Scelte localizzative: la Campania come territorio “sacrificato”?

2.2 Scelte localizzative: la Campania come territorio “sacrificato”?

  Come afferma Luigi Bobbio 574 il modello principale usato dalle amministrazioni italiane per scegliere un sito per una grande opera infrastrutturale o industriale è quello

  detto “di mercato” o di “scelta caso per caso”: la scelta del sito è rimessa al privato che propone l'impianto, che deve muoversi all'interno di norme e di una programmazione più o meno stringente elaborata dagli enti locali e in qualche caso dallo stato. «In sostanza il modello di riferimento rimane quello delle localizzazioni industriali (che ovviamente sono lasciate alla libera scelta della singola impresa)». Così prevede anche la legislazione sui rifiuti, per cui le provincie devono individuare le aree inidonee, mentre le localizzazioni sono approvate dall'ente pubblico previo controllo (ad esempio previa Via). Questa modalità è stata usata anche per la localizzazione dell'inceneritore di Acerra, ma senza controlli ambientali stringenti poiché il contratto di gara prevedeva la deroga alla Via, sostituita da una più blanda valutazione di compatibilità: in tal modo non si poteva cambiare il sito prescelto dall'azienda (dove peraltro erano già iniziati i lavori). Senza dilungarsi su un argomento già trattato in precedenza, si sottolinea qui come le aree scelte per impiantare gli inceneritori ad Acerra e a Santa Maria la Fossa (Ce), ovvero le zone nord-est di Napoli e sud-ovest di Caserta, erano già «aree-problema» per tutta una serie di criticità. In base ad uno studio di Azzi e Cundari 575 , ad esempio, si rivela che:

  572 Come si è notato nell'analisi dei rapporti ArpaIspra, Arpac, e come più volte denunciato dalle Commissioni parlamentari di inchiesta e dall'attuale Assessore all'ambiente della Regione Campania.

  573 Tenendo conto però delle difficoltà che può incontrare la cosiddetta “provincializzazione” - come accennato nel cap. precedente: il ritaglio amministrativo delle responsabilità dovrà essere definito

  considerandoi diversi pesi delle cinque provincie campane.

  574 In Bobbio L., Un processo equo per una localizzazione equa, in Bobbio L., Zeppetella A. (a cura di), Perché proprio qui? Grandi opere e opposizioni locali , Angeli, 1999, pp. 190-195.

  575 Azzi A., Cundari G., I rifiuti in Campania: problema o risorsa?, in “Rivista Geografica Italiana”, n.111, 2004, pp. 285-316.

  • sono zone rurbane carenti di servizi (eccetto per le infrastrutture di trasporto) e

  caratterizzate da esodo agricolo, crescita disordinata e deindustrializzazione; • Acerra in particolare è stata zona di insediamento di numerose industrie che hanno

  lasciato ricordi nefasti. L'area in cui insisteva l'impianto della Montefibre è stata dichiarata ad alto rischio ambientale sin dal 1997 per la presenza al suolo di diossina e Pcb in quantità ben superiore ai limiti di legge;

  • sono territori in cui è forte la presenza degli stoccaggi illegali di rifiuti tossici e il

  controllo delle ecomafie. Oltre alle difficoltà del contesto, si aggiunge quella tecnica intrinseca alla

  pianificazione: i due siti sono molto vicini (circa 15 km), e, se nella letteratura scientifica si calcolano le ricadute al suolo degli inquinanti entro raggi di 10-20 km, un'area in cui le ricadute si sovrapponessero subirebbe un effetto maggiore, non del tutto noto.

  Nonostante tutto, tali “aree problema” fanno parte di un territorio rinomato per le produzioni agricole (si pensi alla mozzarella di bufala, prodotto tipico campano). Nel Comune di Acerra è stata proposta anche la costruzione di un polo pediatrico, idea che sembra stridere con l'aumento di mortalità e morbilità riscontrato e in tutta probabilità collegato all'inquinamento del suolo e delle falde idriche. Tutte queste problematiche sono state alla base di una ribellione popolare sfociata in una marcia di 30.000 persone repressa dalle forze dell'ordine il 29 agosto del 2004. I movimenti di Acerra, in buona parte rassegnati alla forza e in parte convinti ad accettare l'impianto in cambio di promesse di posti di lavoro e compensazioni economiche, hanno in buona parte ceduto, ma il conflitto non è stato ancora appianato. L'area, tra le più problematiche della regione, è stata scelta probabilmente anche pensando che le mobilitazioni popolari, non riguardando zone di pregio, ma insistendo su territori già multi-problematici, si sarebbero potute fronteggiare più facilmente.

  Durante l'emergenza la scala del conflitto si amplia e si restringe in base ai diversi accadimenti, alle esigenze del momento e alle proposte che via via si succedono: tornando alle scale regionale e nazionale, per un certo periodo del 2009 il Presidente del Consiglio Berlusconi, poco dopo l'apertura dell'inceneritore di Acerra, ha sostenuto che in Campania potranno essere costruiti altri quattro o cinque “termovalorizzatori” per risolvere le emergenze delle regioni vicine e per smaltire le ecoballe accumulate. L'affermazione era giustificata dall'opinione scientifica falsa secondo cui un inceneritore inquina quanto tre o quattro autovetture di media cilindrata 576 . Il fattore economico, poi, ha un suo peso su decisioni di questo tipo: la regione più povera d'Italia ha bisogno di investimenti, anche se controversi o contestabili. Questa è un'ulteriore prova di come la regione sembri essere

  576 Già smentita in precedenza: si veda la nota 508.

  stata scelta esplicitamente dalle élite politiche come smaltitore finale di altre aree del Paese, con proposte che distribuiscono in modo ineguale i carichi ambientali.

  Ci si deve riferire ancora alla scala nazionale nello scandalo dei traffici di rifiuti dal Nord Italia, con il terminale localizzato nelle zone della Campania abbandonate dallo Stato al controllo dei clan camorristici. In tal caso la scelta localizzativa sembra essere decisa implicitamente da una rete di connivenze tra imprenditoria, politica, camorra e altri

  apparati deviati dello stato 578 . Roberto Saviano, nel famoso romanzo Gomorra , non va lontano dal vero quando fa dire a uno dei personaggi, l'intermediario tra industriali e

  camorristi, che l'economia del Paese è stata sostenuta grazie ai tagli nei costi del settore manifatturiero favoriti dal risparmio nello smaltimento garantito dalla camorra: come l'infausta lettera di Lawrence Summers della Banca Mondiale 579 , potremmo qui citare le inchieste giudiziarie cui sono attualmente sottoposte le imprese della presidente di Confindustria in carica Marcegaglia e quelle della famiglia del Ministro per l'Ambiente Prestigiacomo 580 . Con il naturale beneficio del dubbio e la presunzione di innocenza fino alle sentenze conclusive della magistratura, le accuse confermerebbero l'ipotesi gravissima di un modus operandi comune, che non è opera di pochi isolati delinquenti ma che sarebbe condiviso dai vertici politici e imprenditoriali. Per la Campania, ciò avvalorerebbe e confermerebbe l'ipotesi di essere stata scelta come territorio da sacrificare, come Yucca Mountain in Nevada, anche se in modo meno esplicito. Le scelte localizzative istituzionali, d'altronde, ricalcherebbero in qualche modo quelle della citata “riunione di Villaricca”, luogo dell'accordo tra diversi soggetti di potere per spartire i ricavi dell'affare dello smaltimento illegale, che aveva come base territoriale proprio alcuni territori del Casertano, da sacrificare alla causa.

  Molti attivisti sono in totale disaccordo con tali scelte localizzative, e propongono invece una visuale di sviluppo locale per la Campania basata sulle sue aree di elevato pregio agricolo e turistico: chiedono di preservarle e di utilizzarle come volano di sviluppo

  e per la creazione di nuove opportunità di lavoro. Sicuramente le due visuali cozzano, mentre per le aree degradate la convenienza economica, sul breve termine, darebbe ragione

  a una politica di rapina del territorio, quella attuata nei fatti dalla camorra. Qui gli

  577 Si cita nuovamente la riunione di Villaricca. Si ricorda inoltre che esponenti del governo (come Nicola Cosentino, Sottosegretario al Ministero dell'Economia e Finanze, e Luigi Cesaro, attuale presidente

  della Provincia di Napoli, sono indagati perché accusati da pentiti di camorra di essere coinvolti nello scandalo del sistema di sversamenti abusivi della camorra).

  578 Saviano R., Gomorra. Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra, Milano, Mondadori, 2006.

  579 Citata in precedenza. 580 Si vedano ad es. gli articoli: “Maxi traffico di rifiuti tossici. Indagato padre della Marcegaglia”, “La

  Repubblica” del 10 febbraio 2010 e la presentazione del libro-inchiesta Fittipaldi E., Così ci uccidono. Storie, affari e segreti dell'Italia dei veleni, Rizzoli, 2010, dove si racconta del coinvolgimento del padre dell'attuale ministro in due inchieste sulla Ved, Vetroresina Engeneering Development di Priolo-Melilli, in Sicilia, una per avvelenamento degli operai, l'altra per smaltimento illegale di rifiuti speciali.

  agricoltori e gli allevatori sono stati fortemente colpiti dalla crisi dei rifiuti: in particolare dalle discariche abusive e dai roghi controllati dalle ecomafie, ma anche dall'impiantistica voluta dal Governo nazionale e realizzata da Commissariato e Sottosegretariato, se guardiamo ad esempio ai casi delle discariche fuori norma nel Casertano di Lo Uttaro e Ferrandelle, non più controllabili oggi grazie al regime di segreto di stato e di militarizzazione dell'impiantistica stabilito in base alla legge 12308. A tal proposito, segnaliamo alcune interessanti produzioni cartografiche provenienti da studiosi o da organi di informazione vicini ai movimenti, come quelle dedicate al Casertano e alla Piana Campana nelle figure successive. La prima (fig. 92) si concentra sulle produzioni tipiche del Casertano, la seconda (fig. 93) sui rischi ambientali dovuti ad attività di smaltimento dei rifiuti.

Fig. 92. Produzione cartografica “dei movimenti”: prodotti tipici del Casertano

  Fonte: slide di G. Messina (agronomo, Legambiente Caserta)

Fig. 93. Cartografia “dal basso” sui rischi ambientali nelle aree del basso Casertano

  e del Napoletano

  Fonte: Napoli Monitor, rivista mensile di Napoli e dintorni – altre informazioni alla p. web

  napolimonitor.wordpress.com

  Le aree tra Caserta e Napoli, ormai difficili da bonificare, possono dunque assurgere a emblema di territorio sacrificati alle attività di smaltimento, siano esse lecite, illegali, o legali ma in deroga alla legge. E' di inizio 2010 la notizia secondo cui Acerra ospiterà ancora un altro impianto, per il trattamento del percolato derivante dalle discariche campane: la localizzazione, ormai, non pare casuale.