La Spagna nel Sistema Europeo di Istruzione Superiore

1.1.2 La Spagna nel Sistema Europeo di Istruzione Superiore

  La società spagnola ha sperimentato, negli ultimi anni, un repentino cambiamento, che si è conseguentemente riflesso nelle istituzioni e nelle università (Pereyra, Trujillo, Merino, 2008). Le università spagnole, infatti, hanno conosciuto profonde trasformazioni a partire dal considerevole aumento degli iscritti ai corsi: si è infatti passati da 170.000 studenti iscritti nel 1960, all’attuale milione e mezzo di studenti universitari, ottenendo uno dei tassi di crescita più alti registrati nei paesi europei. Allo stesso tempo, vi è stato una rapida crescita del numero di nuovi centri universitari, anche grazie al processo di decentramento politico e amministrativo del Governo centrale, che ha permesso alle Comunità Autonome di assumere sempre più competenze in ambito universitario, ampliando e diversificando l’offerta formativa. Ulteriori cambiamenti hanno riguardato il potenziamento e la valorizzazione delle attività di ricerca e l’incremento della mobilità internazionale di professori e studenti, nonchè lo sviluppo dei piani di valutazione e di miglioramento della qualità, ai quali hanno partecipto la maggior parte delle università spagnole. Già con la Legge Organica dell’Università (Ley Orgánica de Universidades - LOU) n° 6 del 21 Dicembre del 2001, in Spagna, si stabiliva la necessità di ridisegnare le normative del sistema universitario, al fine di entrare, in maniera competitiva, nel nuovo spazio universitario europeo che si andava configurando. La società spagnola, dunque, inizia a manifestare l’esigenza di entrare a pieno titolo ed integrare il sistema universitario spagnolo nel nuovo Spazio Europeo di Istruzione Superiore (Espacio Europeo de la Enseñanza Superior), attraverso delle leggi che dessero impulso alla mobilità, sia degli studenti, che dei ricercatori e dei professori, sia all’interno del sistema spagnolo, che in quello europeo ed internazionale. Le modifiche che la LOU n°62001 contempla per rendere possibile questa trasformazione possono essere sinteticamente enumerate:

  1) nell’ambito delle rispettive competenze, il Governo, le Comunità

  Autonome e le Università, adottano tutti i mezzi necessari per la piena integrazione del sistema spagnolo nello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore (art.87);

  2) si adoperano tutti i mezzi disponibili affinché i titoli rilasciati dalle

  università spagnole siano accompagnati dal Supplemento Europeo al Titolo (art. 88-1 e 3), al fine di avere valore in Europa;

  3) si stabiliscono i mezzi per adottare il sistema europeo dei crediti

  (art.88-3), al fine di poter comparare i corsi di studio con quelli degli altri paesi aderenti;

  4) si incentiva la mobilità degli studenti nello Spazio Europeo

  dell’Istruzione Superiore, attraverso programmi di borse di studio, aiuti

  e crediti allo studio (art.88-4). Allo stesso tempo, la cornice legale dello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore viene realizzata in Spagna anche attraverso i “Real Decreto”, in particolare:

  1) con il Real Decreto 1044 del 1°Agosto 2003, si stabilisce il

  procedimento per il rilascio del Supplemento Europeo al Titolo da parte delle Università.

  2) Con il Real Decreto 1125 del 5 Settembre 2003 si stabilisce il sistema

  europeo di crediti e il nuovo sistema di titoli, valido in tutto il territorio nazionale. Il nuovo sistema di titoli si combina con un adeguato sistema di valutazione e accreditamento che permette di supervisionare la esecuzione effettiva degli insegnamenti e informare gli studenti sulle caratteristiche dell’offerta universitaria. L’accreditamento del titolo si basa sulla verifica del completamento del progetto presentato dall’Università e facilita la partecipazione a programmi di finanziamento specifici, come, per esempio, quelli che riguardano la mobilità di professori e studenti.

  3) Con il Real Decreto 309 del 18 Marzo 2005 si regolano le condizioni di

  omologazione e convalida di titoli di studio universitari di studenti omologazione e convalida di titoli di studio universitari di studenti

  4) Con il Real Decreto 1393 del 29 Ottobre 2007 si stabilisce

  l’ordinamento ufficiale degli insegnamenti universitari che segue la struttura dettata dalle linee generali dello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore. Con questa norma viene messa in evidenza l’autonomia delle Università, per fare in modo che creino e propongano, in accordo con le regole stabilite, i corsi e i titoli da impartire. Allo stesso tempo, questo Real Decreto adotta una serie di mezzi che oltre ad essere compatibili con l’EEAS, rendono flessibile l’organizzazione degli insegnamenti universitari, promuovono la diversificazione curriculare e permettono che le università migliorino la propria capacità di innovazione.

  5) Il Real Decreto 1892 del 14 Novembre 2008 regola le condizioni per

  l’accesso ai corsi universitari e i procedimenti di ammissione alle università pubbliche spagnole. Si stabilisce un sistema di accesso e ammissione ai corsi che presuppone maggior chiarezza e trasparenza, contemplando le diverse situazioni di transazione da ordinamenti precedenti a quello attuale.

  L’integrazione del sistema universitario nello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore ha dunque richiesto proposte e attuazioni concrete, in grado di sviluppare quegli elementi concettuali definiti nelle Dichiarazioni europee e raccolti dalla Legge Organica delle Università (LOU). Attualmente gli insegnamenti universitari che conducono a titoli ufficiali e validi su tutto il territorio nazionale, si strutturano in tre cicli e il superamento di un ciclo permette l’accesso al ciclo successivo:

  1) Grado: sopprime la distinzione tra “diplomatura” e “licenciatura” con

  l’obiettivo di facilitare l’accesso al mondo del lavoro e di fornire l’obiettivo di facilitare l’accesso al mondo del lavoro e di fornire

  2) Il Post-grado: in accordo con la Dichiarazione di Bologna, il secondo

  livello degli insegnamenti universitari, al quale si può accedere dopo aver conseguito il primo, condurrà al titolo di Master o Dottore di ricerca. Gli obiettivi formativi del Post-grado sono più specifici rispetto

  a quelli del Grado e si orientano ad un maggiore approfondimento intellettuale, dando la possibilità di uno sviluppo accademico disciplinare e interdisciplinare di specializzazione scientifica, di orientamento alla ricerca o di formazione professionale avanzata. In particolare per ottenere la qualifica finale del Master si dovranno raggiungere dai 60 ai 120 crediti europei, a seconda della formazione, dell’orientamento della ricerca, scientifica o professionale. I programmi dovranno avere una struttura flessibile e un sistema di riconoscimento e conversione che permettano l’accesso da diversi tipi di formazione previ. I contenuti di questi titoli si definiranno in funzione delle competenze scientifiche e professionali che si intende far acquisire. Considerata la diversità e il carattere specifico di questi studi di postgrado e al fine di favorire la flessibilità, il Governo è tenuto a regolare i requisiti generali di questi corsi di studio, ma senza stabilire direttrici generali sui contenuti.

  Per quanto riguarda il Dottorato, gli obiettivi fondamentali della riforma riguardano la valorizzazione e il miglioramento dei livelli di eccellenza del maggior grado accademico. Il futuro del sistema universitario passa, in gran parte, da un incremento di competitività di questi studi, che dovranno essere attrattivi a livello internazionale.

  Gli insegnamenti attuali saranno definitivamente abbandonati nel 2015, ma per il momento chi ha intrapreso un corso di studi potrà terminarlo con lo stesso piano di studi, fino a che tutti i corsi si saranno estinti.

  I diversi livelli di competenza in materia di formazione universitaria riguardano l’Amministrazione Generale dello Stato, le Comunità Autonome e le singole Università. In particolar modo, queste ultime hanno acquisito, oltre alle attuali competenze, quelle relazionate al rapporto con i docenti, la creazione di centri e strutture di insegnamento a distanza, quelle legate al processo per l’ammissione degli studenti, la costituzione di fondazioni o altre figure giuridiche per il raggiungimento dei propri obiettivi e la collaborazione con altri enti per la mobilità del suo personale. Per quanto riguarda gli insegnamenti a distanza e, in generale, l’introduzione delle nuove tecnologie in ambito accademico, le Università spagnole devono prima di tutto far fronte alle nuove esigenze poste dalla legislazione, e in particolar modo, dalla “Ley de Acceso Electrónico de los Ciudadanos a los Servicios Públicos” (LAECSP o Ley 112007), che obbliga le Amministrazioni Pubbliche a fornire ai cittadini l’accesso ai servizi per via telematica. Le Università devono, dunque, offrire a studenti, professori e personale amministrativo la possibilità di iniziare e seguire tutte le procedure amministrative per via telematica, obbligando, di fatto, la creazione di nuovi servizi di Segreteria Virtuale che abbiano le stesse funzioni di quelle realizzate in forma presenziale. Allo stesso modo, l’Università, come istituzione al servizio della società, deve adattarsi al nuovo contesto che si viene via via delineando e agli studenti, nativi digitali, che chiedono un’Università più moderna, flessibile e aperta.

  All’interno di questo scenario inizia il processo di adattamento, attraverso il quale si passerà da un modello di insegnamento attuale, centrato sui docenti,

  ad un modello centrato sullo studente e sul processo di acquisizione di competenze specifiche e trasversali, dove l’insegnante non è colui che trasmette conoscenza, ma colui che facilita l’apprendimento (Gallego Arrufat, 2001). Nello specifico, ogni anno, a partire dal 2004, vengono resi pubblici in Spagna gli studi della Sezione TIC (Tecnologías de la Información y la Comunicación) della CRUE, cioè della Conferenza dei Rettori delle Università Spagnole. Queste relazioni riportano studi e ricerche sul livello di implementazione delle nuove tecnologie nelle Università, ricreando anno per anno, una sorta di fotografia dinamica dell’evoluzione delle ICT nel Sistema Universitario Spagnolo (SUE) che permette ai gestori di prendere le giuste

  decisioni in questo ambito (Universitic, 2008 8 ).

  I dati dimostrano sostanzialmente che non solo vi è una dimunizione del numero di studenti per ogni computer nelle aule (-26) ma che esiste un aumento sostanziale nel numero di studenti che possono accedere gratuiramente ad internet attraverso i computer posti nelle aule universitarie (+88) e un aumento della copertura wi-fi del 59. Allo stesso modo è cresciuta la percentuale di docenti che utilizzano una piattaforma virtuale per alcune delle attività proposte nei loro corsi di studio (+42) ed è aumentato sensibilmente il numero delle lavagne digitali o delle tecnologie equivalenti che vengono installate rispetto al numero delle aule in cui si svolgono i corsi (+ 168). Un altro dato emergente è che, nel periodo tra il 2006 e il 2010, le matricole entrano nel mondo universitario con un livello di preparazione, in ambito informatico, superiore ai loro colleghi immatricolati in anni precedenti (+19)

  e che dunque anche i docenti hanno dovuto seguire dei corsi di formazione e aggiornamento che riguardano le nuove tecnologie (+10).

  8 Las TIC en el Sistema Universitario Español (2008): evolución. http:www.crue.orgexportsitesCruePublicacionesDocumentosUniversiticuniversitic_2008.pdf

  Infine, un dato interessante riguarda la percentuale di buone pratiche estese e diventate prassi (+32) e la percentuale di processi formativi certificati dalle Università (+102). Questi dati, seppur molto incoraggianti, non devono tuttavia illudere, infatti c’è ancora molto lavoro da fare affinché le Università possano offrire un persorso accademico attuale e che integri le tecnologie digitali (Arribas, Ochoa, Sanchez-Godoy, 2009) In conclusione, l’integrazione della Spagna nel processo di convergenza delle strutture dell’Istruzione Superiore Europeo sembra avere intrapreso la giusta direzione, anche grazie all’attenzione che viene data all’Istruzione Superiore e in particolar modo alle Università, a causa del ruolo che queste ultime svolgono nella diffusione della conoscenza e nell’innovazione (Pereyra, Trujillo, Merino, 2008).