L’Italia nel Sistema Europeo di Istruzione Superiore
1.1.1 L’Italia nel Sistema Europeo di Istruzione Superiore
Già con la riforma degli Ordinamenti Didattici Universitari del 1990 (Legge n° 341 del 19 novembre) veniva introdotto in Italia il concetto di autonomia didattica che permette alle università di scegliere la tipologia delle forme didattiche da adottare per i propri corsi, comprese quelle dell’insegnamento a distanza. Attualmente, l’autonomia delle Università è principalmente regolata dal
Decreto Ministeriale N. 5091999 3 , che nasce come una fase di attuazione e implementazione del Processo di Bologna, e che si pone come principale
obiettivo l’identificazione di criteri generali che permettano alle Università di scegliere quali curricula inserire nei propri piani di studio. Ogni Università ha dunque la possibilità di organizzare i propri corsi in base agli obiettivi formativi che si pone, in maniera relativamente autonoma. Ciò significa che il numero di crediti, i criteri e gli obiettivi generali comuni sono definiti su scala nazionale per tutti i curricula, ma la loro declinazione locale è organizzata e disciplinata in base al regolamento di ciascuna Università, che decide il nome di ciascun curriculum e riporta gli obiettivi e le attività formative, i crediti previsti per ciascuna attività e le modalità di svolgimento dell’esame di laurea finale (Roverselli, 2008). Inoltre, la struttura dei cicli di Istruzione è uguale per tutte le Università e consta di: un primo ciclo, della durata di tre anni, al quale si accede dopo aver conferito il diploma di scuola superiore; al termine dei tre anni, e dopo aver conseguito 180 crediti, si accede ad un esame finale che conferisce il certificato di Laurea di Primo Livello. Al termine di questo primo ciclo si può accedere ai master di primo livello e alla Laurea Magistrale, che dura due anni (120 crediti) e che permette, a sua volta, di accedere al terzo ciclo di studi, che comprende il Dottorato di ricerca, il master di secondo livello e la Scuola di Specializzazione all’Insegnamento Secondario (SISS).
3 Decreto Ministeriale n. 509 del 03.11.1999, Regolamento recante norme concernenti l’autonomia didattica degli atenei, Gazzetta Ufficiale 04.01.2000, n. 2.
Con questa riforma del sistema universitario, che riorganizza i curricola universitari in due cicli più il dottorato di ricerca e introduce un sistema di crediti, in Italia viene resa più semplice la comparazione dei titoli con gli altri sistemi europei. Nel corso degli anni, a partire dal 2002, vengono gradualmente introdotte alcune sostanziali innovazioni e cambiamenti nella legislazione italiana e nelle procedure di riconoscimento delle qualifiche dell’istruzione superiore in Europa (Roverselli, 2008). In particolare con il Decreto Ministeriale del 17 Aprile 2003 vengono stabilite alcune norme per la valutazione dei crediti dei curricula dell’apprendimento a distanza nelle Università private telematiche. In questo campo la priorità è data da una migliore integrazione della dimensione virtuale nella prassi quotidiana, dalla garanzia della qualità e dalla necessità di avere dei sistemi di riconoscimento reciproco, come affermato nella Dichiarazione di Bologna. L’obiettivo è quello di “incoraggiare lo sviluppo di nuovi modelli organizzativi per le università virtuali europee e per
i programmi europei di scambio e collaborazione, facendo tesoro delle strutture europee di cooperazione già esistenti (programma Erasmus, processo di Bologna) e dando ai loro strumenti operativi (sistema europeo di trasferimento di crediti accademici European Community Course Credit Transfer System o ECTS, master europei; garanzia della qualità; mobilità)
una dimensione e-learning”. 4 In particolare, in Italia assistiamo ad una crescente affermazione dell’e-
learning in ambito universitario. Questo trend positivo emerge chiaramente da tre fattori: il primo riguarda l’aumento dell’offerta formativa, il secondo l’attenzione che la ricerca universitaria rivolge alle recenti metodologie didattiche e all’introduzione delle nuove tecnologie nel processo di insegnamentoapprendimento, e il terzo concerne il grande investimento sulle nuove tecnologie della formazione da parte degli atenei italiani (Cantoni et al., 2004). Già nel 2006, in un ateneo su tre, il 10 dei docenti utilizzava la rete
4 Programma pluriennale (2004-2006) per l’effettiva integrazione delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (TIC) nei sistemi di istruzione e formazione in Europa (programma e-learning).
come strumento di supporto alla didattica in presenza (Indagine ELUE 5 ), mostrando interesse in questo settore ed avviando attività integrate nei
curricula, nonostante l’atteggiamento di diffidenza che una parte del mondo accademico ha sempre dimostrato nei confronti delle innovazioni digitali ad uso didattico. Questi dati ottimistici però non devo precludere una riflessione più approfondita, che mostra l’Italia indietro rispetto al resto d’Europa (Ragone, 2009) anche in termini di qualità dell’offerta formativa. Il Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione (CNIPA) per l’introduzione dell’e-learning di qualità nelle Pubbliche Amministrazioni, le Procedure di accreditamento ASFOR (Associazione per la formazione alla Direzione Aziendale) e alcune iniziative significative atte alla certificazione delle professioni dell’e-learning sono i punti di riferimento più importanti per la valutazione della qualità dell’e-learning in Italia. Per quanto riguarda il sistema universitario, invece, l’entrata in vigore del
Decreto Moratti-Stanca 6 , ha accesso un vivace dibattito sulle Università private telematiche 7 , che fa emergere uno scenario in cui corsi di laurea
“facili” sono totalmente sottratti alla valutazione e al controllo di qualità, previste dalle leggi del nostro sistema di istruzione superiore (Ragone, 2009), diventando a tutti gli effetti un “sistema parallelo” per ottenere a pagamento una laurea in tempi brevi. Ad ogni modo, nonostante le incertezze a livello strategico e gestionale, nonostante le difficoltà economiche e la diffidenza, la domanda sulla qualità è sintomatica di una crescita autentica ed esponenziale del fenomeno e-learning
e si auspica che sempre più le esperienze di e-learning crescano, sia sul piano quantitativo che qualitativo.