in HW 2 (A: 259 e sgg.). Uno studio della costruzione EAA-arèa è stato condotto da Zuntz (1936: 42 e sgg) con conclusioni diverse dalle nostre. A nostro avviso arèa conferisce al verbo l’idea della avvenuta conclusione dell’azione, intervenendo sull’aspetto e non sulla semantica verbale, ragion per cui una costruzione EAL-arèa-verbo non può essere posta sullo stesso piano di una qualunque altra costruzione EAL-EAD-verbo (es.: ×ppan ôara verbo); la funzione aspettuale di arèa merita uno studio a sé.

94 Capitolo II

anche da altri testi, sia di età m.-i. che n.-i. e ar è

a non sempre è presente 91 . Passi senza ar è

a sono:

a c c . ×p p a n p a i - “passare dietro (a)”

(h) (n.-i.) KUB V 1, Vo. IV 65 ¸UR(!).SAG ¸ a- è ar-wa-za-kán GAM EGIR-pa URU A ô -ti-gur-qa an-da-an ú-iz-zi nu ták- ô a-tar EGIR-an (66) pa-iz-zi nu URU Tal-ma-li-an RA-zi “giù dal monte ¸aèarwa

ritornerà in Aôtigurqa e passerà dietro il piano e colpirà Talmaliya” (Ünal, 1974)

a c c . ×p p a n i y a - “(lett.) passare, camminare dietro (a)”

(i) (n.-i.) KUB XI 70, Ro. 36 A-NA I Pal-la-a-wa ku-it am-mu- uk pé-e LIM ô -ki-nu-un (37) nu-wa-ra-at-za DINGIR ô a-a-ak (38)

I Pal-la-an-na-wa-kán EGIR-an i-ya-a è - è u-ut “‘o divinità, devi sapere cosa io ho continuamente dato a Palla! Stai dietro a Palla

!’” 92 (Ünal, 1978).

Rispetto alle attestazioni di età m.-i., in queste manca ar è

a e il nome in caso acc. ha come referente un nome generico di luogo inanimato in (h), ma un nome proprio di persona in (i). La traduzione “stai dietro a Palla” proposta per (i) ricalca un’espressione dell’italiano corrente ed è stata scelta per non scostarsi troppo dal testo ittita in cui riteniamo debba leggersi un’esortazione alla divinità a non trascurare Palla.

Esempi di costruzioni con acc. di spazio-EAA-ar è a:

a c c . k a t t a n a r èa p a i - “passare sotto (a)”

(l) (d.-m.) KBo XXIV 63, Vo. III 1’+ KBo XXIII 43, Vo. III 8’ [DU]G pal- è i-a ô pu-u-ri-ya-a ô pé-ra-an ku-e (2’/9’) [GI]Ê è a-ta[-al-

k]i-i 93 ô -na-a ô KÁ.GAL ar-ta-ri (3’/10’) MUÊEN ¸I.A -ya-a ô - ô a-an an-da è a-ma-an-kán-te-e ô // (4’/11’) na-a ô -ta EN SÍSKUR a-pé-

e-a KÁ.GAL ¸I.A

a [p]a-iz-zi “e gli uccelli <sono> legati insieme alla porta di biancospino che sta davanti

(5’/12’) kat-ta-an ar- è

91 A conferma che arèa non ha nulla a che fare con la semantica del verbo che resta inalterata rispetto alle attestazioni dove invece arèa è

presente. Per altri esempi analoghi a quelli proposti si veda CHD (P:

36 e sgg.).

92 L’interpretazione di questo passo da parte degli studiosi non è univoca; a proposito, si veda: Sommer (1932: 186-187 nota 1), Ünal

(1978: 65, 115), HED (E-I: 333), Kronasser (1966: 463), van den Hout (1995: 219). Indicazioni bibliografiche ulteriori sono in De Martino (1998: 21).

93 Il parallelo KUB XLV 26 + KBo 27. 159, Ro. II 11 presenta [(pal)]- èi pu-u-ri-ya-aô ku-e KÁ.GAL ¸ I.A

si veda Otten - Rüster (1981: 132- 133); si consideri anche CHD (P: 66; 386).

95 alle labbra del vaso; ed anche il mandante del rituale passa sotto

Funzione preverbale - § 2.5

quella porta”

(m) (n.-i.) KUB XI 51, Ro. I 10’ [nu] URU Ê a-pí-nu-wa ô e-e ô -zi KARAÊ-ma  URU

Ê u-up- pí-lu-li-ya-an GAM-an ar- è

¸  a-an-zi-wa ka-ri-ya[-zi] (11’) nu- kán URU

Ê a- è u-zi-mi- ô a-a[n RA-zi] “(la maestà) dormirà a Êapinuwa ma l’esercito sosterà a ¸ anziwa; (la maestà) passerà accanto a/sotto Êuppiluli e [colpirà] Êaèuzi”

a pa-iz-zi nu

URU

a c c . ô e r a r èa i y a - “passare, camminare sopra (a)”

(n) (n.-i.) KUB XIX 23, Vo. 5’ [INIM] I ¸ a-an-nu-ut-ti-ma-mu ku-

I it I TÀ Ê -PUR nu INIM ¸ a-an-nu-ut-ti A[ Ê -ME] (6’) [ ¸ ]a-an-nu-

ut-  ti -e ô TUR RU A-NA EN-YA LÍL-ri ! na-a-wi

5 ku-wa-pí-ik[-ki] (7’) SIxSÁ-at EN-YA-ya-an [ ] (8’) nu-kán ku-it A Ê -RU pa-iz- zi-ya ku-it-ma-kán A Ê -RU nu-u-wa ô e-er a[r- è a] i-ya-ad-da-ri nu- za a-pu-u-un me-mi[-y]a-an a-pí-iz-za UL

è a-a-m[i “[la faccenda] di ¸annutti che mi hai scritto, <quella> faccenda di ¸ annutti [ho udito]: ¸annutti, il giovane, per il mio signore sul campo in nessun modo è stato ancora designato per oracolo; e il signore (nom.) lui (acc.) [ ], in qualunque posto egli andrà e su qualunque posto egli sta ancora camminando; anche per quel motivo non crederò a quel fatto (lett. acc.)” 94 (Hagenbuchner,

(o) (m.-i./d.-n. ? ) KUB XVII 27, Vo. III 12 na-at-kán ANÊE-a ô

ô  e - è ur-re-e ô - ki-id-du (13) [na-at]-kán GU

4 -u ô kam-mar- ô i-e ô - ki-id-du DUMU.LÏ.U 19 .LU-u ô - ô a-an (14) [ku-i ô ] ô e-er ar- è

a i-ya-

at-ta-ri nu-u  ô - ô a-an ô e-er (15) al- la -ap-pa-a è - è i-i ô -ki-id-du “che l’asino [le] (= parole della magia) sporchi pure di urina !

Che il bue le sporchi pure di escrementi ! L’uomo [che] vi cammina sopra, vi sputi pure sopra!” 95 (Haas-Wegner, 1988).

a c c . ô e r a r èa p a i -

“(lett.) passare sopra (a)”

(p) (n.-i.) KUB XXXVI 87, Ro. III ? 3’ [nu A-NA] DINGIR MEÊ -a ô (4’) BAL-wa-an-zi EGIR-pa (5’) I-NA URU Ne-ri-ik-ka

! 96 4 pa-a-u-un (6’) ma-a-an am-mu-uk I Ê -TU DINGIR

(7’) ku-i ô GIÊ TUKUL SUM-an-za e-e

LIM

ô a -ta (8’) BAL-an-mu ku-i ô IGI-an-da (9’) i-ya-at

94 Per il contesto generale si rimanda all’edizione di Hagenbuchner (1989: 28-29); le righe in questione sono state analizzate anche

in CHD (L-N: 423; 469), (P: 36); HW 2 (¸: 2); HED (¸: 331); van den Hout (1995: 202); Tjerkstra (1999: 35).

19 .LU-uô-ôa-an (proposta da Haas- Wegner (1988: 194) e adottata anche da Neu (1968: 66); HED (K: 37) e

95 Si è seguita la lettura DUMU.LÏ.U

Puhvel (1979: 303) leggono DUMU.LÏ.U

19 .LU-ma-ôan. Secondo il testo: ku-it.

96 Capitolo II

na-a ô -ta a-pa-a-at (10’) pé-e-da-an ô e-er ar- è

a pa-a-u-un // (11’) ma-a-an pa-ra-a nam-ma ku-i

ô KAM (12’) MU -za ú-it nu-mu- kán a-ri-ya- ô e-e ô -na-za (13’) IGI ¸I.A

è b -ta (14’) am-mu- uk-ma-kán a-pád-da-ya ô e-er ar- è

wa-al-a

a pa-a-u-un “e sono ritornato a Nerik per fare offerte [agli] dei; quando qualche arma mi era stata data dalla divinità, e qualcuno <l’> ha rivolta contro di me, ho ignorato

posto. Quando, successivamente passò qualche <altro> anno e mi colpì gli occhi con un oracolo, ignorai (lett. sono passato su) anche quella

cosa” 97 (Haas, 1970).

Queste attestazioni provengono per lo più da testi originali n.-i., tranne (l), il cui ductus è di età media, e (o), per il quale la

datazione non è del tutto certa 98 . In esse è sempre presente ar è

i verbi sono pai- e iya-, intransitivi di moto e che possono esprimere direzione. In m.-i. [179], [180], [181 a-b ] e n.-i. (i) i nomi in acc. appartengono alla classe degli animati, mentre nei rimanenti sono inanimati, e rimandano all’ambito spaziale, reale o figurato, nel quale l’azione ha luogo: “passare / camminare avanti/dietro/sopra/sotto/accanto a X”. La funzione degli EAA, con o senza ar è

a, in questi è passi è di intervenire sul verbo modificandone la semantica di base, come già nei passi precedentemente vagliati; il predicato dunque ha uno o più preverbi, pertanto gli accusativi di spazio non dipendono dal solo pai- “andare”, ma da EAA-(ar è a)- pai-. Il testo m.-i. delle Istr. presenta in [182 e ] un interessante confronto con i passi in discussione:

[182] (m.-i.) Istr., Vo. III 24 c EGIR-pa-ma-a ô ku-wa-pí £ -iz-zi (25) d na-a ô a-ap-pa-ya-pát a-pu-u-un KASKAL-an

£ -iz-zi e A-NA LÏ.MEÊ ME- Ê E-DU-TI-ma-a ô- kan (26) pé-ra-an ar- è a £ -iz-zi

"quando egli ritorna, allora ritorna per quella stessa strada ma passa davanti alle guardie del corpo".

Il passo appartiene alla stessa sezione di testo da cui derivano gli esempi [179], [180], [181 a-b ], il verbo di frase è uwa- “venire” intransitivo di moto e può avere un’accezione direzionale; l’EAA è peran ed è seguito da ar è

a, ma al posto del nome in caso acc., come in [179], [180], [181 a-b ], vi è un accadogramma in dat.loc.

97 Per il contesto generale, si veda Haas (1970: 190-191). Dubbia è l’interpretazione di kuitki, se avverbio o pronome indefinito acc. n.

sing. in (n.-i.) KUB L 6 + XVI 41 + 7/v 35 nu-kán A-BI d UTU Ê I (36) [nam]-ma ku-it-ki ôe-er ar-èa pa-it na-at-kán za-a-iô “e il padre della maestà poi ha ignorato qualcosa/ in qualche modo ha ignorato e ci è passato sopra”, edizione van den Hout (1998: 186); si osservi che l’espressione ôer arèa pai-, nel suo insieme, è parafrasata dal verbo za-/zai- “passare sopra” come una unità semantica.

98 In CHD, L-N: 131b, 287b si propone MS, mentre in P: 66a, b si avanza MH/NS ? .

97 E’ proprio il confronto tra le due costruzioni acc. peran ar è a

Funzione preverbale - § 2.5

pai- e dat.loc. peran ar è

a uwa- che ci torna utile per far chiarezza su entrambe: il dat.loc. di [182 e ] conferma che l’acc. di [179], [180], [181 a-b ] è da intendersi come acc. di spazio; il

nome in caso acc., a sua volta, ci suggerisce che il dat.loc. non forma un sintagma posposizionale con peran. Tanto l’acc. di

[179], [180], [181 a-b ] quanto il dat.loc. di [182 e ] dipendono dal sintagma peran-ar è a-verbo, sia esso pai- o uwa-. Con i verbi intransitivi di moto che possono esprimere direzione e l’acc. di spazio a partire dal periodo m.-i. si canonizzano due diverse costruzioni: una con gli EAA e una con gli EAD in relazione al verbo. Le costruzioni con preverbo adirezionale e direttivo servono ad esprimere due tipi diversi di movimento: gli EAA modificano la semantica verbale specificando la dimensione spaziale in cui l’azione trova svolgimento, ma senza indicare alcuna direzione.: “passare/camminare davanti/dietro/sopra a X”; viceversa gli EAD imprimono al verbo di frase la direzione del moto e il costituente in caso acc. specifica l’ambito spaziale in cui esso avviene: “salire/andare su, scendere/andare giù, entrare/andare dentro lungo”. In funzione preverbale, gli EAA negli esempi analizzati tendono a occupare l’ultima posizione, immediatamente vicino al verbo di frase, da cui sono separati

dalla negazione, m.-i. [180], [181 a ] e da mekki in m.-i. [177].